Lauretta Colonnelli, Corriere della Sera 25/05/2014, 25 maggio 2014
«EROS E KAIRÒS» IL MOMENTO GIUSTO
Sarà la brasiliana Marcia Theophilo, candidata al premio Nobel per la letteratura 2014 ad aprire il primo Festival internazionale di poesia al femminile, in programma dal 6 al 15 giugno a Roma, Viterbo, Civitavecchia. Insieme a lei si alterneranno sui palchi, provenienti da tutto il mondo, una cinquantina di poete. «Non poetesse, perché il suffisso ‘esse’ ha un significato di sudditanza all’uomo», spiegano Dona Amati e Monica Maggi, ideatrici della manifestazione che è dedicata al tema «Eros e Kairòs». Kairòs, che in greco antico è letteralmente «il momento giusto», qui è inteso come esortazione alle donne a cogliere l’attimo fuggente dell’amore e della creatività. Promosso dal Museo nazionale etrusco di Villa Giulia, il festival vuole anche celebrare la poesia come atto di pace. «La pace è l’essenza del poeta, come la farina lo è del pane», dice, citando Pablo Neruda, Alfonsina Russo, soprintendente del Museo etrusco e dei beni archeologici dell’Etruria meridionale, che ha promosso l’evento. E a chi le chiede perché un’archeologa organizzi festival di poesia risponde che «compito dell’archeologo è anche far sì che un museo e un’area archeologica rappresentino il cuore pulsante di una comunità e siano aperti a tutte le espressioni culturali e artistiche di oggi». Dunque luoghi come il Ninfeo di Villa Giulia, il palazzo Brugiotti di Viterbo e le antiche Terme Taurine di Civitavecchia sono pronte a farsi travolgere da una marea di versi, musica, canto, arte digitale. Ci saranno poete particolarmente sensibili al tema della pace perché arrivano da paesi dilaniati dai conflitti, come Maram Al Masri, voce civile siriana da tempo esule a Parigi; Dushka Vrhorac, scrittrice e giornalista di lingua serba, attiva per i diritti delle donne; Joumana Haddad, scrittrice libanese, tra le prime a dar voce all’erotismo delle donne arabe. E poi note autrici italiane, da Gabriella Sica a Maria Grazia Calandrone, da Letizia Leone a Rosaria Lorusso. Ci sarà l’unica poeta a braccio che osa misurarsi in ottava rima con i maschi. Si chiama Agnese Monaldi, improvvisa strambotti, rispetti e stornelli, accompagnandosi con la fisarmonica. È nata e vive a Civitavecchia, dove ha lavorato fino alla pensione come commerciante di vestiti. Adesso, oltre alle manifestazioni degli «estempori cantori», segue quelle che chiama «le mie vecchiette», cioè le anziane ricoverate nelle case di riposo, intrattenendole con antichi canti popolari. «Li ho imparati dalla mia nonna». E, novità assoluta in un happening di donne, l’apertura agli uomini. «Perché il nostro vuole essere un festival al femminile, ma non un ghetto», specifica Monica Maggi. Perciò hanno invitato, tra gli altri, Lello Voce, dal 2001 ideatore del primo Poetry Slam nazionale, Marco Cinque e il suo gruppo poetico-musicale, Dante Maffia, scoperto e lanciato nel mondo della poesia quarant’anni fa da Aldo Palazzeschi.