Francesco Semprini, La Stampa 30/7/2014, 30 luglio 2014
WASHINGTON ACCUSA MOSCA: «VIOLATO IL TRATTATO DEL 1987»
Mentre si consuma la crisi più grave del nuovo millennio tra Russia e Occidente, da Mosca si affaccia un nuovo spettro che rischia di far ripiombare il Pianeta indietro di almeno un quarto di secolo, all’era della Guerra fredda. A muovere l’accusa è Washington secondo cui Mosca avrebbe violato l’«Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty» il trattato di non proliferazione che vieta il possesso, la produzione e i test di lancio di missili a raggio intermedio.
Si tratta dell’accordo siglato nel 1987 dall’allora presidente americano, Ronald Reagan, e dal collega dell’Unione sovietica Mikhail Gorbaciov, e che riguarda batterie missilistiche «cruise» installate a terra, e con gittata compresa tra i 500 e i 5.000 chilometri. Vettori balistici come gli «SS-20» che furono installati dall’Urss e puntati verso l’Europa: con quello storico trattato infatti le due Superpotenze del Ventesimo secolo posero fine alla crisi degli euromissili, gettando le basi per l’archiviazione della Guerra Fredda e la caduta della cortina di ferro. Proprio per questo, un’eventuale violazione da parte della Russia sarebbe di una gravità senza precedenti, perché rischierebbe di segnare l’inizio di una «Cold War 2.0». Pochi i dubbi al riguardo secondo gli Usa convinti che il Cremlino ha dato il suo assenso alla sperimentazione di questi missili già nel 2008, come spiega una fonte dell’amministrazione al New York Times. Il funzionario parla di «attività illegali» da parte di Mosca per le quali già alla fine del 2011 la Casa Bianca aveva espresso preoccupazioni,non certo lenite nel tempo. Anzi nel maggio del 2013, per la prima volta il Dipartimento di Stato ipotizzò una violazione del trattato con la Russia, informando gli alleati del Patto Atlantico. Sospetti divenuti certezze negli ultimi mesi dopo che i vertici della sicurezza nazionale Usa, a partire dalla Cia, hanno convenuto sull’esistenza di tali violazioni.
Per ora non sembra che ci sia stato nessun dispiegamento di vettori balistici da parte di Mosca, ma i timori non mancano anche perché si inseriscono in una fase di gelo nei rapporti tra Russia, Usa ed Europa, a causa della crisi ucraina culminata con l’abbattimento dell’aereo malese da parte dei ribelli filo-moscoviti, e l’asilo concesso dal Cremlino alla talpa del Datagate, Edward Snowden.
In una lettera consegnata alle autorità russe dall’ambasciatore americano a Mosca, Obama invita Putin ad avviare un dialogo ai massimi livelli con l’obiettivo di garantire l’osservanza del trattato dell’87, e individuare modi e procedure affinché Mosca ponga rimedio alle violazioni. «Abbiamo messo al corrente la Russia della nostra determinazione a fare chiarezza dicendoci pronti a discuterla subito ai massimi livelli», affermano fonti dell’amministrazione Obama secondo cui le accuse di violazione saranno ufficializzate nel rapporto annuale del Dipartimento di Stato sul rispetto dei trattati internazionali relativi al controllo degli armamenti. La vicenda merita una risposta «adeguata» nel caso manchi la volontà di risolverla, avverte il comandante della Nato, generale Philip M.Breedlove, secondo cui «non si può rimanere in silenzio».
Francesco Semprini, La Stampa 30/7/2014