Alessandro Barbera, La Stampa 30/7/2014, 30 luglio 2014
PERA: “GRASSO? AL SUO POSTO LA TAGLIOLA L’AVREI MESSA PRIMA”
[Intervista a Marcello Pera] –
Professor Pera, che ne pensa di questo caos in Senato?
«Semplice: la strada del Parlamento non è percorribile. Per fare una seria riforma del Senato ci vuole la nomina di una assemblea costituente».
Benaltrista? Sono decenni che si parla di assemblee costituenti. Più o meno da quando si invocano le riforme che nessuno porta a termine.
«E però quella soluzione non è mai stata presa in seria considerazione. Guardi a cosa è successo a tutti i tentativi di riformare la Carta in Parlamento. E guardi a quel che accade in queste ore in Senato: è la dimostrazione che una riforma così importante non può essere affidata ai partiti e ad un governo. I primi sono solo preoccupati del proprio futuro, il secondo tenta di costruire una riforma a sua immagine. È un equilibrio impossibile».
E se fosse solo una questione di istinti conservatori da parte dei nostri eletti?
«Ci si può aspettare una riforma del Senato da chi ha tutto da perderci? E che ne è dell’equilibrio complessivo del sistema? La dimostrazione di quel che le dico è nel fatto che l’attuale riforma non risponde ad una corretta logica istituzionale, tenta solo di mettere insieme interessi particolari».
A cosa si riferisce?
«Ci sono due punti dei quali non parla nessuno, e mi chiedo il perché. Che ne sarà della conferenza Stato-Regioni, l’unico organo nel quale si esercita davvero il potere dei governatori? Viene abolita? Si affianca al nuovo Senato? E che ne del potere di controllo del Parlamento sulle seicento nomine che il governo Renzi, come tutti i governi, si trova a fare?»
Il presidente Grasso ha spagliato nel gestire il caos dell’aula? Ha sbagliato a imporre la tagliola?
«Chi gestisce l’aula di un Parlamento ha il dovere di permettere a chi ha la maggiorana di esprimere un voto. Oserei dire che è un obbligo che viene persino prima di quello di far esprimere le minoranze. Penso abbia fatto bene, anche se...»
Anche se?
«Se fossi stato al suo posto non avrei aspettato così tanto».
Che ne pensa di chi paventa un rischi autoritari?
«Ma per favore. Però mi faccia dire una cosa: a forza di farle male, le riforme qualche rischio autoritario lo portano con sé».
Lei crede che Renzi abbia sbagliato a intestarsi l’iniziativa della riforma?
«E’ comprensibile la ragione per la quale lo ha fatto. Se passa, ha vinto. Se non passa, ha un ottimo colpevole al quale addossare la colpa».
Ce la farà?
«Non lo escludo, ma temo una riforma di corto respiro, che servirà solo ad accompagnarci al voto. Perché ormai è evidente a tutti: si dice riforma del Senato, si legge Italicum».
In effetti sulla riforma elettorale il suo ex partito ha giocato parecchio.
«A dimostrazione della impossibilità di fare riforme importanti senza una assemblea costituente, le porto proprio questo esempio. Quando io contribuii a fondare Forza Italia si voleva una Italia uninominale, maggioritaria e presidenziale. Ora vedo molti miei ex colleghi impegnati a parlare al massimo di proporzionale e preferenze...».
Vede rischi per il governo da un eventuale flop?
«Mi auguro di no. Veda, io sono di Lucca, e come sanno tutti i toscani è difficile immaginare che uno di Lucca possa parlare bene di uno di Firenze. Eppure penso che Renzi meriti sostegno. Ha il diritto di governare, e anzi penso che se saltasse lui, di fronte a noi ci sarebbe solo il baratro politico e finanziario. Con chi lo dovremmo sostituire? Vede qualcuno nel centro-destra? O nel Pd? Se lo mandano a casa, ci aspetta solo lo scenario greco».
Alessandro Barbera, La Stampa 30/7/2014