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 2014  luglio 31 Giovedì calendario

LA SPINELLI SI TIENE IL SEGGIO E PURE LO STIPENDIO

Aveva promesso di lasciare il seggio «a candidati che hanno più energie e competenze per portare in Europa la nostra voce in un lavoro quotidiano che sarebbe al di sopra delle nostre forze», poi ha detto che forse ci pensava, poi ci ha pensato e ha deciso di tenere il seggio, lasciando a casa il povero Marco Furfaro di Sel («Trattato come carne da macello»), figlio di un operaio e non di Altiero Spinelli.
Una volta eletta eurodeputata Barbara Spinelli, editorialista di Repubblica, poteva forse destinare una quota della suo stipendio parlamentare alla lista Tsipras («sarebbe stato opportuno» ci dice un esponente nazionale di Sel che non vuole comparire, come altri interpellati), visto che la lista in campagna elettorale forniva l’Iban agli elettori perché «siamo l’unica lista povera - si legge ancora sul sito - non abbiamo ne finanziamento pubblico né grandi donazioni da privati. Possiamo solo contare sulla vostra generosità».
E sulla generosità degli eletti di Tsipras? Niente, nessun contributo dalla Spinelli alla «povera lista» Tsipras. Proviamo a sentire la scrittrice eurodeputata, ci risponde che manderà quattro righe, che poi non arrivano. Dopo il «silenzio andropoviano» della Spinelli arriva invece la telefonata di una sua collaboratrice, per «capire meglio cosa vogliamo sapere», ci promette altre quattro righe, che non arriveranno mai.
Altri, dalla Tsipras, confermano che l’argomento non è mai neppure stato discusso. E che nell’ultima riunione, presenti la Spinelli e Sel, non si è riusciti neppure a definire dei ruoli, un coordinamento, una gerarchia dentro l’associazione. Solo un comitato operativo di 235 persone. Ergo: il caos. Figuriamoci se c’è una linea sulle quote degli eletti a Strasburgo (dove l’indennità è di 8mila euro al mese più 4mila euro di rimborso spese) per finanziare l’attività politica della lista Tsipras.
Eppure non è che l’associazione politica ispirata dal leader greco, già piena di problemi e scissioni (su tutto: dalle candidature alle alleanze alla retromarcia della Spinelli sul seggio Ue, persino al gruppo a cui iscriversi a Strasburgo), navighi nell’oro, anzi. Se non fosse stato per i 200mila euro messi da Sel, a fondo perduto, la campagna elettorale sarebbe stata dura da chiudere e ancora più dura strappare tre seggi, con lo 0,3% sopra la soglia, un soffio.
Ma l’indennità da eurodeputato è un diritto di un eletto, la contribuzione è volontaria. Anche perché da quando è onorevole la Spinelli si è vista congelare il contratto di collaborazione con Repubblica. Resta quel che la Spinelli certifica nella «Dichiarazione di interessi finanziari» obbligatoria per tutti gli eletti all’Europarlamento. Alla voce «Attività professionali nel triennio precedente l’inizio del mio mandato al Parlamento» l’intellettuale e già compagna dell’ex ministro Padoa-Schioppa riporta un «pensionata», e come fascia di reddito quella che va da «5.001 a 10.000 euro lordi al mese». Volete pure un contributo?
Visto che poi c’è una guerra in corso, dentro l’associazione Tspiras, che vede contrapposti i garanti come Guido Viale (ex Lotta continua), Marco Revelli (ex Lotta continua) e la Spinelli, e dall’altra proprio Sel, vista come un ostacolo per far posto alla sinistra «nuova» di Spinelli e gli altri ideologi reduci dai ’70.
Una mail infuocata girata nei giorni scorsi nel gruppo, firmata dall’attore pasionario Ivano Marescotti, candidato non eletto (si fece notare per un attacco a Berlusconi: «È un delinquente comune, va con puttane minorenni»), se la prende proprio con il partito di Vendola: «Finché esisterà Sel non esisterà la Tsipras». Un’analisi condivisa in pieno dalla Spinelli. Che nel frattempo ha ritrovato le energie non solo per il seggio, ma anche per una vicepresidenza, quella della Commissione per gli affari costituzionali del Parlamento Ue. Per un’Europa più giusta questo e altri sacrifici.