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 2014  ottobre 27 Lunedì calendario

Esperimento di auto pubblicazione e-book su Amazon. Nel Novembre del 2013 decido di auto pubblicare un manuale di circa 30 pagine, che tratta un argomento di nicchia microscopica, sotto forma di e-book

Esperimento di auto pubblicazione e-book su Amazon. Nel Novembre del 2013 decido di auto pubblicare un manuale di circa 30 pagine, che tratta un argomento di nicchia microscopica, sotto forma di e-book. Dopo la compilazione di decine di moduli, risposte false a domande senza senso, e dopo avere fornito anche il nome della madre del criceto che avevo a sette anni, riesco finalmente a caricare il file con i complimenti di Amazon. Fisso il prezzo dell’e-book a 0,99 centesimi, perché ho letto un articolo scritto dal Dio del guadagno su Internet che dice che è più facile vendere 10.000 libri a 0.99 che 1000 a 9.99. In fin dei conti è in vendita anche sull’Amazon giapponese: metti che un magnate di laggiù decida di acquistare 5.000 copie di un e-book sugli occhiali a fori stenopeici, scritto in italiano. A detta degli autori di e-book che raccontano le loro esperienze sui forum, può sempre capitare. In due giorni vendo due copie. Il mio posto in classifica è circa 25.000esimo tra gli e-book venduti su Amazon Italia. Un’ulteriore vendita mi porta alla posizione 14.000. Non sono un genio matematico, ma mi pare di capire che una sola copia venduta mi abbia fatto fare un bel salto in classifica: come diavolo le fanno, ‘ste classifiche? Che sia una generosa manovra d’incoraggiamento? Decido di cavalcare subito l’onda del successo e scelgo i cinque giorni di promozione, durante i quali il mio libro sarà scaricabile gratuitamente: inserisco il link sulla mia pagina Facebook e mando qualche email agli amici e ai clienti che so essere interessati all’argomento. Nei 5 giorni di promozione arrivo a circa 80 download e ottengo un paio di generose recensioni. Finita la promozione, il mio e-book torna a 1,5 vendite settimanali e la sua posizione in classifica, che era arrivata a 900, precipita velocemente. Finché era gratis l’ho scaricato anch’io e scopro che l’impaginazione fa schifo e ci sono dei refusi. Sistemo quello che posso e qualche ricerca tra possessori di kindle. mi tranquillizza: si sa che gli e-book sono un po’ così, persino alcuni distribuiti da Mondadori. Non indago oltre, sperando che il mio, di editore, cui non ho ancora detto nulla di questa iniziativa ribelle, rimanga inconsapevole. Ho guadagnato ben 1,87 euro in dieci giorni ma non posso dire di avere imparato molto sul mondo degli e-book e su come si diventi dei famosi autori fai-da-te. Scavo perciò tra i file del mio computer e trovo una raccolta di lettere che avevo scritto da Londra. Una volta tornata a casa, l’entusiasmo dei lettori era stato così incoraggiante che mi ero spinta a raccogliere le lettere in un unico file, per poi abbandonare tutto nella cartella dei “progetti improbabili”. Rielaboro il testo, taglio, passo tutto al correttore automatico che non fa una piega, dimentico di impaginarlo e lo carico in quattro e quattr’otto, questa volta con una copertina autoprodotta, che qua siamo artisti, mica si scherza: ho giusto trovato la foto sfuocata del soprammobile di un mio amico che sembra fatta apposta. Oramai sono esperta: attivo subito l’opzione dei 5 giorni di download gratuito, metto un link su Facebook, sui miei blog, faccio un po’ di spam. Per chi si autopubblica, gli amici, i parenti, i nemici e i conoscenti sono lo zoccolo fondamentale, l’anima dell’inizio del commercio, così dicono i guru del settore: quindi io scrivo a tutti quelli che avevano già letto le lettere, annunciando giuliva: “Guarda che c’è: sorpresa!” e riuscendo a scatenare entusiasmi, che neanche una medusa appesa ad essiccare. Nei 5 giorni d’offerta ottengo circa 500 download, un numero che va ben oltre i miei contatti diretti. La Pregiata Opera si piazza al secondo posto tra gli e-book gratuiti più scaricati, davanti a Cuore, Pinocchio, Terzani e molti altri autori famosi. Mi batte solo la Littizzetto. Comincio però a chiedermi quanti siano realmente gli italiani che scaricano un e-book, visto il numero comunque esiguo di download e la mia posizione in classifica: Italo Svevo (sempre gratis) si trova ben 90 posizioni dietro la mia e la cosa non riesce a esaltarmi come dovrebbe. Nel frattempo perdo una decina di contatti Facebook, mentre altri mi scrivono che non hanno il Kindle e non sanno che l’applicazione di lettura Kindle si scarica su qualunque dispositivo. Cerco di spiegarlo, ma incontro una certa diffidenza ottusa, mentre