Concita Sannino, la Repubblica 31/10/2014, 31 ottobre 2014
L’EX MAGISTRATO ESULTA A RITMO DI RAP “CHE CALVARIO, OGGI È ’NU JUORNO BUONO”
È come se gli avessero ridato la bandana, nuova di zecca. Anche se stavolta Luigi de Magistris non espone la fascia, e la città chiede soluzioni, oltre ogni battaglia personale. «Il sistema politico e affaristico ci aveva piantato le unghie addosso. Ma Napoli non molla, non si piega. Oggi è ‘nu juorno buono», citando Rocco Hunt. Lo sguardo di nuovo acceso, il lampo del vincitore. Poi un boato, braccia in alto in mezzo al suo staff, è il suo goal.
«Perché Berlusconi non si è rivolto ai miei avvocati, per la sua battaglia contro la legge “Severino”? Non lo so, ma certo i miei legali sono bravissimi e per me lavorano gratis, perché ci credono e perché io non ho un euro — ride — mentre quelli dell’ex premier saranno carissimi, non so neanche quanto costano ». Poco dopo, riflettendo, dirà: «Sulla legge Severino poi è necessario che si riapra il dibattito », pur ammettendo che «una parte della ferita è stata sanata dalle istituzioni». Un’esultanza che somiglia a quella della prima elezione. Pura adrenalina (politicamente) ultrà. Così parla, ondeggia, abbraccia e si muove il sindaco non più sospeso, alla sentenza con cui il Tar Campania lo riaccompagna sulla sua poltrona di primo cittadino, a Palazzo San Giacomo. È il suo approdo «dopo il calvario». E dopo che aveva tuonato, con la fascia di sindaco ancora addosso, contro «la melassa putrida di Stato» che avrebbe ordito trame e quella «condanna ingiusta, inaccettabile» a suo danno.
Oggi cita De André. Emozione, progetti, nuove promesse. E vecchi avversari, come gli immancabili e indefiniti nemici dei “poteri forti”. Non disdegna neanche i soliti toni aspri al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, quando qualcuno gli chiede un commento sulla recentissima testimonianza del Capo dello Stato ai magistrati antimafia. «Faccio il sindaco e devo avere rapporti con il Presidente Napolitano. Lui ha la sua storia, io ho la mia che è molto diversa dalla sua. Leggeremo la trascrizione della sua audizione e vedremo se il popolo italiano ha fatto un passo avanti nella sua richiesta ansiosa di verità. Io con il Presidente non devo litigare, ma neanche esprimere sostegno o apprezzamento. Quando facevo il magistrato sono stato molto duro con lui, come sindaco ho tenuto un rapporto istituzionale».
Euforia palpabile. Che, in Comune, diventa subito festa. Per l’occasione torna nella stanza del sindaco anche suo fratello Claudio, manager di eventi e concerti al centro di polemiche per la doppia “conduzione”. «Sono stato per un mese sindaco di strada, mi sento rigenerato, mi ha fatto bene, non ci rinuncio » assicura de Magistris. «Sono stato al centro di una vicenda surreale. Ringrazio mia madre, mia moglie e i miei figli che mi hanno sempre supportato, in questo mio lungo calvario ». Un drink leggero con un comitato civico dell’area est di Napoli, che de Magistris raggiungerà in serata, intanto dal vicino teatro San Carlo arriva a piedi il baritono che aveva cominciato un singolare sciopero della fame, contro la sospensione del sindaco. «Vieni», lo abbraccia lui, in regalo un po’ di cioccolato. Ma il sindaco è atteso a prove non semplici: la maggioranza è fragilissima. E c’è una città da riconquistare: anche su ideali e progetti che sembrano traditi. Come mostrerebbe l’ultima rimozione: quella del docente Ugo Mattei, il prof nominato da de Magistris e dall’ex assessore Alberto Lucarelli al vertice dell’Abc, acronimo che sta per Acqua bene comune, l’azienda che da ieri, invece, offre un altro nome nell’affollata lista dei “defenestrati” — tra gli altri, Raphael Rossi, gli assessori Narducci, Realfonzo, Tommasielli, l’ex dirigente e prefetto Silvana Riccio. Un licenziamento attuato dal vicesindaco Tommaso Sodano, ma con l’avallo del sindaco sospeso. «No, oggi su Mattei e acqua, il sindaco non risponde», precisano dal suo staff. È un giorno di vittoria, il suo goal, lasciategli di nuovo quella bandana.
Concita Sannino, la Repubblica 31/10/2014