Francesco Palmas, Avvenire 30/10/2014, 30 ottobre 2014
I CONTRACTOR USA SBARCANO IN SIRIA
Sono tornati in prima linea: è il portale turco World Bullettin a darne notizia. Fonti occidentali l’avrebbero informato che i mercenari statunitensi della società militare privata Academi (ex Blackwater) affiancano da giorni le Unità di protezione del popolo curdo a Kobane. Lo schieramento avviene a pochi giorni dalla condanna, a Washington, proprio di 4 contractor Blackwater che nel 2007 falciarono con le pistole mitragliatrici 17 civili innocenti, in una via di Baghdad. Erano gli anni bui della seconda guerra d’Iraq.
Un affare per i mercenari: all’epoca c’erano fra l’Iraq e l’Afghanistan quasi 250mila contractor. Oggi non superano le 70mila unità. Ma in entrambi i teatri torneranno a crescere, perché il presidente Obama ha optato per una strategia di guerra poco promettente: niente truppe a terra. Si combatte per procura. Almeno per ora. Ufficialmente gli Stati Uniti hanno in Iraq 2mila uomini: marine addetti alla sicurezza delle sedi diplomatiche e consolari, addestratori e consiglieri militari per le forze irachene, ancora incapaci di pianificare al meglio un’operazione terrestre.
Seicento incursori delle forze speciali sono stati sguinzagliati per aiutare i jet a selezionare accuratamente gli obiettivi. Ma hanno anche l’ordine di dare la caccia ai vertici dello Stato islamico. Azioni dirette insomma, di cui filtra pochissimo. Negli ultimi mesi, l’Us Army e il Pentagono hanno pubblicato non meno di due bandi per il reclutamento di altri mercenari: c’è un grande fermento a terra. Molti seguiranno l’arrivo a Baghdad di un Comando fra i più antichi e gloriosi dell’esercito a stelle strisce: quello della Prima divisione di fanteria, unità che ha combattuto tutte le guerre d’Iraq, dal 1991 in poi. Non è una mossa insignificante: il Pentagono si sta premunendo. Immette in teatro un assetto di comando e controllo capace di gestire molteplici brigate operative: forse un preludio a quell’opzione terrestre che i Comandi americani vorrebbero apertamente ma su cui la Casa Bianca non vuole sentire ragioni? Sarà il tempo a dirlo. Ma la ricetta è nota: più truppe a terra equivalgono ormai a più mercenari, in una proporzione quasi identica. Non è una buona notizia, neanche per i militari, molto scettici: in Iraq, Blackwater ha causato una miriade di scontri a fuoco, mostrando una propensione macabra a sparare per prima (88% dei casi).
Adesso si picca di non aver perso nessuno dei Vip sotto sua tutela. Ha cambiato nome, ma tornerà qui come in Afghanistan. L’accordo bilaterale di sicurezza appena concluso fra Washington e Kabul menziona ben 58 volte i contractor, che dovranno godere delle stesse immunità giurisdizionali dei militari americani.