Cristiana Mangani, Il Messaggero 31/10/2014, 31 ottobre 2014
«LEGGE SEVERINO LEGITTIMA MA SE BOCCIATA NON AVRA’ EFFETTI SULL’EX CAVALIERE»
Sin dal momento in cui il problema si è posto per Silvio Berlusconi, il presidente emerito della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli si è convinto che la legge Severino non fosse irragionevole. Ora che il Tar di Napoli ha sollevato la questione dinanzi alla Consulta e annullato la sospensione da sindaco di De Magistris, Mirabelli non ha cambiato idea.
Per quale motivo, presidente?
«Perché la legge Severino non introduce sanzioni afflittive accessorie per le quali, come nel caso delle norme penali, vige il principio della irretroattività. Qui si tratta di disposizioni sui requisiti di onorabilità ed adeguatezza per accedere a una funzione elettiva. Sono requisiti che valgono anche per il futuro, non essendo ancorati al momento in cui il reato sarebbe stato commesso».
In altre parole, a suo avviso la questione sollevata dal Tar davanti alla Consulta non ha alcuna chance di essere accolta?
«Mi pare che la questione riguardi non tanto la sospensione dall’incarico di sindaco in assenza di una sentenza definitiva di condanna, ma l’intero impianto della legge, quantomeno per gli amministratori locali. Sotto questo profilo della irretroattività, ripeto, non ritengo esserci alcun vulnus. E comunque mi stupisce un fatto di quell’ordinanza del Tar».
Quale?
«Che non sia stato invocato il principio di ragionevolezza (art. 3 della Costituzione), quello che più comunemente viene sollevato davanti alla Consulta, ma che il Tar abbia fatto riferimento agli articoli 2, 51 e 97 della Carta. Forse si può discutere se per alcuni reati la sospensione o l’incandidabilità sia eccessiva, ma in ogni caso ritengo che la legge Severino non introduca sanzioni accessorie ma norme a tutela della funzione svolta».
Il problema della retroattività della legge era stato già posto da Berlusconi, nel 2013, a seguito della sua condanna in via definitiva per la vicenda Mediaset. Due pesi e due misure rispetto a De Magistris?
«Berlusconi non poteva agire per via amministrativa perché, come è stato nel caso della sua decadenza, i provvedimenti parlamentari non sono impugnabili di fronte al Tar».
Però, il ricorso alla Consulta fatto dal Tar per De Magistris avrebbe potuto farlo a suo tempo il Senato per Berlusconi.
«In quell’occasione si era posto il problema, discutibile e ancora discusso, se la Giunta per le elezioni possa essere considerato o meno un organo giurisdizionale».
Insomma, Berlusconi in futuro potrebbe anche dover dire grazie a De Magistris se la Consulta gli darà ragione?
«Chissà, forse. Ma nel suo caso gli effetti non sarebbero diretti perché la decadenza di Berlusconi da parlamentare è definitiva. Una questione politica, comunque, si porrebbe».
Cristiana Mangani