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 2013  dicembre 19 Giovedì calendario

AUGUSTO RITROVA GAIO, L’EREDE

Da domani la mostra su Augusto alle Scuderie del Quirinale si arricchisce di una nuova opera: il ritratto di Gaio Cesare. La testa in marmo, alta 46 centimetri e risalente al I secolo d. C., proviene dalla Fondazione Sorgente Group, che l’ha acquistata alla fine di ottobre a un’asta londinese, su consiglio dell’archeologo Eugenio La Rocca, ideatore della mostra. La Rocca ha anche confermato l’identificazione delle sembianze del giovane Gaio, già principe designato da Augusto alla successione imperiale. «Il volto - spiega lo studioso - rientra nel tipo V della classificazione dei ritratti ‘Gaio’ realizzata da John Pollini. Sul viso ormai adulto e fiero di chi ha combattuto e vinto compaiono i primi cenni della barba, che prolunga le basette, e si notano sul labbro superiore i primi baffi. Solo altri due esemplari di questo tipo presentano la barbula con accenni di baffi. Il primo, in marmo, è conservato al Museo archeologico di Verona. Il secondo, in bronzo e molto danneggiato, al Palazzo dei Conservatori in Campidoglio». Ma gli elementi sui quali si basano i criteri della classificazione adottata dagli studiosi sono i riccioli. Al ritratto di Verona corrisponde infatti il numero delle ciocche di capelli, in particolare le tre sulla fronte e la coda di rondine sulla guancia sinistra. Identica al ritratto veronese anche la forma del viso, un ovale allungato e regolare, e la linea orizzontale delle sopracciglia. Quando la scultura venne realizzata, Gaio Cesare aveva 21 anni. Era nato nel 20 a.C. dal matrimonio di Agrippa con Giulia, l’unica figlia di Augusto. Poiché il nonno materno era privo di eredi maschi diretti, Gaio fu da lui adottato, nel 17 a.C., insieme al fratellino Lucio appena nato. I primi ritratti dei due bambini li ritroviamo nella processione dei personaggi scolpiti sui lati dell’Ara Pacis. Gaio, sette anni, appare intimorito, nonostante un uomo alle sue spalle gli tenga la mano sulla testa, come per rassicurarlo. Lui, per farsi coraggio, si aggrappa alla toga del padre Agrippa e si stringe contro il suo fianco, volgendo al tempo stesso lo sguardo ansioso verso la madre Giulia, che lo affianca sul lato opposto. Lucio, un bimbetto di appena due anni, si regge in piedi attaccandosi alle vesti di due giovani. Quando l’Ara Pacis fu inaugurata, il 29 gennaio del 9 a.C., Gaio aveva in realtà 11 anni. Agrippa era già morto e Giulia era stata costretta a sposare l’odiato Tiberio, figlio di primo letto della matrigna Livia. A 12 anni Gaio accompagnò Augusto nelle Gallie. Nell’1 a.C., dopo aver sposato Livilla, si trasferì in Grecia e in Asia Minore, per completare gli studi, ma anche in vista di una spedizione militare in Armenia. Due anni dopo fu eletto console. Il ritratto risale a questo periodo. Il 7 settembre del 3 d.C., mentre era impegnato nella spedizione militare in Armenia, fu gravemente ferito. Morì cinque mesi dopo in Licia e fu sepolto nel Mausoleo di Augusto a Roma.