VARIE 23/10/2014, 23 ottobre 2014
APPUNTI PER GAZZETTA - LA LETTERA DELLA UE SULLA LEGGE DI STABILITA’
MILANO - E’ arrivata a Roma l’attesa lettera sulla legge di Stabilità della Commissione europea, alla quale "il Governo italiano risponderà entro domani". Legge che ha incassato oggi la firma del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
La missiva è stata resa nota dal Ministero dell’Economia, che l’ha pubblicata; una scelta non condivisa dal presidente uscente della Commissione Ue, José Manuel Barroso. Una posizione alla quale ha risposto seccato il premier, Matteo Renzi: "E’ finito il tempo delle lettere segrete", ha detto il presidente del Consiglio sottolineando che è invece iniziato "quello della trasparenza e della chiarezza". Entrando al Justus Lipsius, per il vertice Ue, ha rincarato: "Pubblicheremo non solo la lettera, ma tutti i dati economici di quanto si spende in questi palazzi, sarà molto divertente".
La missiva europea contiene la richiesta di chiarimenti sugli scostamenti dagli obiettivi di conti pubblici per quanto riguarda il 2015, fissati nella Finanziaria che il 15 ottobre scorso è stata inviata alla Commissione stessa. Non è ancora il giudizio vero e proprio sul bilancio tricolore, atteso per il 29 ottobre, ma un passaggio intermedio che rischia di essere una sorta di "anticamera" della bocciatura. "E’ un processo in corso, la richiesta di informazioni all’Italia non pregiudica il risultato" finale, ha sottolineato il portavoce del vice presidente Ue, Jyrki Katainen. Per Forza Italia, si tratta di "rilievi pesanti" per i quali la "legge è da riscrivere".
A differenza di alcune ricostruzioni della vigilia, non sono stati sollevati dubbi su coperture e riforme proposte. Roma condivide l’attenzione europea con Parigi: "Anche la Francia ha ricevuto la lettera di avvertimento, assieme all’Italia", ha detto all’Ansa il presidente della Commissione Esteri del Parlamento europeo, Elmar Brok, lasciando il pre-vertice del Ppe a Bruxelles. Austria, Slovenia e Malta sono gli altri Paesi ai quali sono state richieste informazioni aggiuntive sui bilanci.
Nella missiva, datata ieri, siglata dal vice presidente Katainen e indirizzata al titolare dell’Economia, Pier Carlo Padoan, si ricorda che l’Italia ha deciso di intraprendere "una deviazione significativa" dal percorso di avvicinamento per l’obiettivo di bilancio nel 2015. La Commissione sottolinea inoltre la necessità di venire a conoscenza di "come l’Italia potrebbe garantire il pieno rispetto dei suoi obblighi di politica finanziaria" per l’anno prossimo. "Stiamo discutendo di uno o due miliardi di differenza, possiamo metterli anche domattina", ha risposto ancora Renzi sul punto: "Corrispondono ad un piccolissimo sforzo".
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Dopo i ringraziamenti di rito, da Bruxelles sottolineano come i documenti italiani chiedano chiaramente di leggere la manovra tricolore alla luce delle riforme che il Paese sta facendo. Ma "rispetto alla Stabilità del 2014, il budget italiano rinvia il raggiungimento degli obiettivi di medio termine al 2017 e riduce la riduzione del rapporto tra debito e Pil nei prossimi anni. Il risultato è che il documento di bilancio infrange gli impegni richiesti dal braccio preventivo del Patto di Stabilità e Crescita", scrivono i tecnici Ue.
Proseguendo e citando l’analisi preliminare, a Bruxelles specificano che "l’Italia ha pianificato una deviazione significativa dal percorso di avvicinamento all’obiettivo di medio termine (Mto, medium-term budgetary objective) per il 2015". Per di più, il deficit pianificato non aderisce neppure alla regola di riduzione del debito che è un parametro ancora più stringente rispetto all’obiettivo di medio termine.