vengo anche a sapere che alcuni “Non scaricano niente da internet”, altri non hanno un account Amazon e non intendono farlo, altri ancora hanno scaricato il libro e vorrebbero scrivere una recensione ma non ci riescono. Dopo faticose ricerche capisco che per scrivere una recensione è necessario avere un account Amazon da cui sia stato fatto un acquisto, ovviamente con carta di credito. Provo a scaricare il mio libro e a scrivermi una recensione da sola: Amazon mi becca istantaneamente e mi tira una bacchettata virtuale sulle dita come una vecchia maestra bigotta. Provocata, cambio computer, creo un account falso, compro l’altro mio ebook, scarico questo gratis e provo a scrivermi una recensione. Questa volta Amazon trattiene a stento una pernacchia: mi ha lasciato fare l’acquisto, ma ha riconosciuto la carta di credito e non mi consente di pubblicare la recensione. Ci rinuncio, nei forum c’è chi dice che la mannaia della giustizia di Amazon si può abbattere su di te in qualunque momento, specialmente se provi a scriverti una recensione da solo. In altri forum però c’è anche scritto che le recensioni si possono comprare. Vado a vedere il link del sito americano che vende “likes”, “fans” e recensioni positive su qualunque piattaforma: 3 recensioni da account verificati costano 70 euro. Peccato, se fossero costate 1,87 euro le avrei comprate subito. Mi accontento di studiare le recensioni altrui: alcuni e-book auto pubblicati ne hanno centinaia e al tempo stesso si trovano in una posizione della classifica che io so già essere indice di vendite uguali a zero. Forse si tratta di gente fortunata con famiglie numerose e informatizzate. Io per il momento ho potuto contare soltanto su mio fratello: gli ho spedito il link e intimato di scrivere una recensione. Lui è un tipo preciso: rilegge la raccolta di lettere velocemente, pubblica una recensione breve e vivace, ma mi mette solo 4 stellette. “’A fedifrago, perché non 5?” “Perché le regole sulle recensioni di Amazon dicono che i famigliari non possono scrivere recensioni a 5 stelle e poi perché hai scritto che sono più peloso di una scimmia, quindi 5 stelle non te le davo lo stesso”. Le dinamiche tra parenti sono sempre delicate e le regole di Amazon incredibilmente astute, perbaccolina: non si scampa. Intanto la promozione finisce e l’e-book vende più di 60 copie in una settimana, arrivando a metà della Top 100 bestsellers. In un solo Sabato vendo ben 30 copie, ma a mezzanotte suona il rintocco e compare la prima recensione negativa. E’ molto rabbiosa, viene da un account che non ha scaricato il libro: sono razzista, rappresento il peggio della mediocrità Italiana e con me tutti quelli che mi hanno recensito positivamente. Sono anche praticamente analfabeta. Quest’ultima cosa mi rigira il coltello nella piaga dell’editing: avevo deciso che non avrei speso un solo minuto in più a controllare quel testo messo in vendita a quel prezzo, ma riconosco che leggere incappando in errori di battitura, sintassi o svirgolate è come farsi trascinare da una canzone ed essere traditi da una stecca improvvisa del cantante; una sensazione dolorosa che non si dovrebbe mai provocare né per arte, né per arroganza. Ripasso quindi il file col correttore di testo che non reagisce. Mi accorgo che il programma correzione di testo del mio Word non funziona: è settato sulla lingua inglese e per quanto imposti quella italiana, fase in cui diventa pedantissimo anche sulle virgole, torna alla modalità lingua inglese ad ogni parola straniera che accetto. Aggiorno il file, dopo ore di lotta sfinente. Faccio anche una copertina nuova. Ma nel frattempo sono precipitosamente uscita dalla Top 100 e le vendite si riducono di due terzi. Non sono più in vetrina e a meno di non sapere come mi chiamo, divento invisibile al pubblico di Amazon. Mi accorgo anche di una cosa nuova: si può cliccare su “recensione utile” oppure “recensione inutile” sotto ogni recensione, e qualcuno si è preso la briga di farlo, bollando come “non utili” tutte le recensioni positive e accurate che ho. Mi sembra una cosa un po’ da beghini, ma scopro che questa è usanza comune, specialmente tra le recensioni degli e-book auto pubblicati. Arriva anche un messaggio video sul mio canale di youtube: è stato inviato da un account che non ha nessuna attività e ha lo stesso nome del recensore arrabbiato. Il video è volgare, violento e raggiunge lo scopo: comincio ad avere voglia di togliere quel libro da Amazon. Altre recensioni negative si aggiungono, ma questa volta l’e-book non si muove più di tanto: rimane ai primi posti delle classifiche di genere e a qualche centinaio di