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 2014  ottobre 31 Venerdì calendario

CORSIVI

Anche se ogni tanto la giustizia italiana fa disperare, restano intatti i suoi pilastri: certezza e rapidità. Della rapidità parleremo dopo, senza fretta. Della certezza abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione ieri, quando il Tar della Campania ha reinsediato Giggino de Magistris sullo scranno di sindaco di Napoli, da cui era stato scalzato in seguito a una sentenza di condanna. Noi banali pensavamo che per restituirgli la poltrona occorresse attendere un giudizio assolutorio di appello e invece non si finisce mai di imparare. Intendiamoci: i giudici amministrativi avranno tutte le ragioni tecniche del mondo ed è possibile che la legge Severino (che fa decadere dalla carica) si applichi solo ai parlamentari condannati in via definitiva come Berlusconi e non ai Giggini che hanno perso in primo grado. Ma è proprio questo il problema: che le leggi nostrane sono scritte così male da consentire indifferentemente a tutti di avere torto o ragione.
E ora, la rapidità. Era martedì quando Napolitano testimoniava per tre ore al Quirinale nel processo sulla trattativa Stato-mafia. In un sistema giudiziario superficiale, la bobina contenente la registrazione del suo verbo sarebbe stata trascritta la sera stessa. Da noi ha prevalso un’interpretazione più riflessiva. Mercoledì la bobina è volata a Palermo, ieri si è riposata per le fatiche del viaggio, oggi si acclimaterà e potrebbe persino cominciare a scorrere sul nastro per la trascrizione, se non fosse che incombe il ponte dei Morti e l’immane impresa verrà tentata solo la settimana prossima. Tema per le vacanze: tradurre le venti righe precedenti in tedesco.