Il riferimento è al fatto che il budget italiano preveda una correzione "solo" dello 0,1% del Pil per quanto riguarda il deficit strutturale (calcolato al netto del ciclo economico negativo). L’obiettivo di pareggio di bilancio strutturale, invece, passa dal 2016 al 2017, slittando così di due anni complessivamente sugli impegni iniziali. La Stabilità prevede che nel 2016 si riprenda il percorso di rientro normale, dello 0,5% sul Pil. La norma europea dice infatti che gli obiettivi di saldo devono essere compresi in una forcella stabilita tra un deficit strutturale dello 0,5% del Pil (-1% nei Paesi dove il debito è inferiore al 60% del Prodotto, quindi non in Italia dove si supera il 130%) e il pareggio o l’avanzo. Regole specifiche sono, inoltre, previste per la riduzione del rapporto debito/Pil verso il parametro del 60%. Il percorso di avvicinamento al Mto si fonda su una regola di correzione strutturale annuale di 0,5 punti, anche se può appunto variare in relazione alla congiuntura sfavorevole.
Per queste ragioni, Bruxelles chiede chiarimenti al governo entro domani, augurandosi di continuare un "dialogo costruttivo". La Commissione vuole anche sapere "come l’Italia assicurerà il pieno rispetto dei suoi obblighi di politica finanziaria in base al patto di stabilità e crescita per il 2015". Da parte di via XX Settembre si dice invece che "gli uffici tecnici del Ministero dell’Economia e delle Finanze sono già in contatto con la direzione ECOFIN a Bruxelles, così come il Governo italiano è in contatto con la Commissione europea. Il Governo italiano risponderà alla richiesta di chiarimento entro domani".
Nella sua risposta, l’Italia ribadirà che la filosofia della Stabilità sposa l’invito Ue a mettere in campo un consolidamento fiscale che sia "growth friendly", di supporto alla crescita. Padoan insisterà sui due elementi congiunturali negativi eccezionali: il terzo anno di recessione e una situazione ai limiti della deflazione. Di contro, la flessibilità serve per sostenere la terza ’eccezionalità’ sulla quale si fonda la finanziaria, questa volta positiva, cioè il piano di riforme condiviso dall’Ue che però presenta dei costi, per di più aggravati dal contesto economico pesante.
Katainen, già premier finlandese, è responsabile Ue per il lavoro, la crescita, gli investimenti e la competitività cioè ha la supervisione di tutti i principali portafogli economici, mentre commissario per gli Affari economici è il francese Pierre Moscovici. L’invio di questa lettera è una consultazione a cui la Commissione è tenuta in base alle normative comunitarie. Alla notizia ha risposto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, graziano Delrio, intervenendo a Porta a Porta: "E’ una lettera che sta ai fatti: l’Italia ha chiesto più tempo per un motivo molto semplice. C’è una fase eccezionale di recessione e di regressione e in casi eccezionali di congiuntura economica si può chiedere alla Commissione di posticipare il pareggio. Il Paese non è sotto esame, noi siamo i fondatori dell’Europa, non degli scolaretti e c’è un dialogo molto franco con l’Europa".
ARTICOLO DEL 22/10
MILANO - La Legge di Stabilità 2015 entra ufficialmente nel mirino della Commissione europea con una lettera di richiesta di chiarimenti. Un’attenzione che l’Italia condivide con altri 4 Paesi europei: Francia, Austria, Slovenia e Malta.
Secondo quanto ha ricostruito il Financial Times, la Commissione - che sta per passare in mano a Jean-Claude Juncker - chiederà oggi ufficialmente chiarimenti avvertendo che quei Paesi rischiano di violare le regole Ue. Fonti comunitarie aggiungono all’Ansa che nella lettera in arrivo nelle prossime ore ci sarà anche la richiesta al Governo di delucidazioni non solo sull’ampiezza dell’aggiustamento strutturale dei conti, ma anche sulle coperture e le riforme previste.