posti dalla top 100. Mentre continuo a studiare il mondo delle recensioni in generale, mi accorgo che quasi tutti hanno recensioni entusiastiche o terribilmente stroncanti, la via di mezzo è rara. Mi accorgo anche che alcuni autori hanno recensioni a una o due stelle che in realtà sono molto positive e mi chiedo il perché: forse si tratta di trucchi per diluire nel numero le recensioni davvero negative. Col gioco “utile” e “non utile” si rendono più visibili certe recensioni rispetto ad altre, soprattutto nella finestra in cui appare il confronto tra quella positiva più utile e quella negativa più utile. Immagino che tutto ’sto traffico serva a vendere di più, perciò chiedo a un mio amico di abbassare a due il numero di stellette della sua recensione positiva: funziona. Ora la recensione positiva più utile che ho dice: “fighissimo!” e quella negativa più utile dice: “una figata!”. Comincio a sentirmi un po’ cretina ma ho ancora molto da imparare. Mentre l’e-book più o meno continua a vendere 20 copie a settimana, scompaiono tre recensioni: quella più dettagliata e ben scritta che ho, quella a 4 stelle, ma simpatica, di mio fratello, e quella “ribassata” a due stellette. Se la recensione “ribassata” è effettivamente un imbroglio, quella di mio fratello è legittima e l’altra è assolutamente e meravigliosamente autentica: mi dispiace che sia sparita dalla mia vita. Scrivo ad Amazon per chiedere spiegazioni: rispondono sempre entro 12 ore, sono precisissimi. In questo caso rispondono che non possono rispondermi. Sempre più smontata, chiedo a mio fratello di scrivere ad Amazon, in quanto recensore tarpato e distrutto dal dolore. Dopo poche ore tutte e tre le recensioni ricompaiono magicamente senza che sia spiegato nulla a nessuno. Amazon si dichiara sempre molto attenta nel valutare le recensioni e su questo non ho dubbi, ma mi pare strano che perda tempo a spulciare proprio tra le mie. Così mi viene l’idea di esporre il caso ai siti americani che vendono recensioni garantite e che mi forniscono una spiegazione, immediata e gratuita: per indurre Amazon a eliminare una recensione, positiva o negativa che sia, è sufficiente avere il tempo e la pedanteria per fare un certo trucchetto che non spiegherò nel dettaglio: per una cifra promozionale l’azienda si offre di far eliminare tutte le mie recensioni negative nel giro di 24 ore. Tra il video stalking, la guerra di click, il gioco complicato delle recensioni e il magnate nipponico che per il momento si è fermato all’acquisto di una sola copia, in un mese ho guadagnato circa 60 euro. Sui forum si mormora che sia già un gran guadagno, per un autopubblicante italiano. Abbandonato l’ebook al suo destino, il giorno 1/1/2014 la sua posizione in classifica è la seguente: che risente positivamente di qualche vendita natalizia, ma che corrisponde a questo numero di unità vendute nello stesso giorno: Concludendo, penso che in Italia il numero di lettori di e-book sia esiguo. Sandrone Dazieri aveva già dichiarato qualcosa di simile un anno fa, ma tutti avevano risposto sostenendo che la lettura digitale è in crescita perché le vendite degli e-reader sono in aumento, come se le due cose fossero davvero collegate. A distanza di un anno continuo a notare che questo è un mercato trascurato anche dai principali autori ed editori italiani. - Per gli update delle scoperte ho aperto qui sotto una sezione "Aggiornamenti", che rivedo periodicamente. - Chi volesse leggere gratuitamente qualcosa del libri citati, che si intitolano rispettivamente: "Il Metodo Bates & gli occhiali a fori stenopeici: l’Investigatore Toponi risponde" e "Vado a Londra. Lettere di un emigrante", può usare l’anteprima di Amazon oppure leggere i brani inseriti in: http://vadociao.blogspot.it e http://loredanademichelis.blogspot.com Aggiornamenti - Qualcuno si è precipitato a cliccare "utile" su tutte le mie recensioni negative: ne ero sicura. Mai condividere informazioni su Internet. - La classifica di Amazon dovrebbe essere generata da un complicato rapporto tra numero di acquisti x tempo da cui il libro è in vendita x numero di recensioni. In realtà ci sono strani malfunzionamenti: a volte a seguito dell’acquisto di una copia, un libro scala vette di classifica incredibili, altre non si muove, altre addirittura scende, senza che questo sia collegato alle vendite generali di Amazon. Il top è stato con la versione inglese del libro di nicchia, che è listato in un limbo incomprensibile e che pur vendendo da più di un mese più di ogni altro mio libro è sceso alla posizione 190.000 in classifica per poi balzare a 10.000 improvvisamente, in un giorno in cui non