Luca De Carolis, il Fatto Quotidiano 28/10/2014, 28 ottobre 2014
A REGGIO, IL DISASTRO DEI CINQUE STELLE. L’1,86 PER CENTO (1738 VOTI) RISPETTO AL 21 PRESO ALLE EUROPEE, NESSUN ELETTO IN CONSIGLIO COMUNALE. LOTTE INTESTINE E CRITICHE CHE PIOVONO SU GRILLO PER LA FRASE PRONUNCIATA DOMENICA SCORSA A PALERMO: «LA MAFIA AVEVA UNA SUA MORALE MA È STATA CORROTTA DALLA FINANZA»
Non è andata male, è andata peggio. L’1,86 per cento (1738 voti) a fronte del 21 preso alle Europee, nessun eletto in Consiglio Comunale: è il disastro dei Cinque Stelle a Reggio Calabria. Un tonfo per il Grillo che ieri scorrazzava per gli uffici della Regione Sicilia, inseguito dalle polemiche. Troppo rumorosa, la frase detta domenica sera dal palco di Palermo: “La mafia aveva una sua morale ma è stata corrotta dalla finanza”. Ma a pesare sono soprattutto le urne, spesso amare a livello locale per il Movimento. Restano nella memoria i numeri delle Regionali (il 13 per cento in Friuli Venezia Giulia) accanto a qualche exploit nei Comuni (Livorno). A Reggio il candidato dell’M5S Vincenzo Giordano ha rimediato il 2,49 per cento. Più o meno la stessa percentuale che il candidato grillino prese a Cosenza nel 2011, quando il Movimento era ancora in fieri. “Mi ero sbagliato, la città non è pronta al cambio culturale” lamenta Giordano sul sito Strill.it .
Ma la sconfitta nasce altrove. Innanzitutto, dalle lotte intestine al Movimento, a Reggio e non solo. Dopo un anno di liti, espulsioni e insulti reciproci tra i cinque meet up cittadini, in settembre gli iscritti avevano votato sul blog di Grillo i candidati reggini. O meglio la lista bloccata di nomi, perché il caos era tale che il portale ha dovuto presentare tre elenchi con tre diversi candidati sindaco. Dopo la votazione molti attivisti sono usciti sbattendo la porta, confluendo in liste civiche. E in mezzo al fuoco è rimasto Giordano, architetto, a cui il Corriere della Calabria attribuisce lavori ottenuti dal Comune durante la gestione Scopelliti: “Secondo quanto scrivono gli attivisti sui social network, avrebbe firmato alcuni dei progetti più contestati della passata amministrazione”. A margine, l’annosa frattura tra due senatori, Francesco Moli-nari e Nicola Morra (trapiantati in Calabria): con relativo schierarsi di parlamentari e perfino comizi paralleli. Infine, l’arresto di Giovanni Pantano: uno dei fondatori del meet up di San Giovanni Ferdinando (mai iscritto al M5S), consigliere comunale. Finito in carcere per concorso esterno ad associazione mafiosa, due settimane fa. Cosa dire? Molinari: “Non siamo stati capaci di ridare delle speranze ai cittadini di Reggio, nelle liste di Falcomatà non c’è gente nuova. Ma lo scontro fratricida non ha certo spinto la gente a votarci”. E il rapporto con Morra? “Interpretiamo diversamente il ruolo di portavoce : io mi sento un portavoce degli attivisti, lui invece nell’ultima assemblea regionale ha detto che si basa sulla stima che riceve da Grillo e Casaleggio”.
Parola a Morra: “La verità è che dove presentiamo una squadra forte con candidati a modo prendiamo molti voti, dove sbagliamo scelte veniamo puniti. Per dire, in Sicilia siamo andati malissimo a Messina e Catania, e molto bene a Ragusa”. Ma del candidato a Reggio cosa pensa? “Leggendo i siti locali mi sono un po’ preoccupato... Ma prima del voto ho fatto un’iniziativa pubblica in città con Di Battista e altri deputati”. E su Molinari? “La sfido a trovare una riga dove lo attacco. Lui in campagna elettorale ha insistito sul bene della Calabria: ma per me il M5S deve sempre ragionare in termini nazionali”. Sul web fioccano accuse incrociate. E c’è chi invita a prendere nota, come il senatore lucano Petrocelli: “Ai cinquestelle materani:guardiamo i risultati di Reggio e regoliamoci”. Intanto il 23 novembre in Calabria ci sono le Regionali. Tira aria pesante per il pentastellato Cono Cantelmi, reo secondo alcuni meet up di essersi candidato sia come presidente che come consigliere. In questo scenario, la bufera su Grillo. “Chi afferma che la mafia aveva una sua morale non ha mai capito cos’è, sono parole prive di fondamento” lo censura il procuratore aggiunto di Palermo, Vittorio Teresi. “Le frasi di Grillo offendono tutte le vittime di mafia” afferma Maria Falcone, sorella di Giovanni.
Luca De Carolis, il Fatto Quotidiano 28/10/2014