Il primo problema della Stabilità è che rimanda - ancora di un anno, al 2017 - il raggiungimento dell’Obiettivo di medio termine che l’Italia aveva concordato con l’Europa, cioè il pareggio strutturale di bilancio. Nell’inviare il budget alla Ue, il ministro Pier Carlo Padoan ha fatto valere il peggioramento del quadro macreoconomico e la portata delle riforme avviate per chiedere di "correggere strutturalmente" i conti solo dello 0,1% del Pil. Originariamente, le norme contenutenel complesso del Fiscal Compact prevedevano una correzione dello 0,5%, che la recente richiesta di flessibilità aveva forzato fino a ipotizzare un dimezzamento a uno 0,25%. Per "strutturale", l’Europa intende una correzione che tenga conto del ciclo economico; anche su questo calcolo - puramente frutto di convenzioni statistiche - l’Italia ha espresso forti critiche.
A questi appunti in larga parte attesi, però, secondo le ultime indiscrezioni si legherebbero ulteriori richieste. Per il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, dall’Europa sono in arrivo "rilievi sempre fatti", mentre "il fatto stesso che sia arrivata una lettera dalla Ue fa evocare chissà quali procedure o minacce". In sostanza, l’Italia vivrebbe una sorta di "subalternità culturale", ha detto il premier in Parlamento.
Simon O’Connor, portavoce del commissario agli Affari economici, Jyrki Katainen, non ha voluto confermare l’indiscrezione, ma ha comunque precisato che l’eventuale comunicazione non significa che Bruxelles abbia già deciso se respingere o meno il bilancio dei Paesi coinvolti. La richiesta di maggiori informazioni rappresenta infatti soltanto un primo passo nella procedura e la decisione definitiva sarà presa a fine mese. "Consultazioni tecniche con gli stati membri sulla bozza del piano di bilancio non pregiudicano il risultato della valutazione", ha sottolineato O’Connor.
In base alle nuove regole, la Commissione è tenuta a reinviare il bilancio a un Paese membro entro due settimane se rileva "una seria non osservanza" delle regole comunitarie. Per l’Italia, quindi, la data della verità è il 29 ottobre. Se la Commissione si prepara al passo della bocciatura, è tenuta ad avvertire il Paese sotto osservazione entro una settimana. Oggi scade il termine per l’invio di questa notifica.
IL SOLE24ORE.IT
Alla fine, come previsto, la lettera della Commissione europea con la richiesta di informazioni aggiuntive sulla manovra 2015 presentata dall’Italia è arrivata a Roma. Con quelli che il premier Matteo Renzi già ieri aveva definito «rilievi tecnici». Il primo: la legge di Stabilità prevede una «significativa deviazione dal percorso di aggiustamento all’obiettivo di bilancio di medio termine nel 2015».
Rispetto al programma di stabilità del 2014, la lettera sottolinea che la manovra «dell’Italia rinvia il raggiungimento degli obiettivi di medio termine (Mto) al 2017 e rallenta la riduzione del rapporto debito/Pil negli anni a venire. Come risultato, la bozza del piano di bilancio prevede di violare i requisiti richiesti all’Italia nel braccio preventivo del Patto di stabilità e crescita».
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«Deviazione significativa»
Secondo le analisi preliminari della Commissione, scrive il vicepresidente della Commissione Jyirki Katainen al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, « l’Italia programma una deviazione significativa dalla strada di aggiustamento richiesta verso i suoi obiettivi di medio termine nel 2015, basata sul cambiamento programmato del saldo strutturale. Per di più, il cambiamento programmato nell’equilibrio strutturale per il 2015 farebbe anche venir meno il cambiamento richiesto per assicurare l’aderenza alle regole transitorie sul debito, dal momento che questo requisito è ancora più stringente della strada di aggiustamento richiesta verso gli obiettivi di medio termine».
Chiarimenti entro venerdì
La richiesta all’esecutivo è fondamentalmente una: chiarire entro il 24 ottobre (domani)
«le ragioni per cui l’Italia programma il non-rispetto del Patto di stabilità nel 2015» e sapere come «potrebbe assicurare il pieno rispetto dei suoi obblighi di bilancio rispetto al Patto di stabilità e di crescita nel 2015». Tutto per permettere alla Commissione «di tenere conto del punto di vista dell’Italia nell’ulteriore procedura». L’intento è comunque quello di «proseguire un dialogo costruttivo con l’Italia al fine di arrivare a una valutazione finale». A ribadire il concetto il portavoce di Katainen, che ha spiegato come la lettera «non pregiudica il risultato dell’analisi della Commissione», che sarà il frutto di «un processo in corso, con discussioni che proseguono».