aveva venduto nulla. Ciò mi porta a supporre che l’aggiornamento delle classifiche dei libri non sia una delle priorità di Amazon. - La versione inglese del libro di nicchia vende esattamente il doppio della versione italiana, nonostante abbia molta più concorrenza di titoli. Traducendo: il mercato in lingua anglosassone è decisamente più attivo e redditizio. Anche le recensioni sembrano essere più accurate, da parte dei lettori di lingua inglese, oltre che più generose: ho visto ebook avere più di 10.000 recensioni e ancora conservare le 5 stelle. Non riesco ad immaginare libro che in Italia potrebbe tenere una simile media, soprattutto se di successo. - Le proposte di promozione "del tuo e-book" di Amazon sono piuttosto aleatorie: il count down deal non funziona per Amazon Italia, quindi per chi scrive in italiano è inutile. I 5 giorni di download gratuito funzionano in termini di libri scaricati, ma mi pare di capire che chi scarica compulsivamente tutto ciò che è gratis poi non legga molto e ancora meno lasci recensioni, quindi è un’opportunità relativa, sia in termini di notorietà che di classifica. - Amazon paga con regolarità: i conteggi sono farraginosi (almeno dal mio punto di vista) e c’è un quantitativo di tasse non ben identificato, ma arrivano bonifici anche da 1,87. Si: è la rendita del magnate nipponico. - Lieta che questo post abbia generato altri post apparentemente legati all’argomento. Apparentemente, perché menarla con i refusi e le copertine non professionali, come se fossero l’essenza di un libro, è fuorviante. Vorrei che chi si accanisce contro l’autopubblicazione gratuita di Amazon lo facesse anche contro quella a pagamento, ma sull’iniziativa "Il mio libro" di Feltrinelli non dice niente nessuno. A coloro che negli ultimi 6 mesi si sono scoperti guru dell’editoria e pontificano sull’editing, mi preme comunicare quanto segue: il librino che vi siete tentati prima di diventare maestri, pubblicato da casa editrice serissima quanto invisibile e rimasto invenduto, è comunque molto corretto dal punto di vista sintattico e grammaticale, solo che fa dormire in piedi e non dice nulla che non sia già stato detto in modi migliori. Se i contenuti di un libro non creano nessuna emozione, si possono anche limare gli angoli delle pagine a mano, ma la sostanza non cambia. Il lettore digitale può cercare di capire se un libro gli piace leggendo la sinossi e le prime pagine in visione gratuita. E’ più di quello che si può fare con i libri cartacei e molti altri prodotti costosi. - A coloro che mi hanno scritto, e che ringrazio per la tenerezza e l’amicizia, suggerendomi varie soluzioni "editoriali", segnalo questo articolo di Scrittori in causa della mitica e preparatissima Carolina Cutolo, dove è ben spiegata la differenza (che sembra sfuggire a molti) tra l’editoria vera e il "print on demand". Personalmente non pagherei mai un centesimo per veder stampato un mio scritto. Ma se decidessi di farlo, chiederei a un comune tipografo: un libro di 100 pagine con la copertina a 4 colori costa solitamente 1,5 euro a copia. - Ringrazio Chiara Gallese per la segnalazione su http://kazetotomonisarinu.blogspot.it/2014/03/le-case-editrici-sono-garanzia-di.html e per l’articolo che ha scritto, pieno di riferimenti e che mi trova perfettamente d’accordo. - Ringrazio Giulio Mozzi per la segnalazione su http://vibrisse.wordpress.com - Ringrazio Antonella Cardone per la segnalazione su laboratoriopoliticabologna Pubblicato da Loredana de Michelis Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su FacebookCondividi su Pinterest Etichette: amazon, auto pubblicazione, ebook, fuoriserie, kindle, pubblica il tuo libro, Vado a Londra. Lettere di un emigrante. 48 commenti: Anonimo ha detto... Grazie per l’info, si spacciano tutti per nuovi talenti e non dicono mai quanto vendono veramente... 02 gennaio 2014 13:01 Anonimo ha detto... Il mio ha venduto praticamente zero. Comunque ci sono dei top recensori di Amazon che se gli regali il libro te lo recensiscono (forse). 03 gennaio 2014 04:14 Beta ha detto... Resoconto veramente delizioso (nella forma, chiaro...)! :-) 04 gennaio 2014 12:03 Anonimo ha detto... il problema degli autopubblicanti è che la qualità dei loro libri è sempre bassa (non ho letto il tuo, adesso lo scarico per curiosità), ma la qualità dei LETTORI è PEGGIO! Gli unici ebook che ha senso pubblicare su quella piattaforma sono i romanzetti rosa (tutti uguali) e le saghe horror (tutte uguali) :) 05 gennaio 2014 03:57 ape vasaia ha detto... grazie del resoconto. ora non so se metterti un like, due stelle, cercare il tuo libro e farti le pulci sui refusi o vendere il mio pollice ai recensori mercenari. chissà quanto si guadagna, a vendere i propri giudizi :) 05 gennaio 2014 12:20 Marta Traverso ha detto... Analisi molto interessante, che mi fa sorgere una domanda: il tuo amore per la scrittura come si è evoluto in mezzo a questo trambusto? 