Valentina Arcovio, La Stampa 30/7/2014, 30 luglio 2014
«SESSO SENZA TABÙ E VERGOGNA DI SÉ: I PARADOSSI DEI NUOVI ADOLESCENTI»
«Si sono liberati dal senso di colpa radicato nei vecchi costumi sessuali, ma hanno acquisito un profondo senso di vergogna del proprio corpo. Hanno perso i classici modelli di riferimento, ma hanno allargato amicizie e tempi di socializzazione. Sono diventati più disincantati e narcisisti. Chiedono più spazio e considerano la vecchia generazione come un ostacolo». È la descrizione dei nuovi adolescenti che lo psichiatra Gustavo Pietropolli Charmet, direttore scientifico del «Festival della Mente» di Sarzana, anticipa in previsione dell’11ma edizione della manifestazione che si terrà dal 29 al 31 agosto. «Al Festival scienziati, psicologi, antropologi, letterati e artisti si confronteranno sulle strepitose novità che caratterizzano lo sviluppo affettivo, relazionale ed etico del nuovo adolescente - annuncia Pietropolli Charmet -. Lo scopo è contribuire al miglioramento del rapporto tra adulti e adolescenti, nonché al superamento del conflitto generazionale».
Professore, cosa c’è di diverso in questa generazione?
«Rispetto al passato è diverso il concetto di generazione. Una volta si stabiliva la generazione di appartenenza in base all’età anagrafica, oggi a definirla sono gli stili di vita e i valori condivisi. Di conseguenza la fase dell’adolescenza si è allungata. Si diventa adolescenti prima e si finisce di esserlo dopo, rispetto a quanto succedeva qualche decennio fa».
Oggi cosa significa essere adolescenti?
«Tra le novità più significative c’è il nuovo modo di relazionarsi con se stessi. Gli adolescenti si sono liberati dell’ancestrale senso di colpa riguardo alla natura e ai cambiamenti del corpo, che portava per esempio alla repressione degli impulsi sessuali. Tuttavia c’è un’importante frangia di adolescenti che ha sostituito questo senso di colpa con un atteggiamento negativo, la vergogna. In altre parole, ci sono molti adolescenti che non hanno stima del proprio corpo, lo considerano brutto e inadeguato anche quando non è così. Questo può portare a gravi conseguenze, come il desiderio di manipolarsi a tutti i costi, come succede nei casi di anoressia e bulimia».
Invece, che ruolo hanno la scuola e la famiglia nel processo di crescita?
«Purtroppo, i nuovi adolescenti non sono convinti che la scuola serva allo sviluppo della propria identità, come succedeva in passato. L’istituzione scolastica ha perso il suo più importante significato etico. E’ svuotata dal suo originario ruolo e non riesce a stare al passo con le esigenze degli studenti. Un simile scollamento è evidente anche nel rapporto con la famiglia che, in relazione al percorso scolastico dei figli, non riesce a capire se a essere inadeguata è la scuola o l’atteggiamento del figlio».
Cosa ha provocato questi cambiamenti nell’adolescente?
«Innanzitutto la famiglia, anch’essa diversa da quella del passato. La maggior parte delle famiglie è meno numerosa, ci sono più figli unici. L’adolescente si trova a essere il centro del nucleo familiare e pensa erroneamente che la stessa cosa sia fuori. Sviluppa atteggiamenti narcisistici che si scontrano quasi sempre con la realtà. La delusione delle aspettative alimentate in famiglia fa soffrire, deprime e provoca comportamenti aggressivi. Infine, si è verificata un’inversione dei ruoli tra mamme e papà. Le mamme post-moderne non sono concentrate solo sulla famiglia, ma investono molto in altri ambiti, come il lavoro. A questo si aggiunge la crisi dell’autorità dei padri, a cui non è seguita una prevalenza dei valori materni. In questa situazione di incertezza è difficile trasmettere ai figli gli stessi valori con cui si è cresciuti».
Qual è invece il ruolo del gruppo dei pari?
«Importantissimi. I ragazzi vengono inseriti precocemente nel gruppo che, grazie ai nuovi strumenti tecnologici, è numeroso e connesso. Ma se l’ipersocializzazione può avere molti benefici, comporta dei rischi. Da un lato è un bene che il gruppo dei pari sia così numeroso e presente, dall’altro lato vengono incoraggiati comportamenti di “banda”».
Come vedono il futuro i nuovi adolescenti?
«Questa è una delle note più dolenti. Sono sfiduciati, cinici e pessimisti. La crisi ha contribuito ad alimentare l’incertezza nelle famiglie. Alla fine agli adolescenti arrivano notizie contrastanti sul loro futuro. Questo ha ucciso i loro sogni e le loro aspirazioni. Bisognerebbe invece trasmettere notizie più positive e rassicuranti».
Valentina Arcovio