Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  luglio 30 Mercoledì calendario

DA BAR REFAELI AGLI ONE DIRECTION IL CONFLITTO (E LE GAFFE) A COLPI DI TWEET

Mentre il conflitto tra Israele e Hamas continua nell Striscia di Gaza in modo drammatico, aumenta sempre più il numero di personaggi dello spettacolo che si schierano con dichiarazioni o frasi sui social network.
Zayn Malik, uno dei componenti della band popolare One Direction, ha postato su twitter un messaggio di sostegno in favore del popolo palestinese ai suoi 13 milioni di follower, con l’hashtag #FreePalestine; 145 mila persone hanno condiviso la dichiarazione, e altrettante hanno insultato l’idolo di tantissime ragazzine di tutto il mondo, che ha ricevuto anche minacce di morte. La reazione di una sua fan da Tel Aviv è emblematica: “Tu hai molti fan anche in Israele. Sono scioccata dal fatto che uno dei miei idoli voglia vedermi morta”.
Anche la cantante americana Rihanna, appoggia il popolo palestinese, twittando #Free-Palestine. Anche in questo caso valanga di insulti oppure sostegno. Subito dopo, con la stessa convinzione con la quale ha lanciato il suo primo hashtag, la cantante ha cancellato il suo tweet contro Israele, pubblicando una foto di un bambino israeliano e uno palestinese che camminano abbracciati, con un messaggio di pace: “Preghiamo per la pace e per la fine del conflitto israeliano-palestinese”.
Dall’altra parte, le modelle israeliane Bar Refaeli e Gal Gadot scrivono messaggi di sostegno all’Idf, l’esercito che porta la stella di David. Bar Refaeli in particolare pubblica una foto di lei con militari israeliani, commentando: “Questi giorni sono molto difficili da sopportare. Giovani e coraggiosi uomini che avete protetto il nostro paese dal terrore. Il mio cuore va alle loro famiglie . Sarete sempre ricordati e rispettati”. E ancora: “Sono contenta! I nostri soldati... Grazie! State attenti e tornate vivi” con l’hashtag #stopterror.
Anche la modella Gal Gadot, futura Wonder woman nel prossimo film Batman V Superman, dichiara apertamente la sua posizione nel conflitto, sostenendo con forza il suo Paese: “Mando il mio amore e le mie preghiere ai miei concittadini israeliani. Specialmente a tutti quei ragazzi e quelle ragazze che rischiano la loro vita proteggendo il mio Paese contro gli atti orrendi condotti da Hamas”. Poi, l’attrice sottolinea che “Hamas si sta nascondendo come un codardo dietro donne e bambini. Dobbiamo vincere!”
Le reazioni sono state innumerevoli: “Israele assassino, free Palestina, gli ebrei sembrano dei ratti.” “La Turchia dovrebbe bombardare Israele subito!”, “Israele è un vampiro che ammazza bambini e si nutre del sangue dei civili di Gaza”. Anche in Italia, due calciatori della Roma, Mehdi Benatia e Salih Uçan hanno espresso la loro opinione: Benatia scrive, in occasione della fine del digiuno del Ramadan: “Tanta gioia a tutti i musulmani del mondo, Allah doni la pace. Un pensiero forte ai nostri fratelli palestinesi.”; Uçan ha postato sul social network Instagram un fotomontaggio che ritrae loro due con altri tre giocatori musulmani vestiti con gli abiti tradizionali. Ultimi in ordine di tempo sono stati un gruppo di personaggi del cinema spagnolo: Pedro Almodovar , Javier Bardem e Penelope Cruz, hanno firmato un appello per fermare l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza. In una lettera aperta invitano inoltre l’Unione Europea “a condannare il bombardamento per aria, per terra e per mare contro la popolazione civile palestinese”; invocano quindi l’immediato “cessate il fuoco da parte dell’esercito israeliano” e premono su Israele “affinché rimuova l’embargo che ha prostrato la Striscia di Gaza per più di un decennio”. “Gaza sta vivendo giorni terrificanti -recita il testo - assediata e attaccata per aria, per terra e per mare. Le case dei palestinesi vengono distrutte, e a loro viene negata l’acqua, l’elettricità e la possibilità di muoversi verso gli ospedali, le scuole e i rifugi mentre la comunità internazionale non fa nulla”. I firmatari dell’appello accusano Israele con l’esercito che “continua ad avanzare nei territori palestinesi e a occuparli anziché ripristinare i confini del 1967”.
Laetitia Méchaly, il Fatto Quotidiano 30/7/2014