Alessandro Gnocchi, Il Giornale 27/10/2014, 27 ottobre 2014
È MORTO EZIO SAVINO, GIORNALISTA, FIRMA STORICA DEL GIORNALE, TRADUTTORE DAL GRECO E DAL LATINO. HA CURATO GRANDI EDIZIONI DEI PIÙ IMPORTANTI SCRITTORI DELL’ANTICHITÀ
Nel mondo della cultura italiana, Ezio Savino era un tipo unico. Un grande intellettuale, un classicista di rango. Ma anche una persona perbene: sempre disponibile, sempre preciso, sempre pronto al confronto; mai una parola fuori luogo, mai una cattiveria sui colleghi, mai un conato di narcisismo. Ogni articolo era un piccolo capolavoro, come dimostrano le lettere di gradimento dei lettori arrivate, a esempio, in occasione di quello che purtroppo rimarrà l’ultimo pezzo, dedicato al bimillenario di Cesare Augusto. Savino era dotato di un sapere enciclopedico, ma era troppo intelligente per farne inutile sfoggio. Preferiva mettere l’erudizione al servizio di una visione più ampia, che inoltre fosse interessante per tutti. Ed ecco, nel caso in questione, uno splendido ritratto del fondatore dell’impero romano, capace di arrivare, senza forzature, fino a Twitter. Tra gli altri articoli memorabili recenti, quello dedicato alle parole della crisi, tutte di origine greca, o quello sul diritto alla cittadinanza nell’antica Roma, spia di un problema da sempre centrale. O ancora quello sul minaccioso significato degli acronimi con i quali indichiamo le tasse più «popolari» come la Trise e la Tari. Nonostante fosse un fuoriclasse, anzi: proprio perché lo era, Savino presentava se stesso e i suoi scritti con gentile understatement.
Con la sua morte se ne va un pezzo di storia de il Giornale. Ma il suo contributo alla cultura italiana è stato molto più ampio della collaborazione al nostro quotidiano. Ezio Savino era nato a Bresso (Milano) il 20 gennaio del 1949. Fino al 2007 aveva insegnato Latino e Greco nei licei, e svolto attività didattica presso l’università degli Studi di Milano come lettore di lingua greca, e presso l’università Cattolica come formatore e animatore teatrale. Ha firmato regia e testi di spettacoli prodotti dal Laboratorio di Drammaturgia Antica (cattedra di Retorica greca): Casa degli Atridi e Baccanti, da Euripide, Lo scorbutico, da Menandro. All’insegnamento, ha accompagnato una vastissima attività editoriale come autore, curatore e traduttore. Ha iniziato nel 1972 stendendo voci di argomento classico per l’Enciclopedia Europea Garzanti e l’Enciclopedia della Letteratura Garzanti. Per lo stesso editore ha pubblicato traduzioni da Tucidide (La guerra del Peloponneso, premio Leone Traverso, Città di Monselice 1975 per la migliore versione dalle lingue classiche), le versioni integrali del teatro di Sofocle e di Eschilo, e introduzioni ai testi degli epigrammisti dell’Antologia Palatina e dei dialoghi di Platone. Ha tradotto e pubblicato con Guanda alcune commedie di Aristofane, con le quali è risultato finalista al Premio Leone Traverso, Città di Monselice.
Nei Meridiani Mondadori ha pubblicato i due volumi della Letteratura Greca della Cambridge University, curando inoltre la traduzione dal latino dei testi originali nei due volumi della Letteratura Latina della Cambridge University. Per lo stesso editore ha curato la traduzione, negli Oscar, di alcuni dialoghi di Platone. Per Mursia realizzò la collana Universale di testi classici. E poi tradusse Archiloco e Saffo, compilò antologie dei più famosi poeti greci e latini, curò testi di storia, grammatiche italiane, commenti all’Eneide, corsi di lingua greca, storia e geografia... Non vi basta? Autore Disney, ha scritto il bestseller educational Topogeo (60 volumetti) e il collezionabile Hercules. Non vi basta ancora? Ezio era anche nel Comitato di Redazione della rivista Poesia (Crocetti), di cui ha curato la versione per iPad, e a cui ha regalato traduzioni di poeti antichi e moderni. E proprio per l’editore Crocetti, col quale aveva stabilito un lungo sodalizio, negli ultimi mesi, stava lavorando alacremente, nonostante la malattia, alla traduzione dei Lirici greci.
Alla divulgazione di altissimo livello, Savino ha unito la profondità dello studioso: ed è scandaloso che l’università italiana non l’abbia chiamato in cattedra. Lui, al solito, minimizzava, dicendo di trovare maggior soddisfazione nell’insegnamento ai ragazzini. La sua attività giornalistica spiega bene il suo rapporto privilegiato con i classici: troppo raffinato per «attualizzarli», e quindi banalizzarli legandoli a tutti i costi al presente, in essi trovava quei valori e quei dolori che riguardano gli uomini di tutte le epoche. Guardare a ciò che è universale: anche questa è una delle lezioni che, da maestro benevolo, ci ha insegnato.