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 2014  luglio 30 Mercoledì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LIBIA IN FIAMME DAGOSPIA 1.LIBIA: OLTRE 75 MORTI IN 48 ORE SCONTRI A BENGASI (ANSA) - "Sono almeno 50" i cadaveri trovati stamani nella base delle Forze speciali libiche conquistata dai miliziani islamici a Bengasi dopo 48 di battaglia

APPUNTI PER GAZZETTA - LIBIA IN FIAMME DAGOSPIA 1.LIBIA: OLTRE 75 MORTI IN 48 ORE SCONTRI A BENGASI (ANSA) - "Sono almeno 50" i cadaveri trovati stamani nella base delle Forze speciali libiche conquistata dai miliziani islamici a Bengasi dopo 48 di battaglia. Lo riferiscono fonti mediche citate dai media internazionali. Altri 25 cadaveri di persone uccise negli scontri sono stati portati negli obitori degli ospedali. 2.LIBIA:FORZE HAFTAR VIA ANCHE DA BASE AEREA E POLIZIA BENGASI (ANSA) - Le forze fedeli a Khalifa Haftar, l’ex generale protagonista dell’offensiva contro i gruppi estremisti nell’est della Libia, si sono ritirate da una base aerea alla periferia di Bengasi dopo la conquista da parte di Ansar al Sharia del quartier generale delle forze speciali. Lo riferiscono testimoni. Anche il comando del principale commissariato di polizia della città è stato abbandonato stamani. La situazione a Bengasi è oggi di "relativa calma" 3.LIBIA: RAPITO PER ALCUNE ORE EX PREMIER ABU SHAGUR (ANSA-AFP) - L’ex primo ministro libico Mustapha Abu Shagur è stato rapito da un gruppo armato e liberato alcune ore dopo. Lo hanno reso noto i suoi familiari. Al momento, l’azione non è stata rivendicata. Abu Shagur si era presentato come candidato indipendente è stato eletto alle ultime elezioni legislative del 25 giugno scorso. 4.LIBIA: MIGLIAIA IN FUGA,TUNISIA PRONTA A CHIUDERE FRONTIERA (ANSA-AFP) - L’economia tunisina "è precaria" e il Paese non è in grado di ricevere le migliaia di persone in fuga dalla Libia, tanto che Tunisi si dice pronta a chiudere le frontiere. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri tunisino, Mongi Hamdi, precisando che ogni giorno arrivano dalla Libia "tra le 5.000 e le 6.000" persone. 5.LIBIA: FONTI PARIGI, VIA AMBASCIATORE, CHIUSA SEDE (ANSA) - Tra francesi evacuati dalla Libia, secondo fonti diplomatiche transalpine, c’è anche l’ambasciatore di Francia a Tripoli. "Tenuto conto della situazione di sicurezza, i locali occupati dalla nostra ambasciata sono temporaneamente chiusi", ha confermato all’Afp il portavoce aggiunto del ministero degli Esteri, Vincent Floreani. Gli evacuati, secondo precisazioni fornite da fonti diplomatiche transalpine, sono 55 francesi e sette cittadini britannici, individuati e radunati dall’ambasciata di Francia a Tripoli, rimasta aperta fino a ieri per assicurare l’operazione. A trasportarli fino in Europa è stata una nave della Marina francese. REPUBBLICA.IT AFFONDA BARCONE TRIPOLI - Nuova tragedia dell’immigrazione al largo della Libia: almeno 20 persone sono morte e decine sono disperse nel naufragio di un barcone a 100 km a est di Tripoli. Lo ha reso noto il portavoce della Marina libica. Secondo i 22 clandestini tratti in salvo, a bordo c’erano circa 150 migranti. "Una pattuglia della marina ha messo in salvo 22 migranti immigrati clandestini che erano aggrappati ai resti del loro barca", ha detto il colonnello Kassem Ayoub, portavoce della marina libica, aggiungendo che oltre venti corpi sono stati recuperati. Secondo i sopravvissuti - ha riferito - circa 150 migranti, provenienti dall’Africa sub-sahariana, erano a bordo dell’imbarcazione diretta verso le coste italiane e affondata al largo di Al Khums, 100 km a est di Tripoli. I soccorsi - ha aggiunto - sono al lavoro alla ricerca di altri possibili sopravissuti. Intanto, per quanto riguarda le coste italiane, è atteso per le ore 8.30 l’arrivo in rada a Porto Empedocle del mercantile liberiano Perge, con a bordo 112 migranti di origine subsahariana soccorsi nel Canale di Sicilia. Il trasbordo e lo sbarco in banchina dei profughi sarà curato da motovedette della Guardia costiera e da unità navali dei Carabinieri e della Polizia; le operazioni sono coordinate dalla Capitaneria di Porto Empedocle. REPUBBLICA.IT LA crisi libica continua ad avvitarsi in maniera veloce e imprevedibile: mentre il problema del pericoloso incendio di un deposito di benzina potrebbe risolversi da solo nelle prossime ore (i milioni di litri di carburante stanno bruciando del tutto), lo scontro fra