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 2014  luglio 31 Giovedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - PRIME DIFFICOLTA’ PER RENZI


REPUBBLICA.IT
ROMA - L’incidente tanto temuto alla fine è arrivato. Su un emendamento presentato dal senatore della Lega Stefano Candiani la maggioranza è stata battuta con 154 voti favorevoli, 147 contrari e 2 astenuti. I franchi tiratori si sono manifestati con lo scrutinio segreto concesso dal presidente Grasso e contestato dal capogruppo Pd Luigi Zanda.

Il governo, con il ministro Boschi, aveva dato parere contrario, mentre i due relatori si erano divisi: favorevole Calderoli, contraria la Finocchiaro. La proposta di modifica dell’articolo 55 della Costituzione conferisce al Senato competenze sui temi della famiglia e del matrimonio, su quelli della salute e su quelli etici (come bio-testamento e diritti civili) previsti dagli articoli 29 e 32 della Carta.

Bocciato invece un altro emendamento del senatore leghista Candiani (questa volto con voto palese) che prevedeva una riduzione del numero dei deputati.
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L’Aula ha quindi approvato, con 214 sì, 81 no e 6 astenuti, l’articolo 1 del ddl Boschi sulle funzioni delle Camere che in pratica sancisce la fine del bicameralismo perfetto.

Polemica sul ruolo di Grasso. Al centro delle polemiche, dunque, il presidente Grasso. Prima contestato dal capogruppo Pd Luigi Zanda per aver concesso il voto segreto sul primo emendamento Candiani, poi dalle opposizioni per non aver concesso il voto segreto sulla proposta di riduzione del numero dei deputati. Grasso ha replicato in Aula: "Ho rispettato sia nelle forme sia nella sostanza le regole previste dalla Costituzione e dai regolamenti - spiega la seconda carica dello Stato - senza accettare che queste regole venissero di volta in volta piegate da qualsivoglia interesse di parte".

Le parole del presidente del Senato non sono bastate a placare le proteste delle opposizioni, che hanno chiesto la ripetizione del voto. Al coro "libertà, libertà", intonato dai senatori leghisti (video), Grasso ha sospeso la seduta per qualche minuto alle 17,15, successivamente ha convocato la conferenza dei capogruppo. Ma neanche questo ha rasserenato il clima: i capogruppi di Cinque Stelle, Sel e Lega hanno abbandonato per protesta la riunione.

"La seduta, a questo punto, sarà sospesa fino alle 21 per consentire di riprendere in maniera migliore, diciamo così" ha annunciato Grasso, aprendo e chiudendo velocemente la seduta che già era stata ferma per circa due ore dopo la convocazione della capigruppo. A quanto si apprende, alla ripresa saranno votati i presupposti di costituzionalità del decreto carceri.

La giornata negativa per il governo è proseguita nel pomeriggio in Commissione giustizia al Senato, dove il governo è andato sotto su un emendamento di Nitto Palma (Forza Italia) al decreto carceri. La modifica è passata grazie ai voti di Ncd e Scelta Civica. Il testo, se l’Aula confermerà la modifica, dovrà tornare in terza lettura alla Camera.

Polemica dopo il voto. Pd: tornano i 101 di Prodi. I senatori dem assicurano: "La norma non è un caposaldo della riforma, sarà cambiata nelle successive letture". Ma nel partito è subito polemica per l’esito del voto. Per il sottosegretario alle Riforme Ivan Scalfarotto "la norma votata dal Senato non intacca la riforma, ma crea danno alle battaglie per i diritti civili, costrette al pantano bicameralista". Il ministro dell’interno Alfano minimizza: "Il governo aveva ampiamente messo in conto la possibilità di qualche incidente come questo".

"Un pessimo remake in Senato #laricaricadei101" scrive su Twitter Francesco Nicodemo, responsabile comunicazione del Pd, ricordando l’episodio dei 101 parlamentari che votarono contro Prodi durante le votazioni per l’elezione del presidente della Repubblica. In un altro tweet Nicodemo parla di "vittoria di Pirro" delle opposizioni: "milioni di persone valgono più di 101". Di diverso avviso l’ex segretario Pd Pierluigi Bersani che su twitter scrive: "Spiacevole davvero il voto al #Senato. Ma sui #101 andiamo cauti. Lì l’esperto sono io".

