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 2014  maggio 25 Domenica calendario

EFFETTO CONTE

A cinque giorni dall’inizio del campionato vediamo in giro molta impreparazione, come in quegli studenti che, chiamati a rimediare qualche materia a settembre, aprono i libri soltanto adesso. Una delle cause si collega al mercato di raccatto cui sono costrette le società da quando i conti hanno reso necessarie nuove strategie. Dieci anni fa, quando c’erano i soldi o ci si curava meno dei debiti, almeno le squadre più importanti avevano raggiunto la propria fisionomia con l’inizio dei ritiri: sapevano quali giocatori servivano, individuavano gli obiettivi e li compravano per tempo. Oggi tutti guardano ai saldi. Aspettano di conoscere gli scarti del mercato internazionale e sperano nella buona occasione a prezzi stracciati. Roba da ultimi giorni, anzi da ultime ore di agosto. È come chi compra il pesce andando al mercato quando smontano le bancarelle e si svende ciò che avanza: se non c’è il sarago va bene anche la triglia, in fondo nuotava pure lei.
L’esito è che alcuni mancano di titolari importanti (al Milan non hanno ancora deciso cosa fare in attacco dopo la cessione di Balotelli), altri non hanno la certezza di trattenere chi farebbe cassa, quasi tutti devono completare l’organico. Ci sono allenatori che disegnano un modulo ma non sanno se reggerà alla prossima settimana: pensate al Toro che lavora da un mese come se non avesse più Cerci e magari lo avrà ancora a disposizione. Un caso a parte è la Juve. Dovrebbe essere la meglio organizzata, dopo tre stagioni che hanno forgiato una squadra vincente e dall’identità definita: vista a Reggio Emilia sembra invece un cantiere pericolosamente aperto, con il Chievo alle porte e la Champions all’orizzonte.
Nella (apparente?) confusione bianconera confluiscono due fattori. Il primo è la strategia del last minute, per cui quando si parla di trovare una punta si citano Falcao, Podolski e Torres come se fossero la stessa cosa, richiedessero lo stesso tipo di investimento e li si potesse collocare indifferentemente nell’organico. Temiamo che si ripeta l’esperienza del passato con tanti top player annunciati e mai visti.
Il secondo fattore è la perdita di Conte. Sarebbe stata comunque grave, che sia avvenuta a metà luglio è una sciagura. Allegri sbatte qua e là alla ricerca di una propria formula: dopo un precampionato di modesta sostanza, si è convertito al cambio della difesa senza avere i test sufficienti per provarla e neppure gli uomini adatti a interpretarla. Si è visto con il Milan cosa combina una difesa a 4 con Lichtsteiner e Bonucci. Non era difficile saperlo.