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 2014  luglio 31 Giovedì calendario

RECORD, IL SERVIZIO PIU’ VELOCE DELLA STORIA

«Wow!» hanno esclamato meravigliati gli astanti delle tribune di Stanford, nello scorgere la scritta "131 mph" (211 kmh) sul radar di velocità dopo il servizio di Sabine Lisicki. Un momento storico. Eppure Ana Ivanovic, l’avversaria, ha avuto riflesso e timing felini tali da riuscire a colpire la palla di tennis più veloce della storia femminile (ma fuori del campo).
Il nuovo primato segna un altro passo in avanti del connubio sport&tecnologia, caratterizzato sempre più dalle imprese che "aiutano" gli sportivi con le loro invenzioni. Le tenniste, da ieri, hanno la consapevolezza di poter battere appunto a 211 orari e di potersi avvicinare ai maschi, fermi (dal 2012) ai 257,5 kmh del francese Olivetti (ci sarebbe un servizio di Sam Groth a 263 kmh, ma non omologato). Lo sanno Serena e Venus Williams, così come le ragazze dell’Est Sharapova e Azarenka. Certo che l’evoluzione della velocità nel tennis è stata esponenziale nell’ultimo ventennio: se nel 1991 solo una volta fu registrato un servizio (maschile) sopra i 205 kmh, quattro anni dopo erano già undici. E dal 1997 lo sdoganamento è stato totale, con ventuno casi. Poi gli statistici hanno smesso di contarli dagli anni Duemila.
In realtà la leggenda vuole che anche nei tempi dei Gesti Bianchi, ai tempi delle racchette di legno pesanti e dall’ovale minuscolo, ci fossero personaggi che nulla avevano da invidiare ai tempi d’oggi: nel 1931, secondo i cantastorie del periodo, Big Bill Tilden fece esplodere il suo servizio Cannonball a oltre 260 orari. Ma non c’era il digitale, e dunque dobbiamo accettare il racconto orale che è stato tramandato.
Il colpo della Lisicki ha (ri)aperto un tema evergreen, quello della velocità dello sport in generale, e su quale sia il più veloce. Tennis? Calcio? Baseball? Hockey? Ronny, calciatore brasiliano, calciò una posizione a 211 kmh, meglio di Roberto Carlos o di Ronaldo e Messi. Invece la pallina da baseball di Aroldis Chapman, cubano dei Cincinnati Reds, viaggiava a 170,6 kmh. Comunque meno veloce della mazza da hockey di Bobby Hull, canadese capace di tirare a 191,5 orari.
Quelli della pallanuoto ricordano ancora oggi il croato
Simenc e quel suo tiro a 110 orari. Eppure non sono questi gli sport più veloci. No. il ping pong, per meglio dire tennistavolo, in passato ha visto una controschiacciata del coreano Kim Taek Soo a 170 orari. Il volley ricorda degli smash a 115 kmh, dal cricket testimoniano di punte a 160 orari. Squash e bowling viaggiano in media sui 150. In zona podio il tamburello (non quello da spiaggia), che tocca i 250 orari. Ma la medaglia di bronzo è per il badminton, con il volano che - è stato misurato ufficialmente - schizza anche a 290 orari. Ancora meglio la pelota basca, jai alai. Disciplina antica, la cui cesta in vimini (o in plastica) a forma affusolata chiamata chìstera può lanciare la palla di cuoio caprino anche (è accaduto, naturalmente) a 300 all’ora.
A chi spetta la palma del più veloce? Beh, nel golf da sempre dicono che la pallina potrebbe viaggiare anche oltre i 300 orari, se lo swing del drive fosse fatto secondo manuale. Non bisogna scomodare Tiger Woods per questo primato, ma Maurice Allen che, a Orlando il 3 marzo 2012, ha fatto volare la pallina ad una velocità di 339,50 orari. Altro che F1. Ma chi l’ha detto che il golf è per sedentari?