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 2014  luglio 30 Mercoledì calendario

PERISCOPIO

Renzi, come tutti i toscani, le canta chiare, ma spesso non si sa bene che cosa canti. Paolo Guzzanti. Il Giornale.

Ghedini sul caso dei diritti Mediaset: «Normali compravendite». Si confonde col caso De Gregorio. Edelman. Il Fatto.

Se Daniela Santanchè dovesse riuscire a mettere le mani su l’Unità la sede della Festa dell’Unità verrebbe trasferita a Porto Cervo. Per l’occasione Franco Briatore sarebbe disposto a riaprire il Billionarie («Per un brand da tutelare, questo e altro») e a fare le cose in grande. Niente più salamelle, solo aragostelle; niente più orchestrine che suonano Guantanamera, ma un recital esclusivo di Michael Bublè, che reinterpreta Bandiera rossa in chiave swing. Nanni Delbecchi. Il Fatto.

Se lo stato tassa le persone che lavorano e sussidia le persone che non lavorano, cresceranno i disoccupati. Arthur Laffer, l’inventore dell’omonima curva sulle tasse ai tempi di Reagan. Il Foglio.

Ho rinunciato alla pensione da ministro, mi mancano quattro anni all’Università. Ma vorrei avere meno affanno. Ho cinque nipoti, una casa in campagna che divido con mia sorella. Voglio leggere e coltivare l’orto. Elsa Fornero, ex ministro del lavoro nel governo Monti. Il Fatto.

Se a sinistra esiste uno sconfitto perfetto, questo è Achille Occhetto. Il povero Baffo di ferro non è stato l’unico politico rosso a perdere una campagna elettorale. Ma quella che era sicuro di vincere appariva un match speciale. Il primo dopo Tangentopoli, per di più contro un avversario che era all’esordio e che sarebbe durato nel tempo: Silvio Berlusconi. Giampaolo Pansa, Tipi sinistri. Rizzoli. 2012.

L’Italia è troppo grande per essere salvata da fuori. Deve potercela fare da sola. Jorg Asmussen, membro tedesco della Bce, vicino a Draghi. Handelsblatt.

Elaborare nuove regole non vuol dire liberismo. La licenziabilità dei dirigenti statali è liberista? Togliere decine di miliardi di sussidi alle imprese è liberista? È che una cultura di sinistra è ancora ferma agli anni Settanta, quando io militavo nel Pci. E questa cultura impedisce di mettere a fuoco gli obiettivi giusti. Michele Boldrin, economista alla Washington University di Saint Louis, Missouri, Stati Uniti.

Su una scheda, nella votazione che avrebbe dovuto eleggere il dc Amintore Fanfani alla presidenza della Repubblica, fu scritto: «Nano maledetto, non sarai mai eletto». Si disse che era di Luigi Pintor ma invece fu scritta da un deputato della destra. Paolo Franchi. Corsera.

Mi piace la sobria eleganza di Bernardo Caprotti da gran borghese lombardo, amante del bello oltre che del buono messo in vendita con l’etichetta Esselunga. Caprotti fa progettare i propri superstore non ai geometri di paese ma ad archistar e designer del calibro di Renzo Piano, Norman Foster, Mario Botta, Vico Magistretti, Luigi Caccia Dominioni, Ignazio Gardella. Ed è capace di gesti generosi che dovrebbero mandare a nascondersi certi sedicenti mecenati dalla bocca larga e dal braccino corto: per esempio ha donato alla Pinacoteca Ambrosiana un Volto di Cristo attribuito al suo omonimo Gian Giacomo Caprotti, che secondo taluni critici d’arte potrebbe essere uscito dalla tavolozza di Leonardo da Vinci. Ma di questo signore d’altri tempi ho sempre ammirato sopra ogni cosa il sacro rispetto che ha per l’Azienda, uso la maiuscola perché credo che lui la intenda così, un’istituzione da trattare non come una cosa, un oggetto personale, bensì come un bene collettivo. Da grande imprenditore qual è, non ha esitato a riprendersi il controllo di Esselunga quando gli è parso che sbandasse a causa di un figlio e di un management inadeguati. Non ha avuto paura di vedere messe in piazza queste tristissime vicende familiari e di affrontare a viso aperto i giornali ostili pur di preservare la reputazione della creatura alla quale ha sacrificato l’intera esistenza. L’Azienda è una cattedrale, per Caprotti. Anzi, come dice spesso ai suoi collaboratori, «le aziende sono i monasteri del nostro tempo». Ci si entra in punta di piedi. Imparino da lui i sindacalisti che le hanno sempre calpestate con gli scarponi chiodati. Vittorio Feltri e Stefano Lorenzetto, Buoni e cattivi. Marsilio.

Castro è ricchissimo? Che sciocchezza. I dittatori non sono ricchi. I dittatori non fanno differenza fra il capitale dello stato e il loro capitale privato. È una cassa unica. Luigi Serravalli. Diario.

I sistemi monocamerali in parlamento non sono antidemocratici: in molte democrazie sono la norma. Ugo De Siervo, già presidente delle Corte costituzionale. la Stampa.

L’unico modo per frenare la vecchiaia è anticiparla. Ma io ho perso la battuta. Il caso non mi ha voluto e a me è mancato il coraggio. Adesso è troppo tardi. Il suicidio di un giovane ha una sua nobiltà, una grandezza estetica ma anche etica. Perché mette sul piatto tutto quello che ha (la vita) a favore della morte. Quello del vecchio è semplicemente patetico. Non possiede alcun valore, perché da giocarsi non ha che gli spiccioli. Massimo Fini, Ragazzo - Storia di una vecchiaia. Marsilio. 2007.

Castiglioncello, Toscana - L’ora più calda di una domenica di luglio, al mare. Il sole filtra discreto tra le fessure delle persiane socchiuse, svelando nella penombra della stanza il lento fluttuare di un pulviscolo d’oro. Un cappello di paglia se ne sta abbandonato su un attaccapanni. La tenda chiara si gonfia appena all’alito di un debole vento, e subito ricade. Silenzio dai giardini qui intorno: uccelli, e il breve pianto di un bambino. Il mare, laggiù, è una striscia blu zaffiro, piatta nella calura. L’ora dell’accidia, chiamavano quest’ora i monaci medioevali, «stancamento dell’anima e discioglimento della mente». L’ora in cui lo stomaco dopo il pranzo è appagato, il sole a picco stordisce, e per un momento non pare ci sia più niente da desiderare; soddisfatti in ogni bisogno gli uomini cedono alla sonnolenza. Se provo a fissare l’orizzonte, quel blu profondo nella luce accecante mi ipnotizza, mi si allarga dentro il torpore. Marina Corradi. Tempi.

Le arancine di riso a Palermo sono femmine mentre nel resto della Sicilia sono maschi («gli arancini»). Sebastiano Vassalli. Corsera.

Ehi, che malinconica decadenza, l’amore fra gli anziani, un atto talmente glorioso, ridotto a questo confuso raspare di due vecchi corpi, uno assonnato e uno ubriaco. John Updike, Sei ricco, coniglio. Einaudi.

Ho sempre pagato le tasse. E si vede. Roberto Gervaso. il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 30/7/2014