Michele Serra, la Repubblica 29/10/2014, 29 ottobre 2014
LA MALAGESTIONE DELLA DISTRIBUZIONE DEL POTERE D’ACQUISTO TRA GLI UMANI. NEL MONDO NON SI MUORE DI FAME PERCHÉ NON C’È CIBO A SUFFICIENZA, MA PERCHÉ MANCANO I SOLDI PER COMPERARLO. IN ITALIA NON SI È SENZA CASA PERCHÉ NON CI SONO CASE, MA PERCHÉ AI PROPRIETARI CONVIENE TENERLE SFITTE O SONO TROPPO BRUTTE E DETERIORATE, O TROPPO CARE PER CHI LE CERCA
Un quarto delle case italiane è disabitato, ma la superficie cementificata (secondo i dati del censimento 2011) è raddoppiata negli ultimi vent’anni. La produzione di cibo mondiale sarebbe in grado di sfamare dodici miliardi di persone (stima Fao), ma circa un miliardo degli attuali viventi patisce la fame, e secondo alcune stime non viene consumato circa il quaranta per cento del cibo disponibile. È dunque la cattiva o maldestra o iniqua gestione di ciò che abbiamo, a doverci preoccupare; non la quantità insufficiente di beni, ma la qualità scadente della loro distribuzione e — soprattutto — della distribuzione del potere d’acquisto tra gli umani. Nel mondo non si muore di fame perché non c’è cibo a sufficienza, ma perché mancano i soldi per comperarlo. In Italia non si è senza casa perché non ci sono case, ma perché ai proprietari conviene tenerle sfitte, o sono troppo brutte e deteriorate, o troppo care per chi le cerca. Bisognerebbe dirlo in modo meno schematico: ma ogni discorso che enfatizza la quantità (più cemento, più cibo per ettaro, più consumo dei suoli) odora di vecchio e/o di speculazione; ogni discorso sulla qualità è vitale, socialmente generoso, culturalmente nuovo. Di questo scontro epocale tra quantità mitizzata e qualità trascurata la politica discute pochissimo. Anche per questo è sempre meno appassionante.
Michele Serra, la Repubblica 29/10/2014