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 2014  ottobre 31 Venerdì calendario

LA FEMMINISTA DEL ’700 CHE LOTTÒ CONTRO IL VAIOLO


Troppi doni aveva avuto la bimba nata il 26 maggio 1689 a Londra: una grande intelligenza, una rara bellezza e un’indomabile indipendenza. Lady Mary Wortley approfittò di un’infanzia solitaria per divorare la vasta biblioteca di casa. Ben presto si mise alla prova, traducendo i classici dal greco e dal latino. Invece di sottomettersi, come tutte, alla volontà paterna, volle scegliersi lei il marito. Attraente, colto e pieno di fascino, Lord Montagu, rinunciò alla dote per fuggire con lei.
Per un momento il vaiolo sembrò fermarla, ma niente riusciva ad arrestarla. Mary guarì da quella terribile malattia e nascose i segni rimasti sotto il belletto. Tutta Londra parlava della genialità e della grazia di quella giovane donna. A corteggiarla non erano solo gli aristocratici, ma anche le grandi menti del secolo. A Mary piaceva discutere con loro, da pari a pari, e non esitava a stroncare le opere mediocri. Sedusse il fragile, minuscolo Alexander Pope che le dedicò lettere e poesie.
Ma la parte più intensa della sua vita sarebbe inaspettatamente cominciata quando decise di accompagnare il marito, nominato ambasciatore a Costantinopoli. Accolta con ogni riguardo, Lady Montagu si innamorò di quella civiltà. Lì imparò che ci si poteva salvare dal vaiolo vaccinandosi e non esitò a sottoporre suo figlio a quella pratica. Piena di curiosità per l’esotica capitale, fu la prima a entrare nell’harem del sultano. Al bagno, le numerose e bellissime mogli, incuriosite dal suo busto che scambiarono per una gabbia impostale dal marito, rimasero perplesse per la presenza di peli sul suo corpo.

Cara figlia, ti scrivo... Quelle nuove esperienze l’avevano distratta dalle manovre della vita culturale e mondana londinese. Rispondeva distrattamente alle lettere e, una volta rientrata, non esitò a respingere, ridendo, le appassionate dichiarazioni di Pope. O almeno questa sembra essere l’ipotesi più attendibile sulla loro rottura, cui seguì uno scambio di feroci prese in giro. Il coraggio e l’intelligenza di Mary erano destinati a renderle sempre più difficili non solo la vita pubblica, ma anche quella privata. Il marito infatti non intendeva sottomettersi a una donna talmente decisa da riuscire a imporre anche in patria, superando ogni serie di opposizioni, la pratica della vaccinazione antivaiolosa. Quel successo però accrebbe l’invidia e la maldicenza.
Invece di fare un passo indietro, Lady Montagu preferì lasciare Londra e iniziare un lungo vagabondaggio, nel corso del quale si innamorò del “Cigno di Padova”, Francesco Algarotti, un autore famoso quanto seducente.
Incurante della sua omosessualità, Mary lo rincorse invano, per poi ritirarsi in Italia, da dove scrisse deliziose lettere alla figlia, Cara bambina (Adelphi), sagacemente curate da Masolino D’Amico. Lì una delle donne più spregiudicate dell’epoca racconta la sua vita e cerca di guidare quella della figlia. Ormai si sentiva lontana da tutto. «La mia curiosità non è solo diminuita, ma quasi estinta, e i contadini mi sono graditi quanto un principe».