05 gennaio 2014 12:30 Alessandro Madeddu ha detto... La classifica di Amazon risponde a criteri tutti suoi: tutti matti :) Mi piacerebbe, prima o poi, provare l’esperimento... ma ci arrivate tutti prima di me! 05 gennaio 2014 13:49 Loredana de Michelis ha detto... Mi aggiornano dicendo che le classifiche amazon sono fatte tramite algoritmo, che tiene conto innanzitutto delle vendite del momento associate in percentuale sconosciuta allo storico delle vendite precedenti e al periodo di presenza dell’articolo sulla piattaforma. La formula: VxS:P fattore K (sudorazione) costante. Grazie Ricky 05 gennaio 2014 14:02 Loredana de Michelis ha detto... @ape, temo che per i giudizi e l’editing ci sia la fila. Ma ti segnalo un’attività di nicchia: recensioni negative provocatorie che inducono a scaricare l’ebook. C’è chi le ha, o almeno, ha provato a farsele, secondo me. Apri uno store! 05 gennaio 2014 14:45 Loredana de Michelis ha detto... @Marta, credo che l’amore per la scrittura non debba risentire di uno studio di marketing sulla pubblicazione. Amazon è un negozio online, offre un’opportunità di studio su cosa e come si vende. Mi ha fatto venire voglia di leggere in digitale, cosa che non avevo quasi mai fatto, di scrivere questo post e di fare una manifestazione di protesta contro chi ha scritto le sinossi in italiano di alcuni libri di Stephen King. Meglio di così! 05 gennaio 2014 15:00 Rob N. Roll ha detto... facci sapere quando ti pagano! 05 gennaio 2014 15:14 Anonimo ha detto... Tu hai già pubblicato altri libri: perché non ti sei rivolta ad un editore invece di passare attraverso tutto questo? Ciao, Ferny. 05 gennaio 2014 15:38 LFK ha detto... Ciao, molto interessante, anche se poco edificante. Facendo un esperimento bene o male nello stesso periodo, notai che la gente, principalmente, scarica ma non legge. Soprattutto anzi, direi solo) quando è gratis. Considera che io raggiunsi le vette della classifica più inflazionata (narrativa) con nemmeno 300 copie scaricate in pochi giorni (cinque, quelli della promozione) ricevendo solo 6 recensioni da amici con cui ero d’accordo e una negativa. In pratica l’unica persona che abbia "letto" il testo, che in realtà non esisteva. Quindi stiamo parlando ci quasi trecento download e una sola lettura, a meno che gli altri non abbiano considerato normale un testo con 345 pagine vuote. L’auto pubblicazione è vista come qualcosa di grezzo, mai o quasi mai presa sul serio, proprio per via della pochezza dei testi venduti, a volte, a nche a 4,99 euro. E parlo di "romanzi" di 40 pagine. Di questo passo non avranno futuro né l’ebook, né l’auto pubblicazione. 05 gennaio 2014 23:51 Loredana de Michelis ha detto... Questo commento è stato eliminato dall’autore. 06 gennaio 2014 03:03 Alessandra Gatti ha detto... Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog. 06 gennaio 2014 03:18 Alessandra Gatti ha detto... Una vera odissea, però l’articolo è scritto bene e così ho acquistato l’ebook sul viaggio a Londra :-) 06 gennaio 2014 03:22 Loredana de Michelis ha detto... Grazie Alessandra! Con tutti questi soldi guadagnati organizzerò qualcosa per la community, immagino che Rob abbia delle buone idee a proposito :) 06 gennaio 2014 04:28 Andy ha detto... Veramente divertente, potresti pubblicarlo su Amazon creando un esperimento nell’esperimento. 06 gennaio 2014 05:25 Anonimo ha detto... Certo che ti sei fatta davvero una gran cultura riguardo agli ebook su Amazon ^___^ ! Il tuo racconto è interessante e spassoso. Certo che ce n’è di gente stronza sulla rete che si mette di impegno a stroncare gli ebook altrui... forse per invidia o perchè è proprio stronza. Ciao ! Michele 06 gennaio 2014 06:35 Anonimo ha detto... Bè, se il libro è scritto bene come questo e tutti gli altri post ("cercami su facebook" è da oscar) non mi stupirebbe che ti spedissero un killer direttamente a casa: l’invidia come motore di ricerca... 06 gennaio 2014 06:48 Giovanni ha detto... Hai tutta la mia solidarietà come autore... Amazon ha una gestione tutta sua di recensioni e pirateria... Io cerco sempre di fare il massimo (copertina curatissima/editing/correzione di bozze/ebook formattato come si comanda) però poi fare il massimo ha dei costi che non si recuperano, poi stare dietro i capricci di Amazon e le loro policy che sono a sfavore dei suoi stessi autori c’è da perderci la testa. 