Daniele Martini, il Fatto Quotidiano 3/8/2014, 3 agosto 2014
ANAS, CIUCCI È FUORI STRADA: PRESIDENTE E PENSIONATO
L’Anas non è un’azienda per giovani. Comandano gli anziani, preferibilmente pensionati. A cominciare dal presidente, Pietro Ciucci, che zitto zitto se ne è andato in pensione un anno fa. Esattamente a settembre 2013, subito dopo aver ottenuto dal governo la riconferma alla guida dell’azienda pubblica delle strade. Così ora Ciucci a fine mese riscuote due volte: come presidente, incarico che ha gelosamente conservato, ovviamente, e come pensionato.
Quanto riscuote? Di certo non poco. Fino a non molto tempo fa gli davano circa 750 mila euro l’anno, poi lui stesso si era decurtato l’assegno, facendo il primo della classe tra i dirigenti pubblici e vantandosi molto nelle interviste ai giornali di questa sua scelta tanto inusuale quanto popolare. Stando bene attento, però, a non far sapere in giro che nel frattempo aveva portato a casa una seconda entrata. Un rinforzo previdenziale sostanzioso considerando che Ciucci aveva 44 anni di lavoro alle spalle, molti dei quali da dirigente, in particolare all’Iri dove fu il cocco di Romano Prodi e divenne direttore generale. La pensione di Ciucci è stata tenuta gelosamente nascosta dall’Anas. Di essa non si fa menzione nel dettagliato profilo pubblicato sul sito dell’azienda, per esempio, e Il Fatto ha dovuto penare per ottenere conferme ufficiali. Dopo molte insistenze l’ufficio stampa ha inviato una mail dettata dal presidente e dal contenuto anodino in cui si diceva che Ciucci aveva formulato una richiesta di pensione a settembre del 2013 avendo i requisiti per ottenerla. Ci sono voluti ancora alcuni giorni per avere conferma di ciò che a quel punto appariva ovvio, e cioè che Ciucci era un pensionato a tutti gli effetti. Il diritto alla privacy c’entra poco o niente con tutta questa riservatezza. Il fatto è che la posizione di Ciucci pensionato rischia seriamente di essere incompatibile con quella di Ciucci capo dell’Anas in base al cosiddetto «decreto Madia» (Marianna Madia, ministra della Pubblica amministrazione) che preclude ai pensionati incarichi dirigenziali nelle società pubbliche.
Forse sarà un caso, ma con Ciucci pensionato, all’Anas da un po’ di tempo agli anziani vengono fatti ponti d’oro. Negli ultimi mesi 160 persone sono state fatte entrare in azienda, aggirando il divieto di assunzioni nelle società pubbliche: molti sono pensionati Anas, recuperati di fatto come dipendenti a tutti gli effetti, nonostante figurino come co.co.co e co.co.pro (collaboratori coordinati e continuativi e contratti di collaborazione a progetto, secondo la complicata classificazione giuslavoristica). Centosessanta neoassunti non sono uno scherzo in una società di 6mila dipendenti e circa 200 dirigenti e in un momento di vacche magre come questo per le casse pubbliche e la stessa Anas. Anche perché tutti insieme quei 160 signori costano quasi 6 milioni di euro.
A molti di questi pensionati vengono riservati posti di pregio e lauti compensi. Un coetaneo del presidente, Gavino Angelo Coratza, ex condirettore generale andato in pensione un anno fa in anticipo sui tempi canonici, riceve 110mila euro l’anno con un contratto valido fino a giugno 2017, più bonus. Non ha fatto in tempo a infilare le pantofole che Ciucci l’ha richiamato affidandogli un incarico da mettersi sull’attenti: «Coordinamento delle attività inerenti l’esecuzione del Contratto istituzionale per ‘’attuazione del Piano Nazionale per il Sud», (le maiuscole sono nell’originale), più «l’adeguamento al tipo B dell’itinerario Sassari-Olbia strada statale 597/99». Al pensionato Piero Buoncristiano, ex capo del personale, è stata invece consegnata la poltrona di amministratore Cav, la società Anas con la regione Veneto per la gestione del Passante di Mestre.
Anche Ciriaco D’Alessio è stato strappato agli ozi dopo appena un anno di pensione e inserito con una retribuzione di 70mila euro nell’Unità di riserva, l’ufficio che dovrebbe vigilare sul contenzioso con i privati. Fino a un anno fa D’Alessio era il Magistrato delle acque di Venezia e da lì aveva affidato a Ciucci un bel po’ di lucrosi collaudi per le paratie del Mose. Con D’Alessio nell’Unità di riserva ci sono Francesco Bonparola, pensionato da 10 anni, e Roberto Beccali, pensionato da 13. Al quasi settantenne Alberto Brandani, ex consigliere Anas e pure consigliere degli Udc Lorenzo Ce-sa e Pierferdinando Casini, di euro ne danno 72mila come «Responsabile dell’organo di vigilanza».
Daniele Martini, il Fatto Quotidiano 3/8/2014