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 2014  ottobre 24 Venerdì calendario

REGIONE SICILIA, DOPO L’AZZERAMENTO DELLA GIUNTA ROSARIO CROCETTA CHIEDE AI PARTITI DI INDICARE SUBITO GLI ASSESSORI. IL GOVERNATORE DICE DI VOLERE UN «GABINETTO DI GUERRA» CONTRO LA POVERTÀ E IL SOTTOSVILUPPO DELL’ISOLA

Dice di volere un «gabinetto di guerra» contro la povertà e il sottosviluppo della Sicilia. Dice di voler chiudere la crisi entro martedì. E così Rosario Crocetta, presidente della Regione siciliana, dopo aver azzerato la giunta e disinnescato la mina delle mozioni di censura agli assessori alla Formazione Nelli Scilabra e alle Attività produttive Linda Vancheri, si gioca l’ennesima carta in questa esperienza di governo che il 28 ottobre compie due anni. E martedì 28 ottobre è il giorno che lui richiama più volte, segnandolo sul calendario come la data della rinascita del suo governo.
Ha ceduto alle pressioni del suo partito il Pd, ha accettato di ridiscutere tutto e nello stesso tempo ha messo i partiti di fronte a una grande responsabilità: scegliere assessori di alto profilo per un governo di guerra. E infatti rilancia: «Sarebbe certo paradossale se i partiti, dopo avermi chiesto l’azzeramento della giunta non cambiassero i loro assessori. Per me è un nuovo inizio a tutti gli effetti. Non mi aspetto certo proposte che siano valide per sei mesi per poi sentirmi dire che ci vuole un nuovo azzeramento».
Resta da capire cosa vogliano fare i partiti. Il Pd, per esempio, presente in giunta con gli esponenti dell’area renziana mentre i cuperliani ormai da tempo sono in rotta di collisione con il governatore: erano pronti a votare la mozione di censura a Nelli Scilabra. Oppure Articolo 4, formazione politica di cui è leader l’ex lombardiano Lino Leanza, che ha fatto una buona campagna acquisti all’Assemblea regionale e può contare su un gruppo di undici deputati. O il Pdr dell’ex ministro Totò Cardinale. O ancora l’Udc di cui è leader in Sicilia Gianpiero D’Alia. Dall’altro ieri sera gli incontri si susseguono e non sono mancati momenti di tensione tra alleati.
Determinante, probabilmente, sarà l’incontro di stamattina con Graziano Delrio, atteso a Palermo alle nove: non tanto forse per gli equilibri politici ma sicuramente per la drammatica situazione finanziaria della Sicilia. Ufficialmente il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla Coesione territoriale sarà in città per una ricognizione e verifica sullo stato di attuazione della programmazione dei fondi europei 2007/2013, relativa ai tempi di avanzamento delle opere e dei livelli di spesa raggiunti, anche in considerazione dell’avvio della nuova programmazione 2014/2020.
Lo stesso Crocetta ha ammesso, qualche giorno fa, che mancano all’appello tre miliardi per chiudere il bilancio 2015 in pareggio senza tenere conto dei tagli previsti dalla legge di stabilità che ammontano a 280 milioni. E sul punto il governatore, nella lunga conferenza stampa di ieri pomeriggio, è stato chiaro: «Non chiederò nulla a Delrio. La verità è che il sistema italiano è basato sullo spreco nazionale e regionale. Il tema sono i residui attivi e i buchi di bilancio del passato. Su questo propongo un piano di rientro pluriennale con impegni reciproci in cui la Regione deve fare la sua parte».
Sul fronte crisi politica Crocetta ha fissato alcuni paletti (nessun politico in giunta, per esempio) e ha ribadito: «I nomi della nuova giunta devono essere concordati, non accetto aut aut. Sono pronto a modificare le deleghe ma soltanto se ci sono scelte condivise». Non nascondendo di avere un punto di vista preciso su alcune questioni: su Formazione e Sanità, ha detto, è stato fatto un buon lavoro. Come a dire: Nelli Scilabra e Lucia Borsellino non si toccano. Il tutto mentre l’opposizione ha presentato una mozione di sfiducia al governatore.
Nino Amadore, Il Sole 24 Ore 24/10/2014