Fulvio Abbate, il Garantista 18/7/2014, 18 luglio 2014
Cinque, quattro, tre, due, uno, zero… Boom! Evvai con gli ordigni assordanti! Insomma, l’occupazione del Valle ha i secondi contati! Sì, ho intenzione di entrare nei corpi speciali di polizia, esatto, proprio quelli che – come Diabolik, Batman o l’Uomo Ragno - si calano con le corde dell’elicottero per entrare nell’obiettivo sensibile e immediatamente – bang! Bang! e ancora bang! - liberare gli ostaggi
Cinque, quattro, tre, due, uno, zero… Boom! Evvai con gli ordigni assordanti! Insomma, l’occupazione del Valle ha i secondi contati! Sì, ho intenzione di entrare nei corpi speciali di polizia, esatto, proprio quelli che – come Diabolik, Batman o l’Uomo Ragno - si calano con le corde dell’elicottero per entrare nell’obiettivo sensibile e immediatamente – bang! Bang! e ancora bang! - liberare gli ostaggi. Pum! Pum! Fermi tutti! E così un istante dopo la situazione torna a essere sotto controllo, e vedi tornare il sorriso della libertà riconquistata sul viso dei prigionieri scampati alla cattività. Ovviamente ne conseguono gli applausi di chi ha assistito alla scena dalla strada e dai balconi vicini, tutti sollevati dopo la tepidante attesa. Se non vi è chiaro, ho fatto davvero domanda al ministero direttamente interessato, e intanto, incrociando i pugni, attendo sia accolta. Non posso dire d’essere in perfetta forma atletica, c’è pure la panza, ma le volontà politiche e drammaturgiche non mancano di certo. Nel questionario d’ammissione, tra i possibili obiettivi ipotizzati, inizialmente non c’era il Valle di Roma, così l’ho aggiunto io, a penna. Se tutto va bene, dovrebbero convocarmi per la prossima settimana, pronto per l’ora X. Per non farmi trovare impreparato, da un mese circa, è bene lo sappiate, dormo in mimetica, casco e candelotto in pugno, come neppure un eroe dei film di Kubrick. Per completare l’opera, siccome diversamente da altri amo davvero il teatro, ho tirato giù dallo scaffale il cofanetto dell’opera completa di Bertolt Brecht, nell’edizione Einaudi per la collana NUE, bianco con le strisce orizzontali rosse, e intanto ripasso a voce alta l’intera sua produzione - da “Baal” a “Il cerchio di gesso del Caucaso”, da “L’opera da tre soldi” a “La resistibile ascesa di Arturo Ui” – tuttavia, nel momento in cui avrò finalmente liberato il Valle, solo a quel punto, deciderò cosa mettere in scena, volendo, mi vedo bene perfino nei panni di Madre Courage: uno scialle nero da vedova sarda al posto del casco, ed è fatta, sono pronto. Come forse è noto, fino a ieri, lì al Valle, è stata rappresentata soprattutto l’opera drammaturgica di Concita De Gregorio, già, mettevano in scena i suoi articoli da Cannes sui film di Godard oppure dal mondiale di calcio in Brasile, qualcosa di irresistibilmente serio, roba che in confronto Ibsen e Strindberg diventano Mario e Pippo Santonastaso; personalmente confido molto nel Brecht che realizzerò a tempo debito. Ora che ci penso, già una volta era prevista, circa due anni fa, la mia presenza in quel teatro, peccato che appena seppero che avrei detto ciò che penso delle anime belle di sinistra richiamarono per dire che la mia presenza era annullata, salvo che “se vuoi venire ugualmente per fare parte del pubblico, puoi”. Inutile aggiungere che, sempre quella sera, si esibirono proprio nella lettura dell’opera omnia di Concita De Gregorio i migliori campioni delle Forze Riunite della Cultura e del Bene, ovviamente sotto la supervisione di Stefano Rodotà per l’occasione conciato pure lui da Madre Coraggio… O io o lui! Perdonate, ma ecco che dai Nocs mi è appena arrivato un sms: “Aldo dice 26 x1”. E’ il segnale del blitz. Vado! Come disse proprio Brecht rivolto a Veltroni: “Favorite i documenti!”