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 2014  ottobre 31 Venerdì calendario

SERRA, IL LEOPOLDINO DEI DEBITI ALTRUI

Davide Serra oltre all’amicizia con Matteo Renzi ha un tempismo perfetto per gli affari. Proprio quando Monte dei Paschi di Siena tenta di liberarsi di 1,2 miliardi di euro di crediti problematici – i cosiddetti non performing loan (Npl) – il finanziare residente a Londra dal 1995 decide di aprire una filiale a Milano del suo fondo speculativo Algebris per occuparsi proprio dei crediti problematici. E visto che può vantare una buona confidenza con il premier, essendone anche un generoso finanziatore (Serra e la moglie hanno versato 175 mila euro alla fondazione Open, cassaforte dell’ascesa renziana), può suggerirgli di fare una leggina per velocizzare il recupero dei crediti non onorati dai clienti delle banche. La proposta l’ha avanzata direttamente dalla Leopolda, dove Renzi gli aveva affidato il tavolo sul rilancio delle pmi in Italia. Sostiene Serra che sia necessaria una “norma a costo zero” che permetta di ridurre i tempi di recupero dai sette attuali ai tre. “La banca che ti ha finanziato perde automaticamente ogni anno il 10% perché questo è quanto le costa in termini di liquidità e sofferenza, in dieci anni una banca ci rimette tutto”. Quindi “nel momento in cui uno non paga più, la banca è morta, dato che può sbagliare un prestito su 100. Una casa che magari valeva 100, le banche aspettano 8 anni, la vendono magari a 30. Poi arriva la Bce, ti fa l’esame della prostata e ti dice di chiudere”, chiaro riferimento a Mps, bocciata domenica dagli stress test.
Lui si dice pronto a rastrellare tutto, partendo con ogni probabilità proprio da quel miliardo di Rocca Salimbeni, ma per farlo suggerisce a Renzi una legge che gli consenta di recuperare il credito. Gli amici servono a questo: Monti per tentare di salvare Mps emise 4 miliardi di bond, ad aiutare Renzi arriva Serra.