Giovanna Casadio, la Repubblica 1/11/2014, 1 novembre 2014
LA LETTIANA ARRUOLATA DAL PREMIER “VADO A FARE LA PONTIERA DEL PD”
[Intervista a Paola De Micheli] –
ROMA.
«Ho sentito Enrico, era contento...». Paola De Micheli, la più lettiana dei parlamentari, entra nel governo di Renzi come sottosegretario all’Economia.
De Micheli, ma se l’aspettava di diventare sottosegretario?
«È stata una giornata campale. Sapevo che si era fatto anche il mio nome ma sono stata sorpresa: è stato un attestato di fiducia».
Ricorda quando ha pianto alla direzione del Pd che ha defenestrato Letta da Palazzo Chigi?
«Me lo ricordo bene, non dimentico quasi niente».
Ha smesso però di essere anti renziana?
«Per carattere e formazione non sono mai contro. Ho le mie opinioni. Non vivo questo incarico come una contraddizione. In quella direzione non votai. La politica e le istituzioni hanno avuto la loro evoluzione e il rapporto con Bersani e Letta resta inalterato e positivo».
Avere scelto lei è anche un segnale politico da parte di Renzi nei confronti della minoranza?
«Ritengo di sì. Ma io sono una donna di fiume che costruisce ponti, sono una pontiera. Lo sanno tutti che sono un’esponente della minoranza dem e da parte di Renzi, come anche da parte nostra, c’è la volontà di unità. Aggiungo che io non sono cambiata, sono le condizioni politiche e istituzionali a essere cambiate. Continuo a lavorare per il mio Pd e per le istituzioni».
Farà da pontiera con la sinistra dem anche su Legge di stabilità e Jobs act?
«Dobbiamo arrivare tutti insieme sulla Legge di stabilità e sul Jobs act. Il lavoro comune deve essere quello di costruire le soluzioni economiche, di arrivare a sintesi, non a compromessi. Non è tempo di festeggiamenti per la mia nomina, ma di serietà e di fare di tutto per rispondere al dramma della disoccupazione e alla chiusura delle imprese. E credo anche che in un partito come il nostro bisogna saper tenere insieme i nostri valori di uguaglianza e di pari opportunità con la responsabilità di trovare nuove e moderne sintesi».
Giovanna Casadio, la Repubblica 1/11/2014