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 2014  febbraio 10 Lunedì calendario

TUTTO SU FRIDA KAHLO CON OLTRE CENTO OPERE

Quando si parla di Frida Kahlo si pensa prima di tutto alla sua vicenda personale, al terribile incidente stradale che a soli diciannove anni le fece abbandonare studi e ambizioni per iniziare un calvario di degenze ospedaliere e interventi chirurgici su un corpo già debilitato dalla spina bifida scambiata per poliomelite. Si pensa alla sua vicenda personale perché Frida la racconta nella maggior parte delle sue opere, in particolare nei famosi autoritratti paragonati a icone della sofferenza. A questa immagine dell’artista messicana negli ultimi anni se ne sono aggiunte altre, grazie all’apertura di un armadio a lungo bloccato nel bagno della Casa Azul, l’abitazione a Coyoacán, sobborgo di Città del Messico dove Frida visse da sola e con il marito Diego Rivera. L’armadio conteneva un archivio con documenti che in parte sono già stati studiati e pubblicati. Ora i ricercatori sono concentrati sulla corrispondenza con il suo medico e sull’album di fotografie private. «In base a queste nuove informazioni» dice la studiosa Helga Prignitz-Poda «un’intera serie di fatti biografici dovrà essere rivalutata e, di conseguenza, molte idee consolidate sulla sua opera». Helga Prignitz-Poda cura la mostra che è stata presentata ieri in Campidoglio come «una delle più importanti retrospettive su Frida Kahlo mai organizzate al mondo, con ventimila prenotazioni già raccolte in Italia e all’estero». Mostra che è prevista alle Scuderie del Quirinale dal 20 marzo e al 31 agosto. L’esposizione sarà possibile grazie a un progetto integrato tra Azienda Speciale Palaexpo e Palazzo Ducale di Genova, dove, dal 20 settembre 2014 al 15 febbraio 2015, proseguirà il racconto iniziato a Roma, con l’aggiunta delle opere di Diego Rivera. Alle Scuderie del Quirinale saranno visibili un centinaio di opere di Frida tra dipinti e disegni, oltre a venti quadri di artisti che hanno vissuto fisicamente e artisticamente vicino alla pittrice e a quaranta fotografie che la ritraggono, alcune famosissime, come quelle realizzate da Nickolas Muray per «Vogue», altre quasi inedite, come quella scattata da Dora Maar, una delle amanti di Picasso. Tra gli autoritratti, si potrà vedere quello con la collana di spine, mai esposto prima d’ora in Italia e quello con il vestito di velluto, che ricorda le donne di Modigliani. Fu il primo che dipinse, e lo eseguì a soli diciannove anni, nel 1926, per l’amato Alejandro Gómez-Arias con l’intenzione di riconquistarlo. I disegni mettono in luce l’intreccio della sua opera con quella dei movimenti culturali internazionali che attraversarono il Messico in quel tempo, dal pauperismo rivoluzionario al surrealismo. Verranno rivelati molti segreti nascosti nei suoi quadri, dietro facciate apparentemente innocue. Si è scoperto che alcuni dipinti furono respinti dai committenti non perché dipinti male, ma per i contenuti satirici. Come la zucca vuota (allusione all’asino), inserita nel 1942 nella Natura Morta che avrebbe dovuto adornare la sala da pranzo del presidente della repubblica Manuel Ávila Camacho.