Luca Valdiserri, Corriere della Sera 29/10/2014, 29 ottobre 2014
MARIEL MARGARET HAMM, LA PIÙ GRANDE GIOCATRICE STATUNITENSE, È ENTRATA NEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELLA AS ROMA. MIA – COSÌ LA CHIAMANO TUTTI – HA CONQUISTATO GLI USA TANTO CHE LA MATTEL, PENSANDO A LEI, SI È CONVINTA A LANCIARE LA BARBIE CALCIATRICE. FACENDOLA ENTRARE NEL CDA, PALLOTTA È ENTRATO NELLE CASE DI MEZZA AMERICA. RITRATTO DELLA SIGNORA DEL PALLONE
Il presidente James Pallotta l’ha convinta con una cena e un amarcord. Mariel Margaret Hamm, per tutti Mia, tornerà in Italia, dove da bambina ha tirato i primi calci a un pallone e, questa volta, farà qualche palleggio con Francesco Totti «che è il mio calciatore preferito, anche se seguo pure Pirlo e De Rossi».
Mia Hamm è stata la più grande giocatrice statunitense, unica donna insieme alla connazionale Michelle Akers a essere stata scelta dalla Fifa per la lista dei 125 atleti viventi che hanno fatto la storia del calcio, e da martedì fa parte del Consiglio di amministrazione della As Roma. «Non vedo l’ora di venire a Roma a vedere una partita all’Olimpico. Lo farò presto».
Il pallone è stato tutta la sua vita, l’Italia una parentesi. Aveva un anno quando il padre Bill, militare, fu assegnato alla base di Firenze. Fu portato allo stadio da amici e presto toccò a Mia, che ha avuto il suo battesimo calcistico allo stadio Franchi. «È lì che penso di essermi innamorata del calcio». Non si innamorò, invece, del tutù anche se la mamma usò per lei il diminutivo di Mia in onore della prima ballerina del Metropolitan, Mia Slavenska.
Una storia che ricorda quella di Kobe Bryant, l’asso dei Los Angeles Lakers del basket Nba, che ha passato la sua infanzia in Italia, al seguito del padre giocatore, Joe, che da noi ha imparato anche il dialetto reggiano e si è appassionato al calcio tanto da diventare grande tifoso del Milan.
Mia è stata definita «la più grande atleta dello sport americano degli ultimi 15 anni» da Michael Wilbon, columnist della Washington Post. Cosa ha fatto di così eccezionale? A parte vincere due medaglie d’oro all’Olimpiade ha fatto conoscere il calcio alla nazione del baseball, del basket, del football e dell’hockey.
Mia Hamm non è un’investitrice nella Roma, come altri componenti del Cda giallorosso, e non avrà un compenso. Mediaticamente è un colpo eccezionale sul mercato stelle e strisce, che si accompagna agli accordi con Nike, Disney e Espn. Basti pensare che la Mattel per lanciare sul mercato la Barbie calciatrice lo ha fatto associandola all’immagine di Mia. Facendola entrare nel Cda della Roma, praticamente, James Pallotta è entrato nelle case di mezza America.
La storia di Mia sembra la sceneggiatura di un film hollywoodiano. Nata con una malformazione al piede è stata curata con speciali plantari e lo sport ha avuto una parte importante nella sua rieducazione: a un certo punto si è messa a correre senza fermarsi mai, come Tom Hanks in «Forrest Gump». È impegnata nel sociale con una fondazione dedicata alla raccolta fondi e alla donazione di sangue e midollo osseo in onore del fratello Garrett, morto a 28 anni. Dopo un divorzio ha sposato Nomar Garciaparra, uno dei più grandi giocatori di baseball di tutti i tempi, idolo dei Red Sox di Boston, la città di James Pallotta. Parlando di se stessa e di come intende il calcio, sport di squadra, ha coniato il motto: «There is no me in Mia». Non c’è la parola «me» in Mia.
La Hamm farà parte di un programma giovanile per lo sviluppo di giovani talenti negli States, legato alla Roma, e potrebbe diventare l’anello di congiunzione tra il calcio maschile e quello femminile nella Capitale. Lo sanno in pochi ma la Res Roma, alla sua seconda stagione di serie A femminile, è in testa alla classifica a punteggio pieno dopo tre giornate. Sabato prossimo, a Verona, sfiderà la AGSM, grande favorita per la vittoria finale del campionato. Nella Res Roma gioca Riana Nainggolan, sorella gemella di Radja, il Ninja del centrocampo giallorosso. Nel Verona gioca Melania Gabbiadini, sorella maggiore di Manolo, centravanti della Sampdoria. Se Mia fosse in Italia, non si perderebbe il big match. E, magari, farebbe un paio di assist.