Nino Sunseri, Libero 1/8/2014, 1 agosto 2014
RENZI E FIAT LICENZIANO DE BORTOLI DAL «CORRIERE»
Ferruccio de Bortoli lascerà la direzione del Corriere il 30 aprile. Probabilmente gli ultimi editoriali molto polemici nei confronti di Renzi non devono essere piaciuti a Palazzo Chigi e nemmeno in casa Fiat. E che si tratti di un licenziamento in piena regola ci tiene a precisarlo il direttore stesso smentendo il comunicato al miele emesso dalla proprietà: «Ho sperato che ci fosse la possibilità di un nuovo iniziodichiara al sito del mensile specializzato Prima Comunicazione Non c’erano le condizioni, alla fine ho accettato la proposta di uscita che mi è stata fatta dall’azienda. Lascerò la direzione del Corriere della Sera il 30 aprile. Comunque non ho dato io le dimissioni».
Un paio d’ore prima Rcs aveva diramato un comunicato di tutt’altro tenore. Parlava di separazione consensuale. Di una richiesta avanzata al direttore di restare fino alla primavera e di una ricerca concordata del successore. Non poteva mancare il ringraziamento «per i dodici anni complessivi di direzione» e soprattutto di attaccamento all’azienda «dov’era entrato nel 1973». Parole di rara ipocrisia che hanno spinto de Bortoli alla successiva precisazione: è stato un licenziamento in piena regola attenuato da una liquidazione di 2,5 milioni che, considerando i bonifici che girano per rotture di questo livello, non sono nemmeno moltissimi.
Oggi pomeriggio si riunirà l’assemblea dei redattori del quotidiano di Rcs. Con tutta probabilità confermerà la piena solidarietà con il direttore e questo contribuirà ancora di più a scavare il fosso con la proprietà, che lascia il primo giornale italiano senza una guida per otto mesi.
Anche questa volta il Corriere della Sera misura cambiamenti della politica. In via Solferino i direttori sono buoni solo per una stagione. Lo stesso per la proprietà. In effetti il cambio di direttore era atteso già per l’estate scorsa quando Torino aveva messo sul tavolo una «fiche» che valeva il 20% di Rcs. Il blitz però non era riuscito: bloccato il trasferimento di Mario Calabresi dalla Stampa al Corriere. I rapporti fra de Bortoli e l’amministratore delegato Pietro Scott Jovane sempre più tesi.
Ma fino a questo punto era una situazione tollerabile. L’equilibrio si è rotto quando de Bortoli ha messo la corazzata di via Solferino in rotta di collisione con Palazzo Chigi. Insopportabile per la Fiat. Colpi contro il primo governo che, dopo una decina d’anni, mette in pista un incentivo serio per l’auto. Ma soprattutto un sospetto considerando che nelle stesse ore anche Diego Della Valle usava accenti di durezza inconsueta. Il rigoglio della dietrologia: a muovere le accuse di Della Valle il fatto che Renzi vuol togliere gli incentivi alla bolletta elettrica per i treni. Un colpo mortale per Italo che già marcia a scartamento ridotto. A indebolire de Bortoli i malanni, giudiziari e di salute, di Giovanni Bazoli, principale sponsor dell’attuale direzione. Il presidente di Banca Intesa potrebbe uscire di scena da un momento all’altro. Sarà un caso se anche al Corsera arriva la svolta? Difficile crederlo.