Francesco Ceniti, La Gazzetta dello Sport 3/8/2014, 3 agosto 2014
LA PROCURA: «MOLTO DA APPROFONDIRE»
Solo la prima tappa. La riapertura del caso sulla morte di Marco Pantani, con ipotesi di omicidio volontario a carico di ignoti, richiede un lavoro certosino e lo studio approfondito degli atti, a cominciare dalle tante anomalie sottovalutate 10 anni fa. Il tempo passato non è un alleato del pm Elisa Milocco, titolare del nuovo fascicolo sul Pirata. Ma nell’esposto presentato dalla famiglia ci sono parecchi passaggi importanti. Specie nelle indagini dell’avvocato Antonio De Rensis ci sarebbero elementi fondamentali che potrebbero portare a degli indagati. Ecco perché la parola d’ordine della Procura di Rimini in questa fase, molto delicata, è «riserbo assoluto».
La conferma Anche per questo, il procuratore capo Paolo Giovagnoli ha spiegato la decisione confermando la notizia riportata dalla Gazzetta sulla riapertura del caso: «Abbiamo appena ricevuto le carte presentate dai familiari e aperto un’indagine. È un atto dovuto quando arriva un esposto-denuncia per omicidio volontario. Leggeremo le carte, se ci sarà l’esigenza di indagini chiederemo al Gip. Di sicuro abbiamo tante cose da approfondire, anche perché l’avvocato della famiglia Pantani ha fatto indagini e depositato memorie. E poi bisognerà vedere, anche alla luce del processo che ci fu a suo tempo, il risultato delle loro indagini in confronto all’esito del processo di allora».
Sono frasi importanti, al di là della forma sostanziale (ci sono atti dovuti e altri un po’ meno, ad esempio), in cui s’intravede già un percorso da seguire e la possibilità di affidare delle richieste a un giudice delle indagini preliminari. Che la Procura sappia come muoversi è evidente dalla scelta del registro a ruolo del fascicolo, un «modello 21» che usualmente è abbinato non solo all’ipotesi di reato (in questo caso omicidio), ma anche all’iscrizione nel registro degli indagati di qualche sospettato. Non è un obbligo, beninteso. Ufficialmente, l’inchiesta affidata al pm Milocco è contro ignoti. Quello che accade dietro le quinte non si può sapere, ma è chiaro che gli spacciatori accusati nel 2004 di aver causato la morte di Pantani per la vendita della cocaina potrebbero adesso dover fornire altre spiegazioni. Che l’inchiesta sia in buone mani è un dato di fatto: Paolo Giovagnoli è abituato a misteri importanti, quando era sostituto procuratore a Bologna si è occupato con successo di casi delicati come quello sulla Uno Bianca e sull’assassinio del giuslavorista Marco Biagi.
Ennesima perizia I movimenti delle nuove indagini saranno il più possibile tenuti coperti, specie le attività che richiedono autorizzazioni. Ma c’è un aspetto alla luce del sole: le conclusioni della perizia medico-legale del professor Avato e contenute nell’esposto sono talmente dirompenti da «costringere» la Procura a una terza perizia super partes. Il pm Milocco potrebbe avvalersi di uno specialista (come lo è il professor Avato) oppure chiamare i Ris dei carabinieri.
Vacanza studio Anche per la giovane sostituta, 33 anni, ieri è stata una giornata particolare. Alla vigilia delle vacanze si è vista consegnare dal suo capo un caso scottante e importante. Lei, arrivata a Rimini a febbraio, non ha legami con il territorio e forse anche per questo è stata scelta. «So bene l’importanza del fascicolo, datemi il tempo di leggere l’esposto. Sono molto curiosa di farlo: da lunedì (domani, ndr ) partirò per le vacanze programmate da tempo, ma porterò l’incartamento per approfondire e studiare nei minimi dettagli il caso. A settembre avrò tutto più chiaro». In autunno le domande potrebbero trovare risposta.