Nino Sunseri, Libero 1/11/2014, 1 novembre 2014
IL GIAPPONE DI NUOVO KAMIKAZE: STAMPA MONETA PER FARE TRADING
Bank of Japan stamperà moneta per comprare azioni e il fondo pensioni statale investirà in Borsa per alzare i rendimenti. Un po’ pericoloso ma molto affascinante. Nella notte la notizia ha illuminato i listini mondiali: la Borsa di Tokyo ha guadagnato il 4,8% dando la sveglia agli altri mercati. Milano è stata la migliore d’Europa guadagnando il 3,07% mentre lo spread cadeva a 152. Molto bene anche Francoforte salita del 2,33%, Londra dell’1,28%, Parigi del 2,22% e Madrid del 2,09%. Il cambio è arrivato sotto quota 1,25. Lo stupore è stata la nota dominante della giornata. In effetti quello che è accaduto nella notte a Tokyo non ha precedenti negli almanacchi della finanza mondiale. Mai si era visto un comportamento così aggressivo da parte di un’autorità monetaria. Abituati come siamo alle ingessature della Bce sembra uno spettacolo che va in scena non dall’altra parte del mondo ma direttamente in un’altra galassia. Non è certo un caso se in Giappone è fiorito il primo coraggio disperato dei kamikaze. Le iniziative annunciate ieri hanno una componente di rischio come non si era mai visto in passato. Non a caso il board della banca centrale si è diviso. Il governatore Haruhiko Kuroda però ha deciso di andare avanti. Ha ricevuto dal primo ministro Abe l’ordine di dare una frustata all’anemica economia giapponese. Impossibile sottrarsi. Primo gradino l’inflazione al 2%. Kuroda ha preparato un piano di un ardimento senza precedenti. La Banca centrale aumenterà i suoi attivi fino a 80 miliardi di yen comprando sul mercato carta per una trentina di miliardi. Non solo titoli di stato ma anche azioni. Al suo fianco l’Inps nipponico che ha un patrimonio da 1.100 miliardi di dollari (circa due terzi del Pil italiano). Anche qui un’offensiva che cambierà tutti i parametri di investimento: meno titoli di stato (dal 60% al 35%), e più azioni giapponesi (dal 12 al 25%). In aumento anche la quota di azioni estere. In altri termini, si combatte la deflazione con una fiammata inflazionistica. Una spinta all’aumento dei prezzi che marcia parallelamente all’indebolimento dello yen. Ma anche una spinta ai consumi che, nonostante gli interventi effettuati negll’ultimo anno e mezzo sono calati in settembre del 5,6% annuale. Un intoppo della Abenomics (la politica economica del premie Shinzo Abe) che il governo del Sol Levante vuole superare a ogni costo. Certo i puristi si dicono molto preoccupati. Pompare moneta in questa maniera rischia di creare una bolla gigantesca. Non solo sui mercati giapponesi (a cominciare dalla Borsa) ma anche nel resto del mondo tenuto conto che il programma d’intervento non ha confini. Il problema esiste, ma a Tokyo hanno dceciso che la soluzione non è per domani. Casomai più grave la babele di lunguaggi da parte delle banche centrali. Il Giappone lanciato in un’offensiva monetaria senza precedenti che ha lo scopo, fra le altre cose, di mandare al tappeto le quotazioni dello yen. La Federal Reserve che ha appena terminato il suo piano di stimoli ma non vuole stringere troppo i freni per non frar salire troppo il dollaro. La Bce alla finestra che non ha ancora deciso che cosa fare: se lanciarsi a sua volta in un’offensiva travolgente stampando euro a manetta oppure continuare come adesso tenendo la palla rigorosamente a centro campo. Certo la partita giapponese mette i brividi: è il Paese più vecchio del mondo ed è anche quello che ha il debito pubblico maggiore. Gioca la carta dell’inflazione per guadagnare tempo. Prima o poi qualcosa accadrà.