Aldo Grasso, Corriere della Sera 30/10/2014, 30 ottobre 2014
CON IL NUOVO TALENT ANCHE IL BARBECUE DIVENTA UNO STILE DI VITA
Doveva pur arrivare il giorno in cui avremmo scritto «il barbecue come stile di vita»! Qui fra lifestyle, factual entertainement, cooking talent è come camminare sui carboni ardenti, anzi sulla carbonella. Su DMax ha preso il via «I Re della Griglia», primo programma italiano a occuparsi della cottura sulla brace (lunedì, 21.10). Il barbecue (Bbq) è un’istituzione tipicamente americana, per questo la versione nostrana del format insiste di più sul concetto di griglia. Anche sull’origine del nome ci sono incertezze: si sostiene che derivi da «barbacoa», con cui gli indigeni dei Caraibi indicavano una griglia di legno, sotto cui veniva acceso il fuoco. La griglia era messa in un luogo chiamato «bucan», e «bucanier» era l’azione di affumicare (da cui bucaniere, prima cacciatore di buoi per affumicarli e poi pirata). Ma è anche curiosa l’ipotesi francese «de la barbe a la queue», dalla barba alla coda.
Nel frattempo il carbone arde e sulla griglia sfrigolano salsicce e luganeghe. Nove concorrenti si stanno cimentando nella prima, grande prova sotto gli occhi severi dei tre giudici: Chef Rubio, l’allevatore Paolo Parisi, il re dell’uovo alla mandorla, e il gourmet Cristiano Tomei, maestro della cottura a legna. Per contestualizzare l’offerta, i concorrenti devono accompagnare il piatto con la classica bruschetta. Siamo nei pressi di Milano, nel verde del parco del Ticino. La salsiccia sfrigola (la prova più difficile, in realtà è insaccare la medesima in un vero budello), i concorrenti tremano.
Il programma si regge tutto sul montaggio, che gli ridà tempi e ritmo; fosse in diretta sarebbe ingestibile. Alla fine viene eliminato Julien, l’unico partecipante di colore.