Maurizio Gallo, Il Tempo 30/10/2014, 30 ottobre 2014
IMMIGRATI, LA CARICA DEI CINQUE MILIONI
Sono quasi cinque milioni. Forse ancora di più. Molti hanno un buon livello d’istruzione, oltre un decimo hanno lavoro. È il quadro dell’immigrazione nel Belpaese tracciato dall’ultimo dossier statistico elaborato dall’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni razziali (Unar) e dal Centro studi e ricerche Idos, presentato ieri a Torino. Dai dati emerge che l’8,1% dei residenti italiani è composto da cittadini di origine straniera, con 4.922.085 residenti contro la popolazione totale nazionale di 60.782.668. Il 52,7% sono donne. I minori sono oltre un milione, di cui 802.785 iscritti a scuola nell’anno scolastico 2013/2014, tra cui 11.470 rom. Secondo l’Idos, però, la presenza complessiva degli immigrati in posizione regolare è più alta e arriva a 5.364.000 persone.
Il rapporto contiene anche informazioni che sfatano consolidati luoghi comuni. Il livello di istruzione tra gli «stranieri» è, infatti, considerevole: il 10,3% ha una laurea e il 32,4% ha un diploma (dati Censimento 2011). Gli occupati sono 2,4 milioni, oltre un decimo del totale nazionale. L’87,1% svolge un lavoro dipendente. Prevalgono occupazioni nei servizi (63,6%), nell’industria (31,7%) e in agricoltura (4,7%). Sui 3 milioni e 113 mila disoccupati italiani, gli stranieri sono 493mila. Solo il 6,1% ha il «privilegio» di un lavoro qualificato. Oltre un terzo (35,3%) svolge mansioni non adeguate al suo livello di istruzione. Il 17,3% degli stranieri, nel 2013, era disoccupato. Colpisce, ma non è una sopresa, il dislivello retributivo. Lo stipendio medio di un lavoratore di origine straniera è di 959 euro mensili netti, quello di un italiano, di 1.313. Secondo Idos, nel 2013 la quota di immigrati che raggiungeranno l’età pensionabile salirà al 2,6% rispetto al totale dei casi, per poi arrivare al 4,3% nel 2020 e al 6,0% nel 2025. Dal Censimento del 2011, ricordiamo, la differenza di età media tra stranieri e italiani risulta di 13 anni (31,1 rispetto a 44,2): l’immigrazione, quindi, influisce positivamente anche sul sistema pensionistico. Nel 2012 gli immigrati hanno versato 8,9 miliardi di euro di contributi.
Sulle coste della nostra Penisola sono sbarcati 43mila stranieri nel 2013 e 130mila nei primi 9 mesi del 2014. I morti lungo la traversata, l’anno in corso, sono stati almeno 3000, anche se la Marina Militare con l’operazione Mare Nostrum ha salvato 127 mila persone (dato al 15 settembre). Attualmente nei centri di accoglienza italiani ci sono 61mila persone: 32.471 nelle strutture temporanee, 18.697 nell’ambiro dello Sprar e 10.368 distribuite tra Cara, Cda e Cpsa. Nel 2013 ci sono state 26.620 richieste d’asilo, contro le 127mila ricevute dalla Germania (il Paese europeo col più alto numero di immigrati).
Molti di questi «ospiti», che poi diventano immigrati di seconda e terza generazione, sono però discriminati. I casi di discriminazione nei confronti degli immigrati nel 2013 sono stati 1.142, il 68,7% su base etnico-razziale. Il 7% sono le discriminazioni segnalate nell’accesso al lavoro e ai servizi pubblici, mentre il 5,1% ha riguardato l’accesso alla casa». Quest’ultimo problema diventa di difficile risoluzione per la contrazione del mercato: «Le 40mila compravendite effettuate da stranieri nel 2013 sono - specifica il rapporto - meno della metà rispetto a quelle degli anni antecedenti la crisi, 135mila nel 2007». L’Unar non fa sconti nemmeno al mondo dello sport, in particolare al pallone. Sono stati 118 i casi di razzismo nel campionato professionistico individuati nella scorsa stagione calcistica dall’Osservatorio su Razzismo e Antirazzismo nel calcio. Si sono verificati «anche 55 episodi di razzismo (di cui 14 in campo) nel calcio dilettantistico, che coinvolge un numero maggiore di giocatori stranieri o di origine straniera».
Crescono anche le denunce degli immigrati nei confronti degli italiani: «Da 467.345 nel 2004 a 642.992 nel 2012 (+37,6%)», mentre «quelle contro stranieri» passano «da 224.515 a 290.902 (+29,6%)». A proposito di queste cifre va rilevato che, pur essendo quasi raddoppiati i residenti provenienti dall’estero (da 2.210.478 a 4.387.721), la loro incidenza sul totale delle denunce è diminuita. «Occorre combattere qualsiasi forma di discriminazione che possa ostacolare i processi di inclusione sociale - sottolinea Giovanna Martelli, Consigliera del Presidente del Consiglio in materia in Pari Opportunità - in una società che sta cambiando il proprio tessuto come dimostrano i dati del dossier».