milizie rivali è sempre più duro. E adesso qualcuno prova anche a far ricorso ai rapimenti politici: in mattinata a Tripoli è scomparso l’ex primo ministro Mustafà Abushagur, un moderato che era stato premier per poche ore nel settembre del 2012, ma poi si era vista bocciare la lista dei suoi soli 10 ministri perché non aveva accontentato gli interessi di tutte le fazioni e delle varie città e comunità di Libia. L’ex primo ministro è stato liberato alcune ore più tardi. Nessuna organizzazione ha rivendicato il rapimento, ma è probabile che l’uomo sia stato sequestrato proprio perché stava mediando una tregua tre le diverse fazioni in lotta. Abushagur nelle elezioni del 25 giugno era risultato primo fra gli eletti: in queste ore stava lavorando da mediatore fra le varie fazioni, ovvero fra il gruppo di milizie e gruppi politici guidati da Zintan e fra quelli filo-islamici guidati da Misurata. La sua famiglia ne ha denunciato la scomparsa: secondo un giornalista a Tripoli "se verrà confermato che Abushagur è stato rapito, è stato proprio perché è un moderato, mentre ormai c’è chi vuole lo scontro finale". Oggi una tregua di 24 ore non è stata rispettata del tutto, nel pomeriggio gli scontri e i tiri di razzi sono ripresi. Ma comunque il cessate-il-fuoco in mattinata è servito alla città per respirare, e ai pompieri libici per continuare il lavoro di spegnimento del deposito di carburante. Facendo rimbalzare una notizia incontrollata che circolava sui social network, il sito Internet dell’ufficio stampa del primo ministro libico aveva pubblicato l’annuncio secondo cui l’Italia avrebbe offerto 7 aerei Canadair per spegnere l’incendio. Ma questa era la richiesta dei libici: la verità è che con gli scontri ancora in corso mandare pompieri italiani a terra o anche solo far sorvolare Tripoli da aerei Canadair è molto pericoloso. A Roma il Ministero degli Esteri ha quindi smentito la notizia dei 7 Canadair, pur confermando che Roma è pronta ad aiutare la Libia ma solo in condizioni di sicurezza. Sul fronte orientale, a Bengasi le truppe del generale "ribelle" Haftar sono state attaccate dal gruppo islamista Ansar Al Sharia: gli islamici hanno conquistato la base in cui si trovavano alcune unità delle truppe speciali dell’esercito libico alleate con Haftar. IN mattinata un aereo militare che era impegnato a bombardare le postazioni di Ansar al Sharia è precipitato (non è chiaro se sia stato abbattuto). Il generale Sagr Al-Jerouchi, "capo delle operazioni aeree" dei militari comandati dal generale Khalifa Haftar sostiene che il caccia Mig non è stato abbattuto, ma che il pilota ha avuto problemi tecnici e si è lanciato con il paracadute. E il quartier generale delle Forze speciali dell’esercito libico, principale base militare di Bengasi, è caduta ieri sera in mano dei gruppi islamisti, dopo diversi giorni di sanguinosi combattimenti. Il ’Consiglio della Shura dei rivoluzionari di Bengasi’, un’alleanza di gruppi islamisti e jihadisti, ha annunciato in un comunicato di aver preso il controllo della base. Notizia confermata dall’esercito. A Roma intanto il sottosegretario con la delega alla sicurezza Marco Minniti ha tenuto un’audizione innanzi alla Commissione Difesa del Senato: "Il nostro primo obiettivo", ha detto Minniti, "è la cessazione delle ostilità". "E’ molto importante che in questo momento ci sia un’azione di mediazione che impedisca il conflitto tra le milizie in atto a Tripoli ma anche a Bengasi, anche se i protagonisti sono differenti. La prima cosa è fermare il conflitto". Al secondo punto Minniti ripete quello che ha chiesto lo stesso ministro degli Esteri Federica Mogherini: che ci sia un rinnovato impegno delle Nazioni Unite, "che sia nominato un Alto Rappresentante delle Nazioni Unite per la Libia, un ex capo di Stato o di governo, in modo da tenere conto della drammaticità delle condizioni del paese". Minniti sostiene poi che sarà necessario "lavorare in maniera incessante perché il Parlamento eletto il 25 giugno in Libia possa insediarsi il 4 agosto. E’ fondamentale che nella ricostruzione democratica di quel Paese, un Parlamento liberamente eletto possa pacificamente riunirsi. Cosa al momento non scontata". In Senato Minniti ha ringraziato "i nostri operatori all’ambasciata a Tripoli, a nome del Governo italiano e del Parlamento, perché in condizioni difficilissime si sta garantendo una capacità di intervento assolutamente straordinaria".