Antonio D’Orrico, Corriere della Sera - La Lettura 26/10/2014, 26 ottobre 2014
IL PORTIERE CONTRO LA CIALTRONS LEAGUE
Ci sono frasi che restano nella memoria e nella vita di una persona e non se ne vanno più. Per Dino Zoff si tratta di una frase del padre, un contadino friulano di pochissime parole (ancora meno di quelle del figlio, famoso per il carattere taciturno). Zoff, ragazzino, giocava una delle prime partite. Il padre andò a vederlo. Dino prese un gol, forse un po’ da pollo. Finita la gara, disse al padre che il tiro che l’aveva trafitto («uccellato» avrebbe detto Gianni Brera) non se lo aspettava. Il padre replicò: «Perché non te lo aspettavi? Era un tiro. E tu stavi lì a fare il portiere mica il farmacista». I libri dei calciatori sono di moda ma questo di Zoff è diverso. Ha una sincerità spietata. Soprattutto con se stesso. Confessa il rimorso per aver trascurato un po’ i genitori negli ultimi anni della loro vita. Dice: «Avevamo preso strade diverse. Succede spesso, tra genitori e figli». Ma, dicendolo, non intende concedersi attenuanti. Parla benissimo di Bearzot, il mister Mundial, e si capisce che è la persona che ha più rispettato nel mondo del calcio. Assieme a Scirea, il suo libero nella Juventus e nella Nazionale. Dice di Scirea: «Lo invidiavo per la sua serenità da statua classica». Zoff sereno non è mai stato. Si è sempre arrabbiato con i cialtroni che, si sa, sono la maggioranza e non solo nel mondo del calcio. Lui, che ha vinto tanto, dice che alla fine ha perso perché sono stati i cialtroni a trionfare (e non solo nel calcio). La Cialtrons League . Bellissime le pagine sulla solitudine del portiere durante la partita (per non distrarsi, Zoff si faceva mentalmente la telecronaca della gara, un personale tutto il calcio minuto per minuto). Però non si butti giù: è stato il numero uno dei portieri, mica un farmacista.
P.s. Correggo un errore: era il grande Alfiero Caposciutti (e non Capasciutti) il portiere/centravanti rivale di Zoff all’alba della carriera.