06 gennaio 2014 07:13 Alessandra Gatti ha detto... Quello che amo degli ebook è averli in un clik. All’inizio non sai nemmeno quanto siano corposi e se lo siano. Se dopo mezz’ora ti rendi conto di aver superato la metà, cominci ad avere dei dubbi sull’investimento fatto, ma non è questo il caso. In un’ora e mezza ne ho letto il 33%... un buon investimento, dunque, considerato anche il prezzo che, sì, rischia di risvegliare l’interesse del fisco nei confronti dell’autrice ;-) Mi stai facendo ridere molto, cara Loredana. Il tuo libro fa sembrare un po’ vittoriani quelli di Severgnini, let me tell you. Certo che la situazione a Londra sembra molto peggiorata rispetto a quando ci sono stata io... ma è pur vero che io non ho sperimentato dei contatti così "ravvicinati" e multietnici. Insomma, mi piace il tuo book. Avrebbe meritato una bella edizione cartacea. Complimenti! 06 gennaio 2014 07:52 Antonella Cardone ha detto... Complimenti! informazioni molto utili! L’ho rilanciato qui! http://laboratoriopoliticabologna.wordpress.com/ 06 gennaio 2014 08:38 Loredana de Michelis ha detto... Grazie a tutti. Non ho proposto questo libro ad un editore perché non mi sembrava adatto e poi perché considero l’autopubblicazione digitale come una grande forma di libertà dagli editori. Posso cambiare titolo, copertina, contenuti, eliminarlo quando voglio. Soldi pochi ma subito (subito subito ancora non lo so….). Considero l’autopubblicazione digitale come uno spazio in cui non si debba necessariamente replicare i format cartacei: più spazio a cose originali, racconti brevi, pezzi teatrali, storie di denuncia: tutte cose che non potrebbero trovare un editore cartaceo e che possono costare pochissimo ai lettori. Ma di nuovo, non lo fa nessuno. Non capisco. 07 gennaio 2014 04:58 Anonimo ha detto... Scrivine altri, Loredana, e vai avanti con questo atteggiamento ironico e pulito: se la qualità degli autori si alza, si alzerà anche quella dei lettori. Complimenti per il libro e per i post. Ciao, V.G. 07 gennaio 2014 11:44 Cristiano ha detto... certo che pubblicare un libro su Amazon senza avere un kindle è un po’ particolare. Non curare l’ impagnazione del testo invece è maleducazione nei confronti dei lettori 08 gennaio 2014 03:04 Loredana de Michelis ha detto... Questo commento è stato eliminato dall’autore. 08 gennaio 2014 03:26 Antonella Cuomo ha detto... Forse può esserti utile un contatto con Mauro Salvini, fondatore della http://www.selfpublishingschool.it/it/home.html Ciao, non ti abbattere!!! 08 gennaio 2014 03:43 Lorenzo ha detto... Cara Loredana hai battuto un po’ di record: il libro umoristico più originale su Amazon Italia, il post più utile e divertente sull’autopubblicazione che ha giustamente prodotto almeno 20 commenti interessanti ed intelligenti al tuo post, prima che ne arrivasse uno stupido: complimenti davvero, non è da tutti. 08 gennaio 2014 04:03 Cristiano ha detto... @Loredana Certo che l’ editing ha un costo, come la foto di copertina, come l’ impaginazione, come la promozione. Sono i costi che un editore tradizionale sostiene per vendere un libro. Nel self, li sostieni tu in quanto diventi anche editore (e hai una percentuale maggiore sulle vendite), non vedo la differenza. O pensavi che il fatto di non avere un editore equivalesse ad un prodotto da dilettanti? Non avendo un kindle è più difficile controllare se l’ impaginazione è corretta, tutto lì. 08 gennaio 2014 05:45 Marco Bango Siena ha detto... "Concludendo, penso che in Italia il numero di lettori di e-book sia esiguo. Sandrone Dazieri aveva già dichiarato qualcosa di simile un anno fa, ma tutti avevano risposto sostenendo che la lettura digitale è in crescita e la vendita degli e-reader pure. A distanza di un anno continuo a notare che questo è un mercato snobbato anche dai principali autori ed editori italiani. " Non mi sembra un gran vanto per il nostro paese. Arriveremo dopo gli altri anche in questo, come il resto delle innovazioni. 08 gennaio 2014 10:10 Loredana de Michelis ha detto... @Cristiano, riformulo la risposta perché non avevo colto bene la faccenda dell’impaginazione. Non c’è bisogno di avere un kindle per controllare l’impaginazione del proprio e-book: quando carichi il file Amazon ti consente una preview in simulazione su kindle fire, dicendoti però che l’impaginazione potrebbe risultare diversa anche solo su un altro tipo di kindle. Al momento nessun editore (tanto meno quelli a pagamento, per parlare chiaro) può garantire la perfetta impaginazione di un e-book su tutti gli e-reader esistenti. Non è questione di dilettantismo o meno e chi legge in digitale lo sa. La risposta all’altra parte del tuo commento l’ha già data Giovanni. Ciao 09 gennaio 2014 00:35 Tiziana Cazziero ha detto... Uau, una situazione che mi sembra di conoscere, anch’io ho fatto un’esperimento simile, nel tuo stesso periodo, ma almeno tu hai raccolto qualche vendita in più... io? Ma sai che faccio, forse ne faccio un post anch’io nel mio blog, mi serve e urge uno sfogo. Complimenti per la pazienza e per tutta l’avventura.... 