2 agosto 2014
APPUNTI PER GAZZETTA - EBOLA AVNZA
REPUBBLICA.IT
CONAKRY - L’Ebola un pericolo reale, potenzialmente catastrofico. E la comunità internazionale è chiamata a uno sforzo collettivo per arginare il virus. Questo il senso dell’allarme lanciato da Margaret Chan, direttrice dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Perché l’epidemia, ha spiegato, avanza in Africa occidentale più velocemente della mobilitazione attualmente in corso per frenarla. "Gli effettivi del soccorso nazionale e internazionale sono tristemente inadeguati" ha dichiarato Chan nel corso di un summit regionale sulla situazione a Conakry, capitale della Guinea. "Le conseguenze - ha aggiunto - possono essere catastrofiche" ed è alto il rischio di propagazione del virus in altri Paesi. Considerando l’altissima mobilità delle popolazioni africane, regolare o clandestina, nessuno può sentirsi al sicuro.
Perché non esiste ancora un vaccino in grado di proteggere dal flagello. Il National Institute of Health americano, riporta Cnn, a settembre inizierà i primi test sull’uomo di un vaccino su cui sta lavorando da anni in diverse versioni del vaccino. Ma l’emergenza è adesso. Per questo l’agenzia federale, dopo aver ottenuto buoni risultati sui primati, ha chiesto di sperimentare almeno sugli operatori sanitari attivi nelle zone colpite le terapie allo studio.
Nel vertice di Conakry, l’Oms e i presidenti dei paesi africani colpiti dall’epidemia di Ebola, Guinea, Sierra Leone e Liberia, annunciano un piano urgente da 100 milioni di dollari, con cui organizzare il dispiegamento di "diverse centinaia" di operatori sanitari al fianco del personale medico già impegnato da mesi contro l’epidemia costata la vita finora a quasi 730 persone, 57 negli ultimi quattro giorni, con oltre 1300 casi accertati dall’inizio dell’anno. Il piano prevede anche un rafforzamento delle misure di prevenzione e di diagnosi e una maggiore cooperazione nei controlli alla frontiera.
Il racconto di quanto sta accadendo è da brividi. La presidente della Liberia, Ellen Johnson Sirleaf, ne ha parlato alla Cnn, descrivendo un Paese nel panico. "Ci sono cadaveri. I liberiani ora sanno che è una cosa seria. Sanno che è una questione di vita o di morte. E ora iniziano a reagire". Ma la situazione è "estremamente grave - sottolinea la presidente liberiana - siamo vicini alla catastrofe". Anche la signora Ellen Johnson Sirleaf sottolinea che la dimensione del problema "non è solo della Liberia, della Sierra Leone o della Guinea. E’ un problema internazionale", esprimendo alla Cnn la sua riconoscenza nei riguardi dei medici e degli infermieri che stanno lottando sul campo contro la diffusione della malattia. "Ma serve un ulteriore sostegno", ha concluso.
Assieme al presidente della Sierra Leone, Ernest Bai Koroma, Ellen Johnson Sirleaf ha già fatto sapere che non prenderà parte allo storico primo summit Usa-Africa in programma la prossima settimana a Washington, dove convergeranno una cinquantina di capi di Stato o di governo delle nazioni africane. La Casa Bianca attende la conferma dell’assenza del capo di Stato della Guinea, Alpha Condé. La ragione della defezione è ovviamente l’ebola. Lo rende noto la Casa Bianca, spiegando che la crisi sanitaria non influenzerà il vertice di tre giorni. "Noi certamente comprendiamo la decisione dei leader africani di non partecipare vista la situazione di emergenza nei loro Paesi". E lo stesso Obama ha aggiunto: "E’ qualcosa da prendere molto seriamente", preannunciando maggiori controlli persino sui leader africani che verranno in America per il summit Usa-Africa.
Gli Stati Uniti hanno esortato gli americani a non recarsi in Liberia, Sierra Leone e Guinea, se non "strettamente necessario". Lo stesso avviso è stato emesso dalla Farnesina: dato l’aggravarsi della situazione sanitaria legata all’epidemia di Ebola "si sconsigliano i viaggi non necessari in Liberia e in Sierra Leone". Il Ministero degli Esteri segnala inoltre che in Liberia e in Sierra Leone "non è presente una Rappresentanza diplomatico-consolare italiana e, pertanto, l’Ambasciata d’Italia ad Abidjan (competente per la Sierra Leone) non potrà garantire ai connazionali una piena assistenza consolare".
Nel frattempo, due volontari americani infettati dal virus, il dottor Kent Brantly e la missionaria Nancy Writebol, saranno evacuati dalla Liberia con un volo charter appena partito da Cartersville, in Georgia, riferisce Cnn citando una fonte anonima. Il Daily Mirror dà grande evidenza al gesto eroico di Brantley: il medico americano, 33 anni, padre di due bambini ha rifiutato l’unica dose di un farmaco sperimentale contro la malattia in favore di Nancy Writebol, 60 anni, nonostante le sue condizioni fossero gravi.