Dalla direzione del Partito democratico è arrivato il commento del premier Matteo Renzi, che ha definito il voto di oggi certamente "negativo", ma non un "remake dei 101" e ha annunciato che alla Camera si valuterà se correggere di nuovo la riforma del Senato o no. Il presidente del Consiglio ha chiesto mandato all’assemblea per modificare l’Italicum: obiettivo introdurre le preferenze e alzare la soglia per il premio di maggioranza.

Senato, governo battuto: le reazioni dell’aula
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Esultano le opposizioni: il leader di Sel Nichi Vendola crede che per il governo "è giunto il momento di accantonare l’ostruzionismo, che ha impedito di poter discutere del seguente tema: quanto potere hanno i cittadini nel discutere della riforma costituzionale necessaria?". l senatori del M5s parlano di "grande vittoria". "Con questi poteri importanti in più, il Senato dovrà essere eletto direttamente dai cittadini dal momento che si tratta di temi sensibili" si legge in una nota del gruppo di Palazzo Madama.

IL DIBATTITO IN AULA, LA DIRETTA

Il dibattito: Zanda cede tempo a M5s. In mattinata è ripreso il dibattito in Aula. Il capogruppo Pd Luigi Zanda, come gesto di distensione, ha ceduto al gruppo del Movimento 5 stelle 30 minuti del suo tempo per permettere ai senatori pentastellati di illustrare gli emendamenti.

Non resta molto tempo a disposizione delle opposizioni. Una volta esaurite le 115 ore stabilite dalla conferenza dei capogruppo, la votazione degli emendamenti restanti procederà spedita.

Il gesto di Zanda ha provocato la reazione polemica di Sel. "Apprezzo il gesto di Pd e Forza Italia, che hanno concesso tempi di intervento solo al M5S" ha affermato la capogruppo Loredana De Petris, che ha aggiunto: "Solo a noi si vuole impedire di parlare, ne prenderemo atto".

Intanto interviene nel dibattito sulle riforme anche il presidente della Camera Laura Boldrini che, durante la cerimonia del Ventaglio a Montecitorio, afferma che "il bicameralismo non funziona più" e che bisogna sicuramente "ridurre i parlamentari".

Ieri respinto emendamento Minzolini. Ieri grazie alla tecnica del ’canguro’, che fa decadere gli emendamenti analoghi a quelli già bocciati, altri 450 emendamenti sono stati soppressi, che si sono aggiunti ai 1400 già caduti martedì. Bocciata una delle proposte di modifiche più attese, quella presentata dal ’dissidente’ azzurro Augusto Minzolini per confermare il Senato elettivo, con 171 voto contrari, 114 a favore e 8 astenuti. Un risultato che mostra la tenuta della maggioranza, anche se il traguardo dei due terzi sembra difficile da raggiungere. Ma il premier ha già messo in conto il referendum confermativo.

SCHEDA/ COME SARA’ IL NUOVO SENATO

Di Maio contro Grasso. In mattinata è arrivato l’attacco del vicepresidente della Camera Luigi Di Maio al presidente del Senato Pietro Grasso, accusato di "abdicare totalmente al suo ruolo istituzionale di padre del dibattito parlamentare, che esiste in qualsiasi ordinamento democratico" scrive Di Maio sul blog di Beppe Grillo in una lettera aperta al presidente di Palazzo Madama.

"Ieri - aggiunge - ho visto Pietro Grasso trincerarsi dietro il voto dell’aula per non assumersi alcuna responsabilità. Al grido ’l’Aula è sovranà, ha posto in votazione qualsiasi questione procedurale venisse avanzata dalla maggioranza: tutti chiari espedienti per evitare il voto segreto o per eliminare la discussione su migliaia di emendamenti in 5 minuti".

Infine un appello: "Presidente Grasso, credo che lei sia ancora in tempo per ripensarci, nonostante le scomposte e improprie ingerenze di Palazzo Chigi e del Quirinale. Credo che lei sia ancora in tempo per evitare questo scempio".