Maria Latella, Il Messaggero 24/10/2014, 24 ottobre 2014
MARINE LE PEN VUOLE CAMBIARE NOME AL FRONT NATIONAL E USCITE QUANTO PRIMA DALL’UE: «L’EURO È UNO STRUMENTO INEFFICACE, INVENTATO SOLTANTO PER FAVORIRE LA PROGRESSIVA PERDITA DI SOVRANITÀ DEI VARI STATI. IL TRATTATO DI SCHENGEN È STATO UN’ESPERIENZA FALLIMENTARE, I CONFINI VANNO REINTRODOTTI PER COMBATTERE L’IMMIGRAZIONE». E PER FINIRE: «L’ALLEANZA TRA HOLLANDE E RENZI È L’ALLEANZA DEGLI INCAPACI»
[Intervista] –
L’assistente di Marine Le Pen, mi avverte: «Ha un po’ di raffreddore», ma la presidente del Front National sembra in gran forma nell’elegante tailleur pantalone blu. Siamo a Strasburgo, al decimo piano del Parlamento europeo e di Europa cominciamo a parlare.
La politica europea cambia nome. Dicono che Matteo Renzi pensi al Partito della nazione, Manuel Valls ha cancellato la parola «socialista». Anche lei pensa di cambiare nome al Front National?
«Stiamo assistendo a una ricomposizione della politica: destra e sinistra non esistono più, la vera differenza è tra mondialisti da una parte e difensori della sovranità nazionale dall’altra. Monsieur Renzi rappresenta una visione europeista, post nazionale, è dalla parte dei mondialisti. Se vuole cambiare nome al Pd gli suggerisco di chiamarlo: Partito della post nazione. Il partito della nazione lo faccio io».
Allora conferma di voler cambiare nome al Front National?
«Penso che proporremo l’ipotesi ai nostri elettori».
Vi chiamerete Rassemblement Bleu Marine, il marchio utilizzato per alcune liste elettorali?
«Assolutamente no».
E allora come?
«Quel che so è che ci sarà sempre la parola "national”: siamo noi gli ultimi difensori della nazione francesi. Nel 2015 dovremo confrontarci su molte questioni, incluso il nome del partito. Il Front National è diventato qualcosa di più grande, è andato ben oltre le sue origini».
Jean Marie Le Pen, suo padre, approva l’ipotesi di cambiare nome al partito? Giorni fa ha commentato: «Non siamo un detersivo».
«Penso proprio che non approvi. Anzi, ne sono sicura. Mio padre ha già detto in tutti i modi di essere contrario al cambiamento del nome del partito».
E’ vero che dopo anni di coabitazione ha lasciato la grande villa di Montretout che divideva con lui? Ed è vero che l’ha fatto perché il dobermann di Jean Marie Le Pen ha ucciso la sua gattina?
«Sì, è vero. L’aggressione del dobermann di mio padre è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: amo molto gli animali, non potevo più vivere in una casa dove i miei gatti sono in pericolo. Ma sul cambiamento di casa hanno influito anche altre ragioni: meditavo da tempo di trasferirmi altrove».
Lei ha solo gatti?
«Ho quattro gatte e nessun cane. Il dobermann è di mio padre. Era sempre stato buono, prima di quel che è successo».
Torniamo all’Europa. Lei fa squadra con la Lega di Matteo Salvini che di recente ha virato a destra.
«Con Matteo Salvini il rapporto è eccellente. La Lega ha davanti a sé un grande avvenire».
Front National e Lega contrastano le sanzioni economiche alla Russia.
«L’Europa ha approvato le sanzioni perché è nelle mani degli americani. Solo chi è indipendente capisce quanto sia strategico creare un rapporto con la Russia».
Però a Bruxelles non siete riusciti a fare fronte comune col Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.
«Beppe Grillo è contro l’euro, sull’immigrazione condivide molte delle cose che sosteniamo noi. Poi però rifiuta di fare il gruppo col Front National e lo fa con l’Ukip di Nigel Farage. Penso sia una scelta tattica di corto respiro, opportunismo politico. A noi dicono "no" e poi accettano di fare gruppo con un polacco che noi avevamo rifiutato».
Si è parlato di un’alleanza franco-italiana tra Hollande e Renzi, tutti e due chiedono a Bruxelles più flessibilità.
«L’alleanza tra Hollande e Renzi è l’alleanza degli incapaci. Finora non ha prodotto risultati. Vede, io non li considero dei dirigenti politici ma dei prefetti».
Perché prefetti?
«Come i prefetti applicano la politica decisa da altri, a Bruxelles».
Il nuovo presidente della commissione, Juncker, ha annunciato un vasto piano di aiuti per combattere la disoccupazione giovanile. Non crede che qualcosa cambierà?
«Non credo che i 300 mila miliardi annunciati da Juncker miglioreranno davvero la situazione. Se li prenderanno le banche e per i milioni di disoccupati europei cambierà poco».
E lei che cosa propone?
«Per parlare di fatti: vedo l’approfondirsi dei contrasti tra la Germania e la Bce. Arriverà il momento in cui la Germania minaccerà di andarsene. Che succederà allora? Non avremo più l’Ue perché non avremo più l’euro, uno strumento inefficace, inventato soltanto per favorire la progressiva perdita di sovranità dei vari Stati. Io propongo di preparare l’uscita dall’Ue, indicando alla gente i vantaggi e limitando gli svantaggi che ci saranno. Se aspettiamo inerti che l’Europa esploda sarà un disastro».
Immigrazione. A Calais, nei giorni scorsi, ci sono stati scontri tra la polizia e centinaia di immigrati. C’è scappato anche il morto, un sedicenne.
«E’ così tutti i giorni, a Calais. Che fare? Contro l’immigrazione clandestina servono due provvedimenti urgenti. Il primo: sospendere subito i trattati di Schengen. Le frontiere aperte sono state un’esperienza fallimentare, dobbiamo reintrodurre i confini».
Ci sarebbero effetti sull’economia europea.
«Ma se le nostre economie non sono mai andate cosi male... Quale aiuto ci è venuto da Schengen? Continuiamo a sentirci dire che l’Europa ha bisogno di immigrati ma se il lavoro non c’è piu perché importare dei disoccupati? Educarli, trovare loro una casa, comporta dei costi che il nostro Welfare non è più in grado di sostenere».
Il secondo provvedimento?
«Tagliare tutti i vantaggi del Welfare che rendono attraente emigrare».
Chi baderebbe ai sempre più numerosi anziani europei? Siamo un continente vecchio.
«Vecchio come questa scusa. Dicono che abbiamo bisogno di 50 milioni clandestini per bilanciare la demografia. In realtà li fanno venire perché servono salari più bassi».
Guardiamo i dati: la speranza di vita degli europei è 75 anni per gli uomini e 82 per le donne. Ma la media di figli è solo di 1,5 per ogni donna.
«Allora favoriamo una vera politica della natalità e non attacchiamo le famiglie. Aiutiamole ad avere dei bambini francesi».
Maria Latella, Il Messaggero 24/10/2014