Tra gli operatori sanitari impegnati nella lotta all’ebola anche cinque membri di Medici con l’Africa Cuamm, in servizio all’ospedale di Pujehun, Sierra Leone, distretto circondato da zone dove ci sono casi confermati di Ebola (Bone, Bo, Kenema, Liberia) e nuovi casi positivi si sono avuti a Tonkolili, Makene, Porto Loko, Kono e Freetown. Medici con l’Africa Cuamm sta cercando di reperire risorse finanziarie supplementari per mettere in atto gli interventi aggiuntivi richiesti: acquisto di kit per la protezione individuale (occhiali, camici, guanti, stivali, maschere), disinfettanti, schede telefoniche e gasolio per assicurare attività di formazione degli operatori locali, sensibilizzazione per le comunità, supervisioni e monitoraggio della situazione all’interno del distretto, nei confini nazionali e quelli con Liberia e Guinea.
Ma la diffusione del virus ha tante altre ricadute. Un portavoce militare della missione dell’Unione Africana in Somalia ha annunciato la cancellazione dell’arrivo delle truppe dalla Sierra Leone nel Corno d’Africa. La Sierra Leone è una delle cinque nazioni africane che provvedono militarmente alla difesa del governo somalo dalla guerriglia dei militanti di al-Shabab.
C’è poi la storia di Moses Sesay, ciclista 32enne della Sierra Leone, in gara per il suo Paese ai Giochi del Commonwealth in corso a Glasgow. Sesay è stato tenuto in isolamento per un sospetto caso di ebola e sottoposto a test che alla fine si sono rivelati negativi, scongiurando il primo caso di contagio del virus nel Regno Unito. "Ero malato. Mi sentivo debole e apatico", ha detto l’atleta al Daily Mirror, raccontando dei quattro giorni di quarantena durante i quali il personale medico scozzese attorno a lui indossava le speciali tute per evitare il contagio. Mike Hooper, direttore dei Giochi del Commonwealth, ha definito i titoli e gli articoli che in Gran Bretagna hanno preceduto il verdetto degli esami "non solo sensazionalistici, ma anche irresponsabili".
Chiude le porte agli africani il Libano. In una nota del Ministero del Lavoro, si annuncia, "causa timori per la salute pubblica", la sospensione del rilascio di permessi di lavoro per la manodopera proveniente dai Paesi dove la presenza dell’ebola è ormai conclamata: Sierra Leone, Guinea e Liberia.
ROMA - A settembre negli Usa inizieranno i primi test sull’uomo di un vaccino contro il virus Ebola. Lo ha annunciato, riporta il sito della Cnn, il National Institute of Health americano, che sta lavorando da anni su diverse versioni del vaccino. L’agenzia federale ha ottenuto buoni risultati sui primati, l’ultimo step prima dei test sull’uomo. "Stiamo lavorando con l’Fda per avviare la prima fase dei trial il più presto possibile - spiega Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid) -. I primi risultati potrebbero arrivare già all’inizio del prossimo anno". Fauci definisce i primi "risultati sui primati incoraggianti" e aggiunge che sta cercando di ottenere una procedura veloce e far partire i trial clinici quest’autunno.
SCHEDA Identikit del virus
Per la prima volta un siero anti-Ebola sarà sperimentato sull’uomo, visto che finora la ricerca di un vaccino, non è mai andata oltre i test sugli animali. I primi risultati dovrebbero essere disponibili, secondo Fauci, a gennaio. E se il prodotto si dimostrerà innanzitutto sicuro ed efficace contro il virus, potrebbe essere somministrato agli operatori sanitari che lavorano in Africa a partire dal prossimo anno.
In questi giorni diversi ricercatori hanno chiesto di sperimentare almeno sugli operatori sanitari che lavorano nelle zone colpite le terapie e i vaccini allo studio. La prima fase dei test clinici prevede la somministrazione del siero a persone sane per verificare la presenza di effetti collaterali gravi, e in caso non ve ne siano si passerà alla seconda fase in cui verrà testata l’efficacia. Dall’inizio dell’epidemia di Ebola in atto, lo scorso dicembre, in Africa occidentale ci sono stati 1323 casi censiti e 726 morti, 57 negli ultimi quattro giorni.
L’epidemia ha dato un’accelerazione alla ricerca, ma ci vorranno fra i due e i sei anni prima della disponibilità di un vaccino sul mercato. Gli scienziati americani sottolineano come la mancanza di fondi, e lo scarso interesse delle case farmaceutiche, hanno finora rappresentato un ostacolo allo sviluppo di terapie contro questa malattia.
(1 agosto)