Fabrizio D’Esposito, il Fatto Quotidiano 24/10/2014, 24 ottobre 2014
LO SHOPPING DI RENATA POLVERINI A NEW YORK CON LA CARTA DI CREDITO DEL SINDACATO UGL. ORA I PM DI ROMA VOGLIONO VEDERCI CHIARO. LEI SI DIFENDE: «QUELLA CARTA POTREBBE ESSERE STATA USATA DA UN’ALTRA PERSONA DELLA COMITIVA»
Vacanze a New York. E shopping supergriffato a spese del sindacato, pur senza averne alcun titolo. Luglio dell’anno scorso. Renata Polverini è in gita con l’Ugl, di cui è stata a lungo leader prima di diventare governatrice del Lazio.
Il divertimento comincia il 6 luglio, con 127,25 euro consumati in bellezza, in una Spa per vip, la Belles. Poi, lo stesso giorno, altri 283,12 euro se ne vanno in uno store dal marchio notissimo per quanto riguarda l’abbigliamento americano: Abercrombie & Fitch. Il 7 luglio, lo shopping è spalmato tra orologi, mutande e altri vestiti: 293,78 euro da Banana Repubblic (abbigliamento); 115,90 euro da Fossil (orologi); 35,38 euro in un altro store, Maci’s; infine 153,36 euro Victoria’s Secret per lingerie. Al terzo giorno, le spese sono ancora più impegnative: 470,85 euro in vestiti da Anna Fontaine e 306,68 euro da Ralph Lauren. Il 9 luglio, ultima data monitorata, è sempre Ralph Lauren a primeggiare: 179,93 euro in un negozio e 179,73 euro in un altro. Oltre 2.100 euro di spese in quattro giorni.
L’inchiesta di Roma sulla “gestione predatoria”
Lo shopping supergriffato della Polverini a New York è l’ultimo capitolo della vasta inchiesta della procura di Roma sulla “gestione predatoria” dell’Ugl, lo storico sindacato di destra e che incassa 33 milioni di euro all’anno. Sinora le indagini hanno travolto un polveriniano di ferro, Giovanni Centrella, che è stato costretto a dimettersi da segretario generale per un buco di 540mila euro e ha tentato, invano, il patteggiamento per il reato di appropriazione indebita.
Il procuratore aggiunto Nello Rossi e il pm Stefano Pesce hanno scoperto che Centrella aveva distribuito 37 carte di credito, tra cui due alla Polve rini e a Stefano Cetica, altro ex segretario generale nonché ex assessore della stessa governatrice del Lazio. Una sorta di clan che controlla l’Ugl dal 2006. Viene annotato nell’inchiesta, a proposito delle carte prepagate in uso ai due: “L’analisi dell’estratto conto delle carte sembra integral mente riferibile a spese di natura privata e non riconducibili agli interessi istituzionali del sindacato, soprattutto se posti in essere da soggetti non più facenti parte di tale istituzione”.
Tutto nasce, infatti, quando lo scandalo di Franco Fiorito e dei rimborsi ai gruppi della regione Lazio fa cadere la giunta Polverini nel 2012. La Polverini riesce a ottenere da Berlusconi un seggio alla Camera, alle politiche del 2013, ma allo stesso tempo lei e Cetica s’installano di nuovo negli uffici della sede nazionale dell’Ugl a Roma e ot tengono il benefit della carta di credito, senza averne titolo.
La versione di “Renata”: “Non ho firmato io”
I dubbi dei magistrati sono tanti. Oltre alle carte prepagate, riguardano i fondi della campagna elettorale per le regionali del 2010 (5,5 milioni di euro); una caparra di 700mila euro per un immobile non acquistato più dalla Polverini; la ristrutturazione della sede dell’Ugl in via Margutta, realizzata nello stesso perio do di quella fatta all’abitazione di “Renata”.
Interpellata dal Fatto per offrire la propria versione dei fatti sulle spese di New York, l’ex governatrice ci ha fatto contattare dal suo legale. La sintesi della conversazione è questa: la Polverini ancora non ha visto nel dettaglio l’estratto conto agli atti dell’inchiesta e in ogni caso fa presente che la carta è intestata all’Ugl e le transazioni possono essere state firmate da un’altra persona della comitiva, forse della segretaria del sindacato.
In trasferta c’era anche Cetica: c’è un rendiconto su di lui con spese prevalentemente fatte in ristoranti e librerie. Per la cronaca, quando era governatrice, la Polverini si guadagnò i titoli di giornale per un blitz con l’auto blu in un quartiere romano per comprare scarpe di lusso. L’auto si infilò anche contromano.
Il buco di Favoccia e i bonifici ai figli
Nonostante l’inchiesta romana che mette sotto accusa un sistema “opaco”, la Polverini vuole rimettere le mani sull’Ugl. Ed è per questo che domani celebrerà il suo 25 ottobre contro il Jobs Act con un comizio a Bocca della Verità, sempre a Roma. Non solo. La prossima settimana potrebbe giocarsi addirittura un suo clamoroso ritorno alla guida del sindacato in un consiglio nazionale convocato in Abruzzo. Dopo le dimissioni di Centrella, l’Ugl vive una fase travagliatissima ed è la componente della sicurezza a chiedere trasparenza. Per non perdere il controllo, i polveriniani potrebbero puntare, in alternativa a “Renata”, su Giancarlo Favoccia, a capo dell’Ugl-Igiene ambientale. Però anche Favoccia è stato passato ai raggi X dai magistrati, che potrebbero contestargli un buco da ben 333mila e 179 euro. Ufficialmente, Favoccia è un dipendente di una ditta di pulizie con un reddito annuo che non arriva a 20mila euro. Eppure ha un tenore altissimo di vita, tra moto e auto di lusso e persino una barca. Sul conto dell’Ugl-Igiene ambientale, gli investigatori hanno rintracciato bonifici per migliaia e migliaia di euro a favore dei figli di Favoccia, Roberto e Alessandro.
Fabrizio D’Esposito, il Fatto Quotidiano 24/10/2014