Marco Pasotto, La Gazzetta dello Sport 1/8/2014, 1 agosto 2014
SU LA CRESTA, FARAONE
Quando Mexes l’altro giorno ha fatto il nome di Menez, c’è stato quasi un attimo di sorpresa. Philippe è la prima voce rossonera, da un mese a questa parte, a non votare El Shaarawy. Per il resto, è stato un plebiscito quasi imbarazzante. Chi sarà l’uomo-Milan 2014-15?, era la domanda. Stephan, ovviamente. Hanno risposto così, in ordine di tempo, il capitano Montolivo, i due amministratori delegati Barbara Berlusconi e Adriano Galliani, e il senatore Abbiati. Tutti con Stephan, tutti per Stephan. Sarà il suo anno perché ha sofferto molto, giocato poco e vuole riprendersi tutto ciò che ha perso. Insomma, questione di motivazioni e di affetto, che peraltro ha ricevuto a palate. Compreso il selfie che un giovane invasore di campo ha voluto scattarsi proprio con lui durante la partita con l’Olympiacos a Toronto. Una popolarità che esce dai confini nazionali e che Stephan apprezza tanto da aver fatto una cosa impensabile: l’altro ieri si è fatto toccare la (sacra) cresta da un tifoso. Azzardo che non permette nemmeno ai compagni.
El Shaarawy, lei è sulla bocca e nei pensieri di tutti. Troppa pressione non rischia di essere nociva?
«No, la cosa non mi preoccupa. Anzi, mi stimola. Nonostante sia stato fermo a lungo sento molta fiducia e stima nei miei confronti. Intendo ripagare tutti. Alla pressione replico ponendomi l’obiettivo di tornare importante per il Milan e riprendermi la Nazionale, a prescindere da chi sarà il c.t.».
Il lungo stop è davvero alle spalle?
«Sì, capitolo chiusissimo. Ho elaborato tutto e sono pronto a ripartire. Ricominciare a giocare a pallone da protagonista è il desiderio più grande che ho mai avuto in vita mia. Il piede non mi dà più problemi, ho una voglia enorme di riscatto e di rivincita».
Fra lei e Inzaghi fate a gara a chi ha più motivazioni.
«Ha uno spirito di sacrificio incredibile e ce lo sta trasmettendo. La sua voglia e il suo carisma aiutano molto. In queste prime settimane ci sta chiedendo più l’atteggiamento della tattica. Trasmette un entusiasmo incredibile e questa è la sua qualità migliore».
C’è qualcosa che le ha chiesto in particolare?
«Di curare i dettagli fuori dal campo, come l’alimentazione e le ore di riposo. Cose a cui io do molto valore».
Senza tralasciare che il sistema di riferimento è un certo 4-3-3...
«Già. Lo sapete tutti, è il mio preferito. Ci sono i presupposti per giocare una grande stagione».
Un po’ dura spiegarlo ai tifosi ora come ora. Lei qualche giorno fa li ha anche chiamati al telefono da Casa Milan per invitarli a rinnovare l’abbonamento...
«Capisco che siano delusi, ma posso assicurare che le idee di gioco ci sono. Serve solo un po’ di pazienza. Sono convinto che a fine agosto saremo pronti. Ho molta fiducia: vedo lo spirito giusto e impegno da parte di tutti».
Okay, sarete pronti: ma per cosa? Dove può arrivare questa squadra?
«L’obiettivo non può che essere tornare in Champions, quindi arrivare fra le prime tre. Questo gruppo se lo merita e negli occhi dei compagni vedo la determinazione giusta. Se saremo un gruppo vero, possiamo sognare. Il segreto di tutto è una squadra unita».
Quanto le manca il gol?
«Ci penso sempre, per un attaccante è la vita. Ma ora è più importante la condizione».
State per affrontare il Liverpool, un avversario di prestigio per fare gol.
«Mi piacerebbe segnare per fare un regalo al mister: per lui sarà una partita speciale».
Dopo il lungo digiuno, qualsiasi gol sarà speciale anche per lei. Che cosa si porta dentro dopo tutto quello che le è successo?
«Ho dentro tantissima voglia. Ecco perché mi sono allenato quando i compagni avevano il giorno di riposo e durante le vacanze. Sto cercando la condizione ottimale, stare fuori a lungo alla mia età non è facile. Ma sono maturato. Le esperienze, belle o brutte, ti fanno comunque crescere. Ne esco più forte nella testa e convinto di voler dimostrare tutto il mio valore».
Se dovesse darsi una percentuale, a che punto di maturazione è nella sua carriera?
«Nemmeno al 60%. Ho ampi margini di miglioramento atletico, tecnico e mentale».
Balotelli invece su che percentuale viaggia?
«Anche in questo ritiro lo sto vedendo bene. Ha una grande voglia di dimostrare cosa sa fare e tornare a essere un campione, perché ha tutte le qualità per riuscirci. Per noi è importantissimo».
Quando accadrà, il Milan ne sarà felice: significa che starà facendo bene in rossonero.
«Sarà il modo per ripagare questo club, con cui ho un rapporto speciale. Mi vogliono tutti bene e sento tantissimo l’affetto dei tifosi. So di essere preso come esempio dai ragazzini».
A proposito di ragazzini, ci dica due parole su Mastour.
«Siamo in camera insieme, e quando capita gli do qualche consiglio. E’ un predestinato, ha colpi da campione».
Vi mettete a smanettare insieme sui social network? Occhio ad Abbiati...
«Li utilizzo perché mi piace avere un rapporto diretto coi tifosi, ma con moderazione: Inzaghi mi ha detto che un uso eccessivo può peggiorare le prestazioni anche del 50%, perché ci si deconcentra».
Ma è vero che ha accorciato un po’ la cresta?
«Sì, giusto una spuntatina di pochi centimetri. Non fatevi strane idee: il look resta sempre lo stesso».