Sergio Luciano, ItaliaOggi 31/10/2014, 31 ottobre 2014
DELLE VENTIMILA BANCHE NEL MONDO NE RESTERANNO UNA DOZZINA, MA WEB
Dice in pubbliche conferenze Ennio Doris, presidente-fondatore di Banca Mediolanum, che secondo gli analisti più acuti, nel giro di una ventina d’anni, delle ventimila banche oggi attive al mondo, di cui seicento in Italia, ne resterà viva qualche dozzina, digitale. Altro che stress test. Ciò che l’unico «banchiere fondatore» italiano dell’ultimo cinquantennio rivela, con la sincerità di chi sa e ha titolo per essere sincero, il sistema bancario è dunque la prossima preda della «locusta» di internet.
Il «valore aggiunto» che l’enorme infrastruttura degli sportelli bancari tradizionali conferisce ai clienti si è infatti già oggi ridotto a così poca cosa che non ha più senso pensare che possa sopravvivere. Per quanto scoraggiata e dissuasa in tutti i modi dalle banche tradizionali, la loro clientela si sta già trasferendo in massa su internet, le filiali fisiche si stanno spopolando, il che comporta l’effetto paradossale che quando si affollano, nei momenti topici (le scadenze fiscali periodiche, qualche emergenza borsistica) le file che si formano sono ancora peggiori di quelle di vent’anni fa, quando ancora il web non c’era, e quindi inducono ancor più clienti a mollare lo sportello fisico e farsi bastare quello digitale.
A fronte di tutto questo, si addensa sul settore, come una nuvola nera, una crisi occupazionale senza precedenti, aggravata dalla circostanza che gli ammortizzatori sociali nell’industria del credito sono in quasi tutto il mondo di gran lunga più deboli di quelli dell’industria manifatturiera, in forza dell’antica ricchezza degli istituti, convinti di poter bastare a se stessi per la gestione dei rari e modesti esuberi.
La difficoltà congiunturale di Montepaschi e Carige in Italia, che sarà peraltro in entrambi i casi superabile pur se con disagi, colpendo i due istituti di credito più antichi del paese, dovrebbe assumere più che altro, all’occhio di osservatori attenti, un valore simbolico: le banche in genere sono vecchie, vecchie in quanto aziende, vecchie per mentalità, vecchie come prodotti e servizi. E per tornare a Doris, e alla sua sfida lungimirante di trent’anni fa, la formula del domani, per quelle poche banche che sopravvivranno nel nuovo mondo, sarà più che altro quella di una grande rete telematica supportata e integrata non più da sportelli fisici ma da funzionari in grado di andare incontro al cliente e affiancarlo nei momenti, rari ma qualificanti, in cui l’interfaccia internet, efficiente e rapida ma gelida, non basterà più: investimenti, finanziamenti, polizze, crisi aziendali_ Ma chi sarà in grado di cogliere quest’enorme, incalzante ed epocale rivoluzione?
Sergio Luciano, ItaliaOggi 31/10/2014