Alberto D’Argenio, la Repubblica 29/10/2014, 29 ottobre 2014
A CAPO DEL MINISTERO DEGLI ESTERI AL POSTO DELLA MOGHERINI POTREBBE ESSERE SCELTA UNA DEPUTATA DI 32 ANNI, LIA QUARTAPELLE. IN ALTERNATIVA I NOMI SONO PISTELLI, SERENI, MONTEZEMOLO, GUERRA, BONAFÈ. OGGI O DOMANI INCONTRO AL QUIRINALE NAPOLITANO-RENZI PER LA NOMINA. L’ATTUALE MINISTRO SI DIMETTE ENTRO VENERDÌ
Per la Farnesina spunta il nome di Luca Cordero di Montezemolo. La possibilità che l’ex presidente Ferrari, in ottimi rapporti con il premier Matteo Renzi, possa essere il successore di Federica Mogherini agli Esteri, arriva direttamente da Palazzo Chigi all’interno di una rosa di papabili a dire il vero ancora piuttosto ampia. Ma approfondendo il tema sembra che la partita sia tra il viceministro agli Esteri Lapo Pistelli e la vicepresidente della Camera Marina Sereni.
Prima di tutto resta da capire se il presidente del Consiglio vorrà per forza mantenere la parità di genere nel suo governo: se così fosse la scelta andrebbe necessariamente su una donna per pareggiare i conti tra uomini e donne dopo l’addio di Federica Mogherini. La quale, spiegano dalla Farnesina, si dimetterà domani mattina, al più tardi venerdì, in modo da essere pronta, sabato, a insediarsi insieme alla nuova Commissione europea di Jean Claude Juncker nel ruolo di Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione. Certo è che Renzi deciderà il nome del suo successore insieme al Capo dello Stato Giorgio Napoltano (si dovrebbero vedere oggi), il quale avrebbe scartato il dogma di dover nominare per forza una donna. Ecco perché in queste ore il favorito alla corsa sembra tornare ad essere Lapo Pistelli, per esperienza e continuità ritenuto da molti, anche sul Colle più alto, il candidato ideale alla Farnesina dopo un susseguirsi di tre ministri in un anno. In caso di sua promozione, al governo potrebbe entrare Lia Quartapelle, deputata democratica di 32 anni alla sua prima legislatura, ricercatrice dell’Ispi e con un solido curriculum nelle relazioni internazionali. Di lei si era parlato come possibile ministro visto il profilo altamente “renziano” dettato dalla giovane età, ma è più facile che per lei sia pronta la poltrona di viceministro agli Esteri con delega alla Cooperazione con Pistelli titolare del dicastero.
Se invece Renzi si impuntasse, e la spuntasse, sulle quote rosa, la più papabile sembra essere la Sereni, già responsabile esteri dei Ds ai tempi della segreteria di Piero Fassino e in buoni rapporti tanto con il presidente del Consiglio quanto con il Capo dello Stato.
Eppure nelle ore precedenti alla decisione ufficiale sono di- versi i nomi di outsider che girano nei palazzi della politica. Montezemolo, come detto, vicino a Renzi già lo scorso febbraio era in odore di entrare al governo al momento della sua formazione. Eppure si racconta che pochi giorni fa incontrando Renzi lo stesso Montezemolo lo abbia consigliato di non fare scelte avventate su un ministero chiave come la Farnesina, consigliandolo di optare per una soluzione solida e in grado di dare continuità alla politica estera del Paese. Ma quello dell’ex numero uno della Ferrari non è l’unico manager del quale si fa il nome. C’è anche l’ex ad di Luxottica, Andrea Guerra, anche se le sue quotazioni negli ultimi giorni venivano date in discesa. E spunta anche il nome di Enzo Amendola, 41enne di Napoli, dalemiano stimato da Renzi e da poco responsabile esteri della segreteria del Pd.
In campo femminile gira anche il nome di Simona Bonafè, europarlamentare campione di preferenze alle elezioni per Strasburgo dello scorso maggio. Ma la Bonafè ha già smentito di essere interessata e ha da poco trasferito la famiglia a Bruxelles. Infine resta in piedi la candidatura di Elisabetta Belloni, attuale capo del personale alla Farnesina, ritenuta solida e in grado di ricoprire l’incarico di numero uno della diplomazia italiana anche se sembra difficile che Renzi, in guerra contro burocrati nazionali ed europei, opti per una soluzione così tecnica, a meno che non voglia occuparsi personalmente dei dossier internazionali più spinosi per lasciare al ministro l’ordinaria amministrazione.
Alberto D’Argenio, la Repubblica 29/10/2014