10 gennaio 2014 12:31 Anonimo ha detto... Grande. Il blog è stupendo: pubblicalo! 16 gennaio 2014 17:43 Paul D Dramelay ha detto... Ciao Loredana, articolo molto divertente... se c’è una cosa che ho capito sopratutto, è che devo stare lontano dai tuoi Ebook! :O) P.D.Dramelay 29 gennaio 2014 11:34 Loredana de Michelis ha detto... Grazie davvero, Paul. Io invece pubblicizzo volentieri l’abstract della tua opera: è giusto che il pubblico conosca i nuovi, grandi romanzieri. http://www.paulddramelay.it 30 gennaio 2014 03:16 Anonimo ha detto... Ahahaha! Il grande romanziere è meglio che stia lontano dalla tastiera! 30 gennaio 2014 06:20 Jack Sky ha detto... Ciao, ho letto il tuo post perché anche io vorrei provare l’autopubblicazione su e-book e ti ringrazio per il resoconto chiaro che hai fornito della tua esperienza. Non so se il mercato estero sia migliore in termini di ’qualità dei lettori’ ma sicuramente, visto il numero di persone che parlano inglese-americano, le possibilità sarebbero maggiori se l’opera fosse in lingua (almeno credo). Ps volevo anche metterti al corrente di una cosa che ho notato su youtube e che credo si rifletta anche su Amazon e su qualsiasi piattaforma dia la possibilità di guadagnare e farsi un po’ di fama online. Un mio amico (che ora ha un po’ di notorietà su youtube) all’inizio della sua esperienza ha trovato numerosi ostacoli in termini di commenti negativi e di ’segnalazioni’ che lo hanno ostacolato. Ha poi scoperto che esiste un gruppo privato su facebook di youtuber che hanno raggiunto una certa fama e, alcuni di loro per evitare di avere altra concorrenza, si organizzano per mettere i bastoni tra le ruote ai nuovi arrivi. Come fanno? mettendo intenzionalmente commenti negativi, segnalando i video e facendo spam di visite (così che sembri che lui imbrogli alle analisi di youtube). Per cui volevo suggerirti di non perdere fiducia in te stessa nonostante a volte i commenti siano negativi e nonostante a volte tu riceva segnalazioni. 29 aprile 2014 02:13 Loredana de Michelis ha detto... Ciao Jack, sto ancora studiando e ho dato un’occhiata al mercato di lingua inglese: decisamente è più allettante. Il problema, almeno per me, è la traduzione: tradurre narrativa non è come tradurre una pagina web e un traduttore che sappia rendere uno stile è raro e costa moltissimo. Il rischio di non rientrare della spesa quindi è alto. Se il gruppo di zitelle guastatrici esiste davvero mi pare occasione ghiotta per iscriversi e divertirsi un po’ :) 30 aprile 2014 01:07 Anonimo ha detto... Prima di pubblicare su Amazon, dovresti almeno avere dimestichezza con la rete e le sue regole (nonché con la formattazione dei testi). Scarica Mobipocket Creator e fai un po’ di prove per vedere l’impaginazione. Un essere umano normale dopo dieci prove ha già capito tutto. Le classifiche sono dinamiche ossia si aggiornano con il numero di vendite in base al tempo di pubblicazione, altrimenti ai primi posti avresti sempre certi libri (tipo Dan Brown). Funziona come la vendita dei dischi. Non è che ora ai primi posti ci sono i Beatles e i Rolling Stones, anche se hanno venduto un paio di miliardi di dischi. Da mia esperienza personale, Amazon funziona benissimo e ti permette di guadagnare abbastanza, a patto che trovi una tua nicchia di mercato. Io pubblico testi scientifici a 1.45 euro (che mi garantiscono 0.50 euro a copia) e ricevo da 2 anni bonifici mensili di circa 200 euro, quindi 400 copie vendute al mese da 24 mesi. Amazon funziona solo se si è capace di usare certi strumenti 15 maggio 2014 06:29 Loredana de Michelis ha detto... Questo commento è stato eliminato dall’autore. 