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 2014  novembre 01 Sabato calendario

PERISCOPIO

La ministra francese della cultura Pellerin, non legge un libro da due anni. Sempre meglio di Franceschini, che i libri li scrive. il Fatto.

Un po’ di tutto. Chicco Testa. Tweet di autopresentazione.

In Italia ci sono nei musei 2-3 custodi per sala, mentre altrove in Europa c’è un solo custode che controlla più sale. Claudio Visani. il venerdì.

Renzi ha consenso e continuerà ad averlo per un tempo non breve, perché intercetta una domanda di cambiamento radicale. Non a caso, in tutti i sondaggi la maggioranza dei cittadini, dei lavoratori dipendenti, degli elettori Pd è favorevole alla riforma dell’art. 18. Piero Fassino. Corsera.

I giornalisti Rai che vengono a intervistarmi, prima di cominciare, coprono il microfono e mi sussurrano all’orecchio: «Oh, Matteo, io sono sempre stato dalla tua parte eh?!». Il bello è che io non li avevo mai visti prima». Matteo Renzi. Servizio Pubblico.

Renzi è circondato da mezze tacche: gli ex lacchè di Berlusconi. Fini, che ho conosciuto bene, quando faceva l’attendente ossequioso di Giorgio Almirante cui prestavo denari per il Msi. Soldi sempre resi... quello sì che era un uomo di parola. E poi Schifani, Alfano: personaggi non certo di livello. Berlusconi ha sbagliato con le giovani donne, ma soprattutto circondandosi di personaggi di bassa levatura... Penso a Verdini, un mediocre uomo di finanza; è un massone... credo, ma non della nostra squadra. Livio Gelli, Venerabile della Loggia P2. Il Fatto.

Confesso che Bertinotti non mi era mai piaciuto. Ma non immaginavo quanto la sua politica fosse un fattore potente di disgregazione. Dopo le elezioni del 2006, aveva affrontato Prodi a muso duro, dicendo: «O mi dai la presidenza della camera o mi fai ministro degli esteri». Ottenne lo scranno più alto di Montecitorio, che doveva andare a D’Alema. Però non smise mai di comportarsi da spina nel fianco di Prodi. Giampaolo Pansa, Tipi sinistri. Rizzoli. 2012.

Dove è nata la straordinaria cultura «di lotta e di governo» che punta alla grande sintesi tra guardie e ladri, società civile e società carceraria, moralismo stretto (anzi rigorismo codino) contro i poteri dell’autorità e manica larga verso il potere della malavita? Saverio Vertone, L’ultimo manicomio. Rizzoli, 1992.

Rientrando in Italia dopo una lunga esperienza all’estero mi ha stupito la centralità della politica in Italia. Non si parla d’altro. In Olanda, in 17 anni, credo di aver visto quattro volte la faccia di un politico. Christian Greco, neo direttore del Museo egizio di Torino. Sette.

La redistribuzione della ricchezza non deve essere fatta per pietismo ma per evitare il collasso. Emanuele Ferragina, docente all’università di Oxford. il venerdì.

Ora che i talk show sono crollati, si corre ai ripari con qualche trovata, la solita guerra di comici e di ospiti illustri. Senza successo perché non si tratta di riparare la macchina, ma piuttosto di rottamarla, come si usa dire. La crisi del talk show è, in realtà, soltanto un aspetto della crisi di un modo di fare politica dominante nella seconda repubblica, della quale il format televisivo e i suoi celebrati sacerdoti sono stati il principale strumento di comunicazione. Curzio Maltese. il venerdì.

Mario Draghi non corrisponde allo stereotipo italiano. Nel piccolo mondo dei banchieri centrali egli è classificato tra le «colombe» (come Janet Yellen alla Fed) mentre Claude-Trichet era collocato fra i «falchi». Ma la «colomba» italiana è lontana dall’essere lassista. È per questo che Berlino l’ha scelta. Se Mario Draghi è estremamente sensibile alla crescita e all’occupazione, egli non dimentica che la Bce non è la Fed americana bensì è l’erede della Bundesbank tedesca, garante della stabilità dei prezzi, essa non può utilizzare la rotativa per creare della moneta acquistando massicciamente dei titoli del debito pubblico come fa la sua consorella oltre-Atlantico. Alexandrine Bouilhet. Le Figaro.

Marito: «Non c’è più la sinistra». Moglie mentre gira il cucchiaione nella pentola: «Oddìo: adesso mi resti tutto il giorno per casa a girare in ciabatte». Altan.

Le esequie ebbero forma riguardosa e tuttavia riservata, pe nun dì addirittura sbrigativa, com’era ner desiderio de l’autorità, che de tutto que pasticcio aveveno finito per scocciasse. Con pochi preti davanti e un po’ de regazzine e de moniche, ma «con largo concorso di poppolo» dissero i giornali. Carlo Emilio Gadda: «Quer pasticciaccio brutto de via Merulana. Garzanti, 1957.

Noi baby boomers abbiamo vissuto un po’ tutti al di sopra delle nostre possibilità, ma per me Roma è stata il veleno: Roma trionfante, enfatica, a ogni svolta un arco di cartapesta o un amore inconsulto, un rosso tramonto ingannevole. Roma feroce e sbadata, abitata sul fiume dalle nutrie fangose che divorano i piccioni, sul terrazzo dai gabbiani che straziano col becco i topolini; Roma che ti invita a dimenticare, sempre prodiga di amnistie e di colonne fantasma, che nasconde le feste dietro i cerotti dei lavori in corso. Roma che è Amor letto al contrario. Walter Siti, Exit strategy. Rizzoli.

Dal prestigiatore (mia nonna insiste nel chiamarlo «prestigidatatore») imparo che la vita è piena di trucchi, che le percezioni possono essere false e manipolabili, che per ingannare il pubblico bisogna distrarlo, spingendolo a concentrare l’attenzione su ciò che non conta (una tecnica che da grande vedrò spesso applicata dai politici populisti). Enrico Finzi, La vita è piena di trucchi. Bompiani.

Mio padre, Egisto, è morto da tanto ormai, ma è strano come, ad ogni anno che passa, me lo sento più vicino. Come silenziosamente accanto. Guido sull’autostrada e mi accorgo che adesso guardo le cascine e i filari di pioppi come li guardava lui, con la nostalgia di una vita nei campi che non aveva vissuto. E ai figli, quando escono, vorrei dire io, ora, «mi raccomando!»: ma penso a come sorridevo da ragazza a quella sua esortazione nello specchio dell’ascensore e, sorridendo, taccio. Marina Corradi. Avvenire.

La vecchiaia è formidabile dice Giroud. Si è così più liberi delle proprie idee e del proprio tempo. Non c’è più bisogno di sedurre nessuno. Christine Okrent, Françoise Giroud. Fayard. 2003.

Sperimentale: tutto quello che non si capisce e non si sa a cosa serve. Michele Lucchi, Gli attributi dell’architetto. Corradini editore.

Vittoria si aspetta da me solo bugie. Se le dico la verità, si insospettisce. Roberto Gervaso. il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 1/11/2014