Silvia Bencivelli, la Repubblica 1/8/2014, 1 agosto 2014
LUNA – [Ecco perché ha la forma di un limone] – Per poeti e cantanti potrebbe trattarsi di una cattiva notizia
LUNA – [Ecco perché ha la forma di un limone] – Per poeti e cantanti potrebbe trattarsi di una cattiva notizia. Per gli astronomi, è la soluzione di un enigma: quello sulla vera forma della Luna. L’ha scoperta un gruppo di studiosi dell’Università della California a Santa Cruz, che ha pubblicato la sua ricerca sull’ultimo numero della rivista Nature. La loro risposta si può riassumere con un paragone prosaico: la Luna assomiglia a un limone. Per la precisione, a un limone appoggiato su un tavolo, con una protuberanza che guarda verso di noi, e un’altra dalla parte opposta. Lo spiega Ian Garrick-Bethell, prima firma della ricerca: «la Luna assomiglia a un limone, nel senso che è schiacciata e ha due bitorzoli all’altezza dell’equatore». La ragione di questa strana forma sta nei due movimenti del nostro satellite: la rotazione su se stesso, e quella intorno alla Terra. E nel fatto che, nel corso della sua storia, la Luna non è stata sempre solida: anzi, fino a quattro miliardi di anni fa è stata caldissima e viscosa, e decisamente malleabile. Così, ruotando su se stessa, la Luna ha assunto una forma schiacciata dall’alto in basso e rigonfia all’equatore: «immaginiamo un palloncino pieno d’acqua messo a girare velocemente, quindi sottoposto a una forza centrifuga», spiega Garrick-Bethell. Il risultato è una forma un po’ a pesca tabacchiera, per proseguire con i paragoni ortofrutticoli, che poi è quella che hanno anche la Terra e Giove. La rotazione della Luna intorno alla Terra è stata invece la causa della formazione dei due bitorzoli del nostro satellite. Perché la Terra, che è molto più grande della Luna, esercita su di lei un’attrazione di tipo gravitazionale che a sua volta genera forze che hanno stiracchiato la Luna liquida di un tempo. Ma la Luna guarda la Terra sempre dalla stessa parte, come cantavano i Pink Floyd. Per cui queste forze si sono esercitate sempre nella stessa direzione, generando, nella Luna liquida di un tempo, i due bitorzoli: uno che punta verso il nostro pianeta e uno che punta dalla parte opposta. Per gli scienziati questo significa che gli effetti delle due forze (la centrifuga e quella generata dall’attrazione della Terra) si sono solidificati insieme alla Luna. Ed è la conferma di un’ipotesi avanzata per la prima volta dagli astronomi nel 1898, quando però non c’erano gli strumenti né per andare sulla Luna né tantomeno per studiarla da quaggiù. Negli anni gli scienziati hanno provato a immaginare che cosa sia successo nel cielo di quattro miliardi e mezzo di anni fa, quando la Luna si è formata per l’impatto tra il nostro pianeta e un grande oggetto celeste che ne ha staccato un pezzo. E hanno provato a capire come siano andate le cose subito dopo, quando i frammenti e la polvere spaziale si sono addensati dando vita al nostro satellite. Oggi, per la prima volta, si è finalmente riusciti a combinare tra loro l’effetto delle due forze di rotazione. E a non farsi ingannare dalle asperità superficiali, cioè dai crateri generati da piccoli impatti spaziali successivi, che sono un po’ come le rughe sulla buccia del limone: non ne cambiano la sua forma complessiva, ma possono complicare i calcoli di chi la osserva da 400mila chilometri di distanza. Ci sono poi altre sorprese: per esempio, gli scienziati hanno osservato che i due bitorzoli non sono esattamente dove si troverebbero se la Luna solidificasse adesso. Ma sono un po’ spostati. Il che significa che la faccia che la Luna ci mostra non è esattamente sempre la stessa, ma nei miliardi di anni ha un po’ ruotato. Poco, trenta gradi soltanto, e forse non abbastanza per riscrivere poesie e canzoni. Ma di certo quel che serve agli astronomi a capire meglio la storia misteriosa del nostro satellite e di tutti gli altri corpi celesti che da miliardi e miliardi di anni popolano l’universo. Silvia Bencivelli, la Repubblica 1/8/2014