Giovanna Casadio, la Repubblica 31/7/2014, 31 luglio 2014
DALL’EMILIA ALLA PUGLIA, ECCO TUTTE LE ROCCAFORTI A RISCHIO ROTTURA SEL-PD
La coordinatrice di Sel dell’Emilia Romagna ha chiamato i dem bolognesi per avere notizie: «E allora, salta l’alleanza?». Gianni Speranza, sindaco di Lamezia Terme, dall’altro capo dell’Italia, in Calabria, comincia ad avere qualche dubbio. Fino a ieri era scontato che avrebbe corso per le primarie di coalizione del centrosinistra, peraltro con buone chance di sbaragliare i candidati “governatori” messi in campo dai Democratici. Ma ora il rischio è concreto: tra il Pd e Vendola è rottura.
Al sottosegretario dem Luca Lotti che aveva avvertito i vendoliani della possibilità che l’ostruzionismo sulle riforme rovesciasse il banco del centrosinistra, ha risposto ieri Nichi Vendola, contrattaccando: «Ci saranno delle conseguenze...». Per il “governatore” e leader di Sel è proprio la scadenza elettorale nella “sua” Puglia a fare la differenza. Nella prossima primavera in Puglia si vota: ci provassero i Dem a privarsi, lì, dei consensi dei vendoliani. Francesco “Ciccio” Ferrara, che è stato coordinatore di Sel prima di passare il testimone a Nicola Fratojanni e prima della diaspora, ironizza: «Il Pd in Puglia va senza Vendola? Auguri».
Ma è evidente che tra i vendoliani si mastica amaro. Il partito della sinistra, già sotto tensione dopo l’addio del gruppo di deputati capitanati da Gennaro Migliore, è in fibrillazione. Se il Pd dovesse voltargli le spalle, prevarrebbe l’anima più radicale e oltranzista. Sel oggi in mezzo al guado sarebbe spinta verso l’approdo in una “lista Tsipras” nazionale. Un progetto politico di sinistra movimentista e anti renziana. Del resto è stata proprio la scelta per Tsipras in Europa ad avere innescato la resa dei conti interna in Sel.
Emilia Romagna e Calabria vanno al voto a novembre. Nella primavera del 2015 toccherà a altre otto Regioni, tra cui la Toscana e la Campania. In Puglia Dario Stefàno, uno dei sette senatori di Sel in trincea contro la riforma Renzi, è pronto per le primarie e per sfidare i democratici Michele Emiliano, Elena Gentile e Guglielmo Minervino. Invita a più miti consigli. «Non sono le diverse visioni sulla riforMA costituzionale, o su alcuni punti di essa — dice — a dover indicare i termini delle alleanze locali. Mi sono candidato alle primarie in Puglia con l’obiettivo di tenere unito il centrosinistra pugliese. E con l’obiettivo di farlo continuare a vincere».
Il pericolo effettivamente è che si regalino Regioni al centrodestra. Stefano Bonaccini, responsabile enti locali del Pd, pole position come candidato governatore al posto del dimissionario Vasco Errani, parla di «un problema serio»: «Noi governiamo il 90% dei Comuni insieme, abbiamo lavorato per vincere in Piemonte e in Abruzzo, se però la deriva vendoliana è questa, tutto viene rimesso in discussione». Nelle Marche, il coordinatore Edoardo Mentrasti era già molto scettico sull’aLleanza con il Pd. In Toscana tutto da vedere, perché l’ex sfidante del sindaco fiorentino Dario Nardella, Tommaso Grassi e il consigliere regionale Mauro Romanelli hanno in mente un’altra sinistra alternativa ai dem. Le alleanze politiche locali e le riforme costituzionali appaiono sempre più strettamente intrecciate.
Di Sel sono i sindaci di Milano, Giuliano Pisapia, di Genova, Marco Doria e di Cagliari, Massimo Zedda. Governano con forti coalizioni di centrosinistra. Bonaccini ricorda gli accordi di ferro fatti ad esempio per battere la destra in Sardegna. «Se vogliono una rottura definitiva con noi, è perché si muovono nell’orizzonte di altre alleanze non più a sinistra»: ripetono i vendoliani come un mantra. «A livello periferico non mi sembra che questa minaccia abbia sortito grandi effetti — rassicura il segretario pugliese di Sel, Gaetano Cataldo — Mi parrebbe una cosa curiosa consegnare la Regione Puglia a un’alleanza che magari vede il Nuovo centrodestra nelle file del centro sinistra».