Marcello Sacco, L’Espresso 31/10/2014, 31 ottobre 2014
NIENTE SESSO SOPRA I 50
Una sentenza destinata a far discutere a Lisbona. Il Supremo Tribunal Administrativo del Portogallo ha ridotto la pena pecuniaria inflitta a un ospedale della capitale specializzato in ginecologia e ostetricia. L’amministrazione del’ospedale era stata condannata a indennizzare una paziente che, in seguito a un’operazione sbagliata diciannove anni fa, non aveva più potuto avere una normale vita sessuale, con ovvie ricadute sulla sua condizione psichica e sul ménage coniugale.
Il tribunale ha confermato quanto appurato in primo grado, ossia l’errore umano all’origine dell’invalidità (che, fra gli altri disturbi, comporta incontinenza, dolori
e difficoltà di deambulazione), ma ha deliberato un forte sconto sul rimborso, abbassandolo da 175 mila a 111 mila euro. A far discutere è soprattutto uno strano passaggio della motivazione di questa sentenza: la signora aveva già due figli e 50 anni, “un’età in cui la sessualità non ha l’importanza che assume quando si è più giovani”, scrivono i giudici, due uomini e una donna, tutti ultracinquantenni.
Pur trattandosi di un verdetto senza possibilità di appello, l’avvocato della vittima ha annunciato immediato ricorso alla Corte costituzionale e alla Corte europea dei diritti dell’uomo.