Thomas Leoncini, Style 11/2014, 31 ottobre 2014
IL PERVERTITO? NON ESISTE PIÙ
È una rivoluzione sessuale epocale. Leggendo il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (e ci vuole una gran pazienza perché sono più di milleduecento pagine) pubblicato da Raffaello Cortina editore e scritto nientepopodimeno che dalla American Psychiatric Association, si può affermare che il modo di intendere la sessualità sia completamente cambiato, anche per la medicina. La notizia vera e propria è che sono state liberalizzate molte parafilie. Con questo termine si intende quell’insieme di manifestazioni della sessualità che si esprimono attraverso comportamenti non direttamente connessi al fine riproduttivo, tipico invece del sesso tradizionale. Ad esempio il guardone che si eccita spiando una coppia che fa sesso, o mariti e mogli che condividono la sessualità insieme a partner esterni (singoli o altre coppie), o ancora chi fa sadomaso, bondage, chi ha il culto dei piedi o chi si traveste, chi prova attrazione sessuale per gli alberi (si chiama dendrofilia), chi prova piacere effettuando telefonate oscene (si chiama scatologia) oppure chi prova piacere facendosi urinare addosso: nessuno di loro sarà più tacciato di perversione. Anzi, a giudicare dal tomo, dovrebbe essere vietato chiamarli pervertiti. Scrive infatti l’American Psychiatric Association che per essere patologico, un disturbo parafilico deve causare disagio o arrecare danno a se stessi o agli altri e di per sé non giustifica l’intervento clinico. Tutto concesso, insomma. Troppo concesso, forse. In un passaggio del libro si parla addirittura della pedofilia non come malattia, ma come elemento che di per sé non giustifica l’intervento clinico. Probabilmente la rivoluzione sta andando oltre. Gli psichiatri americani vogliono diventare pop, ma per farlo probabilmente stanno perdendo la bussola. Dura fare gli psichiatri ai tempi di internet, soprattutto se vuoi starci dietro a internet! I giovani non si scandalizzano più per nulla, non hanno tabù, conoscono perfettamente pratiche sessuali estreme ancor prima di sverginarsi con la fidanzata. E questo è perfettamente normale, è l’evoluzione, non servono moralisti per solleticare inutilmente il divenire. In effetti il concetto di perversione era da medioevo, era ora si aggiornasse, ma fare notizia con la pedofilia è tutta un’altra storia. Qualche dato aggiornato sulla vita sessuale dei giovani del nostro Paese: nel 2013 la polizia postale ha registrato un’impennata dei reati commessi in rete che hanno coinvolto adolescenti. I numeri? Il 23% in più rispetto al 2012. Secondo uno studio di Save the Children sui comportamenti sessuali degli adolescenti italiani il 34% dei ragazzi dichiara di aver ricevuto in rete approcci da parte di coetanei e il 54% è diventato attivo inviando il suo primo messaggio di natura sessuale tra i 14 e i 15 anni di età.
Ecco il vero dato “scandaloso”, diffuso dall’Associazione italiana per l’educazione demografica: il 32% delle ragazze tra i 15 e i 24 anni ha detto di aver avuto rapporti sessuali senza preservativo con sconosciuti. Probabilmente questo è il lattice che dovrebbe scandalizzare, non la tutina gommosa da dominatrice che ostenta Jennifer Lopez sulla cover del suo ultimo album. La popstar credeva di scandalizzare con quella tutina da dominatrice? Allora è un dato di fatto: sta invecchiando.