15 maggio 2014 07:11 Loredana de Michelis ha detto... @Anonimo, grazie per le info tecniche e precise, almeno si possono verificare. Ovviamente tutto funziona meglio quando si conoscono bene i meccanismi, non vale solo per Amazon. Mobipocket funziona come gli altri programmi: fino ad un certo punto. La cosa migliore è impostare una formattazione molto precisa sul file di testo originale, altrimenti gli errori vengono comunque ribaditi dal programma (vedi spazi troppo ampi nel testo autogiustificato o dimensione sballata di certi inserti). Le classifiche funzionano come dici tu, ma umorismo a parte, il salto notevole in classifica per una singola vendita dimostra un basso numero di vendite in generale di libri su amazon.it purtroppo. La nicchia è fondamentale: un conto è scrivere narrativa e vendere copie dello stesso libro, un altro è scrivere di saggistica e mettere in linea decine di manuali divulgativi. Concordo pienamente sul fatto che la manualistica sia una più affidabile fonte di guadagno, 15 maggio 2014 09:51 Anonimo ha detto... Cara Loredana, il tuo post mi ha commosso per tanti motivi: per la tua ironia sottile, il senso dell’umorismo raffinato e per il ritmo ipnotizzante che riesci a tenere, qualunque cosa tu scriva. E allora perché piangi invece di ridere, chiederai tu: perché mi sembra che tutte queste qualità insieme confondano i magri lettori invece di deliziarli, e nel leggere i commenti e le recensioni mi rendo conto di quanto un talento possa generare dispetto e incomprensione. Mi viene da piangere a leggere che qualcuno scambia una prosa diretta e volutamente ingenua per sciatta, quando basta leggere altro di tuo per capire quanto sai destreggiarti e farsi venire almeno un dubbio. Mi deprimono i commenti moraleggianti e bigotti di chi invece di capire cosa stai cercando di dire, cerca una condanna consolatoria o addirittura fa le pulci sulle virgole come se si trattasse di un tema di scuola. Questo, più che gli stalker diretti, temo che ti possa scoraggiare, e mi dispiacerebbe molto. Volevo dirti continua così, ma mi rendo conto che potrebbe essere una strada impervia: essere originali davvero, non paga. Ma immagino anche che per una come te, reinventarsi banale non sia facile. Mi fa pena chi ha veramente creduto alla tua superficialità fittizia e mi fai tenerezza tu, forse condannata da sempre a fingerla con chi non saprebbe capire altro. Scusa la lunghezza, ma mi sembra di avere scritto un bel pezzo: tu ovviamente ispiri, o meglio, stimoli emulazione. Wish you the best, per la tua scrittura e per la tua, forse un po’ rassegnata, solitudine. Sappi che io apprezzo. Meglio 1 che un panin di vetri ;) 16 maggio 2014 13:35 Alessandro Cacioppo ha detto... Ciao, io ho pubblicato ben 2 e-book sia in spagnolo che in portoghese, ho pensato che il mercato della poesia fosse ancora ben visto in sud america, in realtà è cosi, solo che non sanno nemmeno cosa sia amazon. Precedentemente avevo pubblicato su lulu, ma i costi di spedizione superavano quelli del libro, poi ho provato blurb ma anch’esso era uguale. Diciamo che non si è ben capito come e dove bisogna vendere il proprio lavoro. #mainagioia Comunque, buona fortuna. 20 luglio 2014 03:57 M. B. ha detto... Hai scritto un post favoloso! Complimenti. Ho sorriso dall’inizio alla fine e riso di gusto in un paio di punti! Ammetto che mi ha fatto piacere vedere che non sono l’unica a non capire come funziona la classifica di Amazon! ;) 08 agosto 2014 08:27 Loredana de Michelis ha detto... @M.B la classifica funziona esattamente come ha detto Anonimo nel commento, data 15 Maggio. Felice di averti fatto ridere! @Anonimo 16 Maggio, ho copiato il post, me lo sono stampato e lo conservo in una scatola, con i miei primi dentini caduti. Grazie.E se ti ho ispirato io, goduria: è veramente un bel pezzo, morbido. @Alessandro Cacioppo: ho provato la pubblicazione in inglese del famoso librino di nicchia: vende e viene preso in prestito esattamente il doppio delle volte di quello italiano, nonostante la concorrenza sullo stesso argomento sia molto più alta. 08 agosto 2014 13:31 Anonimo ha detto... complimenti per il lavoro!!! Comunque sai dove è il problema?? È che ormai la gente si sveglia dal letto pensando a come criticare gli altri. Vedo certi commenti di meBIP su alcuni siti e blog che rimango a pensare se la gente li sogna la notte. Secondo me è colpa di facebook che tira il peggio fuori il peggio del carattere dell’essere umano. Ormai tutti si sentono opinionisti ed intellettuali anche se in verità non capiscono una BIP.. È un po’ come quello che è successo con l’avvento della fotografia digitale, prima con i rullini solo i bravi compravano le riflex e scattavano delle belle foto, oggi molti hanno la propria riflex ma la usano come carta igienica. E poi internet è piena di saccenti pronti a scaricare le loro opinioni non richieste (tanto nel mondo reale non vengono ascoltati da nessuno) Complimenti davvero! Agnese 05 settembre 2014 05:17 Anonimo ha detto... Brava, sai dare ai tuoi racconti il sapore della verità. Un solo appunto: dovresti specificare per onestà che non sei esattamente una principiante della scrittura... 21 settembre 2014 17:19