Elena Stancanelli, la Repubblica 2/8/2014, 2 agosto 2014
IL TRISTE DOVERE DEL TORO DA MONTA
Il toro, bos taurus, è un mammifero artiodattilo appartenente alla famiglia Bovidae. Suo figlio è il vitello, sua moglie la mucca, o, più precisamente, la vacca. Se castri un toro ottieni un bue, mentre la mucca, da giovane, si chiama giovenca o manza. Le corna però ce le hanno sia i maschi che le femmine, come in alcune altre razze. Le mucche sono meno forti e non sviluppano quel muscolo che produce il cosiddetto collo taurino, massa che sta tra la nuca e il garrese, di scarsa eleganza ma grande impatto emotivo. Non è la bellezza a caratterizzare infatti il toro, bensì la potenza, e la furia. Doti che, unite a quella curiosa avversione per il rosso, fanno del toro il perfetto protagonista della corrida. Il toro è un animale da monta, che detto così sembra una cosa invidiabile. In realtà non si tratta di star lì a ciulare dalla mattina alla sera. La monta consiste soprattutto in un gran traffico di stantuffi e pompe, e successive siringate dentro la mucca che, nel frattempo, comprensibilmente pensa ad altro. Ma l’alternativa alla monta è la macellazione, dal momento che il maschio non sa fare il latte e non è neanche simpaticissimo. Così il toro si rassegna e compie il proprio dovere, grazie a quell’apparato complesso e assai poco erotizzante. Come in alcune altre razze.
Elena Stancanelli, la Repubblica 2/8/2014