Sergio Romano, Corriere della Sera 29/10/2014, 29 ottobre 2014
RAOUL NORDLING, L’ANZIANO SIGNORE, SOBRIAMENTE ELEGANTE E PIUTTOSTO GRASSO CHE RIUSCÌ A IMPEDIRE LA DISTRUZIONE DI PARIGI NEL 1944
Nella risposta sulla vita di Wallenberg, ha citato Raoul Nordling, il «console generale di Svezia a Parigi, l’uomo che riuscì a impedire la distruzione della capitale francese». Non ricordo di avere sentito parlare di questo personaggio: Vuole farcene un ritratto?
Marta Rosselli
Genova
Cara Signora,
In una fotografia scattata a Parigi, di fronte all’Arco di Trionfo, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, Raoul Nordling è un anziano signore, sobriamente elegante, piuttosto grasso, dall’aria bonaria e borghese. Ma pochi anni prima, nell’agosto del 1944, questa stessa persona correva affannosamente attraverso la città, da un palazzo del potere all’altro, per evitare uno scontro frontale, tra le forze tedesche e quelle della Resistenza, che avrebbe distrutto buona parte della città e avrebbe lasciato sul terreno un incalcolabile numero di vittime civili. Nordling sapeva che gli ordini impartiti dal Führer al generale Dietrich von Choltitz, comandante della piazza di Parigi, erano inappellabili: distruggere 70 ponti, trasportare in Germania tutti i prigionieri politici detenuti nelle carceri e nei campi francesi, passare per le armi tutti coloro che non avrebbero trovato posto nei treni sovraccarichi utilizzati per l’evacuazione. Ma sapeva altresì che molti tedeschi, nei comandi militari e negli uffici dell’Ambasciata del Reich a Parigi, avevano cominciato a interrogarsi sulla ragionevolezza di una tale strategia. Valeva la pena, mentre la guerra stava volgendo al peggio, macchiarsi di quello che sarebbe stato definito un «crimine di guerra»?
Nordling era nato a Parigi nel 1881 da padre svedese e madre francese, aveva fatto gli sudi in un liceo della capitale, si era occupato per qualche tempo dell’azienda paterna, ma era diventato viceconsole di Svezia a 24 anni e console generale vent’anni dopo. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale non vi era probabilmente un altro diplomatico a Parigi che avesse contemporaneamente una perfetta conoscenza di tutti gli ambienti politici e sociali della città in cui era nato e la maggiore libertà di cui gode il rappresentate di uno Stato neutrale.
Mentre gli Alleati avanzavano e le istruzioni di Hitler diventavano sempre più minacciose, la Resistenza insorse e occupò la Prefettura di polizia. Quale sarebbe stata la reazione tedesca? Nelle sue memorie ( Sauver Paris ), apparse in Francia nel 2002 e ristampate recentemente dall’editore Payot, Nordling scrive che soltanto una tregua, sottoscritta dalle due parti, avrebbe salvato la città. Ma le tregue, come è dimostrato dalla recente vicenda ucraina, vengono spesso concluse tra nemici che hanno obiettivi diversi, se non addirittura contrastanti. I partigiani avevano deciso di uscire dall’ombra per liberare Parigi prima dell’arrivo degli Alleati, ma erano male armati e avevano bisogno di una tregua per riempire i loro arsenali. I tedeschi volevano che la via d’uscita dalla città, quando fosse arrivato il momento di andarsene, fosse sgombra e temevano di restarvi imbottigliati. Come in Ucraina, tutti sapevano che la tregua era una soluzione provvisoria, ma ciascuno dei due campi temeva che l’altro ne traesse maggiore vantaggio e non tutti, né da una parte né dall’altra, erano d’accordo sul momento in cui sarebbe stato utile passare alla fase successiva. Il risultato furono frequenti strappi alle regole che Nordling riusciva spesso a ricucire.
Ebbe un maggiore successo, invece, nella vicenda della liberazione dei prigionieri politici. Aiutato da von Choltitz, ma osteggiato dalle SS e dalla Gestapo, Nordling corse da un carcere all’altro con ordini di liberazione che ebbero nella maggior parte dei casi l’effetto desiderato. Furono migliaia le persone destinate alla deportazione o alla morte che non avrebbero beneficiato, senza il coraggio del console di Svezia, della liberazione di Parigi, Per i cinofili aggiungo che esiste un film sulla liberazione di Parigi («Parigi brucia?», di René Clément, 1966) in cui il personaggio di Nordling è interpretato da Orson Wells.