Il governo ha già fatto sapere che risponderà entro domani alle osservazioni di Bruxelles sulla manovra. «La Commissione ha chiesto all’Italia informazioni aggiuntive che ne chiariscano le ragioni e i presupposti», spiega il Mef nella nota con cui ha reso pubblica la lettera, spiegando che «gli uffici tecnici del ministero sono già in contatto con la direzione Ecofin a Bruxelles, così come il Governo italiano è in contatto con la Commissione europea».
Lettera recapitata anche alla Francia
Intanto, «anche la Francia ha ricevuto la lettera di avvertimento, assieme all’Italia». Lo ha detto il presidente della Commissione Esteri del Parlamento europeo, Elmar Brok, lasciando il pre-vertice del Ppe a Bruxelles. Pronta la replica dell’Eliseo. «C’è un dialogo fra la Francia e la Commissione europea da diverse settimane, come prevedono i Trattati. C’è una richiesta di informazioni e noi rispondiamo». Lo ha detto il presidente francese, Francois Hollande. «La Francia - ha concluso - vuole che la crescita sia la priorità e niente ci farà desistere da questo obiettivo».
IL SOLE24ORE.IT
BRUXELLES – E’ una lettera dal tono formale quella che il commissario agli affari economici Jyrki Katainen ha inviato ieri sera al ministro dell’Economia italiano Pier Carlo Padoan. Nei fatti, tuttavia, non è (ancora?) una bocciatura del bilancio previsionale italiano. La missiva è stata inviata per rispettare pienamente le regole europee e per tenere sotto pressione il governo Renzi in un negoziato tutt’altro che terminato: entro fine mese, la Commissione deve decidere se bocciare o meno la Finanziaria.
Nella lettera, resa pubblica questa mattina dal governo Renzi, si legge che il bilancio previsionale è «in violazione (…) del Patto di Stabilità e di Crescita» perché rinvia il pareggio di bilancio dal 2015 al 2017 e perché porta a «un rallentamento del ritmo di riduzione del debito pubblico». La Finanziaria italiana prevede per il 2015 un aggiustamento strutturale dello 0,1% del prodotto interno lordo, rispetto a un obiettivo europeo di almeno lo 0,5% del Pil.
In questo contesto, Katainen chiede a Padoan come intenda assicurare «il pieno rispetto» degli obblighi di bilancio del paese, dando tempo al governo fino a domani, venerdì 24 ottobre, per rispondere. Il tono è formale, ma il commissario precisa di volere continuare «un dialogo costruttivo» con Roma. Soprattutto non dice quale dovrebbe essere l’aggiustamento italiano nel 2015: «Si lascia la possibilità all’Italia di fare una offerta migliore», spiega un funzionario comunitario.
Ancora stamani, il portavoce di Katainen, Simon O’Connor, ha spiegato che «la lettera non pregiudica» l’analisi della Commissione, che ha fino alla fine del mese per eventualmente bocciare la Finanziaria. «La procedura prosegue, non è conclusa». Nel negoziato, sia Bruxelles che Roma vogliono difendere la loro immagine. La Commissione teme di mettere a rischio la credibilità delle regole europee, e ha quindi scelto di seguire la procedura per filo e per segno, chiedendo nei fatti sforzi maggiori.
Sul fronte opposto, il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi ha fatto della revisione delle regole di bilancio un suo cavallo di battaglia in una scena politica italiana segnata da malumori euroscettici. Non vuole perdere la faccia nel negoziato con Bruxelles. «La posizione peggiore è quella di Padoan che deve trovare una mediazione tra i due», spiegava nei giorni scorsi un alto responsabile europeo. L’esito della trattativa rimane drammaticamente incerto.