Sabina Minardi, L’Espresso 31/10/2014, 31 ottobre 2014
UN ATEO A LOURDES
Dice di non credere. Ma tutto comincia con un atto di fede: che quel treno sparato a velocità, lamiere contro barelle senza alcun sistema di sicurezza, bagagli in ordine sparso, la porta del bagno che non funziona, e una specie di Tetris di uomini e ruote a caccia dell’incastro perfetto, lo porti sano e salvo a destinazione. E non una qualunque. È il viaggio della speranza, ma la più ambiziosa in assoluto: quella di un miracolo.
Sul treno dell’Unitalsi, l’organizzazione che trasporta gli ammalati nei santuari, sale, nel settembre del 2013, Lorenzo Amurri: musicista, scrittore e viaggiatore, tetraplegico per colpa di un incidente sugli sci, Chisciotte scampato alla tristezza grazie al carattere e alla volontà.
«Perché non lo portate a Lourdes?». In una serata imprevista - la cinquina dello Strega a Roma, a casa Bellonci - una donna, che si dice astrologa, lo suggerisce alla sorella: tanto più che il ragazzo è Capricorno, il segno di Gesù. Nell’ilarità generale, la curiosità si insinua. Qualche mese dopo, Amurri decolla dalla stazione Ostiense sul treno bianco, vagone dei barellati: carico di malati e volontari, e un altoparlante che alterna la promozione del libro “Lourdes mi ha cambiato la vita” a musichette che sembrano pensate per infondere infelicità. Su tutto lo sconcerta il clima di improvvisazione. Ma la fede - la sua, nell’ironia e nel grottesco di cui è intrisa la vita - non vacilla: «Fantastico, un inizio ai limiti del surreale». Il viaggio diventa un libro (Fandango): il racconto di un’altra Lourdes, con gli occhi di un disabile (che non ha abdicato al senso critico), non credente («La fede è indiscutibile. Io, semplicemente, non la possiedo»). Tra gli ormoni effervescenti dei volontari, l’animazione spirituale, il merchandising religioso. «Ho conosciuto gente divertente. Tra di noi si è creato uno spirito cameratesco, che ha reso il viaggio più leggero. I pellegrini hanno spesso un’aria scanzonata. Anche se tutti, senza ammetterlo, sono lì in cerca del miracolo». Ne ha visti? «Uno è capitato in quei giorni, ma non davanti a me: un signore in carrozzina si è alzato e ha fatto qualche passo. Era paralizzato sin da bambino per delle ernie. C’era chi ringraziava la Madonna, chi si buttava a terra. Gli altri disabili erano tesi, arrabbiati. Ognuno nutre la speranza di essere il prescelto, e se il miracolo succede a un altro la reazione è di invidia». E lei non ha mai sperato? «Certo che sì: quando mi sono immerso nelle piscine, una flebile luce mi si è accesa dentro». Amurri rievoca senza censure il disagio della nudità. Le braccia che lo sollevano. E l’acqua così gelida da procurargli, sulle porzioni di corpo ancora sensibili, un dolore atroce. «Un signore è entrato non sapendo che fosse gelata. E come l’ha toccata ha urlato una sonora bestemmia». Tutto può succedere a Lourdes, «come dentro un film dei Monty Python»: gruppi in trance da visione e volti così raccolti in preghiera da commuovere; angoli divini di silenzio e un’orda affamata di ninnoli religiosi: «C’era un signore furente con la moglie che in un giorno aveva speso 700 euro di rosari». E, su tutto, un’invasione di corpi pronti a riversarsi nella Prateria, la spianata davanti alla grotta delle apparizioni, o nella Basilica sotterranea: «Angosciante: un hangar freddo, con i poster dei santi e un senso incombente di tragedia. Io così immagino l’Area 51». Nella grotta lo invitano a scorgere il volto di Gesù, lui vede la sagoma di Mary Poppins, borsa e ombrellino inclusi. «Però, qualcosa di misterioso c’è. Energia: magari è un punto di particolare magnetismo nella terra. Cosa salvo del pellegrinaggio? I volontari. Gente che si paga il viaggio per mettersi a disposizione degli altri». Con pragmatismo assoluto: come quel tipo che di fronte a un barile d’acqua santa tra i bagagli, pesantissimo, lo svuota sulle rotaie e lo riempie a Roma.«E ho un’altra impressione positiva: a Lourdes l’integrazione tra normalità e diversità è vera e assoluta». Dunque, tornerà? «No, grazie. Ho altre priorità: l’Australia, in camper. Koh Phangan, Koh Samui e Phi Phi in Thailandia. Il Perù, il Brasile. Ha presente il libro di David Foster Wallace? Una cosa divertente che non farò mai più».