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 2014  luglio 30 Mercoledì calendario

RACHELE NIBALI – VI RACCONTO IL MIO CAMPIONE


Il momento più toccante del Tour de France è stato quando il nostro Vincenzo Nibali, dopo aver tagliato il traguardo, ha baciato la sua piccola Emma. Avevamo incontrato Nibali l’anno scorso, quando aveva vinto il Giro d’Italia ed era entrato nel club dei campioni. Ci aveva detto che sognava di vincere anche il Tour, la consacrazione dei grandi. Et voilà, eccolo nella leggenda. Come se fosse facile... Per tutta la corsa, tappa dopo tappa, Nibali non ha lasciato mai trasparire le sue emozioni. Sempre composto, mai un gesto esagerato, persino al traguardo sugli Champs-Élysées. Solo quando ha visto la sua bimba tra la folla si è sciolto e, sul podio di Parigi, i suoi occhi erano lucidi come quelli di Rachele Perinelli, la moglie del ciclista messinese, che ci racconta come ha vissuto le ultime tre settimane.
Domanda. Come ha seguito l’impresa?
Risposta. «Con il fiato sospeso, da casa e in tv. Nostra figlia Emma ha cinque mesi e non potevamo seguirlo tra una tappa e l’altra in giro per tutta la Francia».
D. Sarà abituata alle vittorie, ma che effetto le ha fatto vederlo con la maglia gialla?
R. «La vittoria al Tour ha un richiamo internazionale ed è vissuta da tutti in modo speciale. In famiglia speravamo in una grande prestazione, anche perché si era preparato per tutto l’inverno. Era stata una stagione un po’ difficile per il fatto che non aveva ottenuto successi, ma poi ha dimostrato tutto il suo valore»,
D. Nibali ha detto: «Al Tour non si può stare mai tranquilli».
R. «Concordo, abbiamo visto una caduta dietro l’altra e diversi suoi rivali sono usciti di scena. Io ho tirato un sospiro di sollievo solo quando ha riportato lo “scarpino” giallo a casa».
D. Lei è la persona che conosce meglio il campione. Da che cosa scaturisce la sua forza?
R. «È metodico, ma per quello che decide lui. Accetta malvolentieri le imposizioni e ha un po’ un carattere ribelle. Lo spinge anche lo spirito di rivalsa nei confronti di chi l’ha criticato. Forse è anche questo che ha fatto la differenza».
D. Prima di iniziare l’avventura francese che cosa le ha detto?
R. «Nulla di particolare, anche perché, a casa, non parliamo molto di bici. A dir la verità lui era agitato perché è un giro lungo, difficile, ci sono la pressione mediatica e gli avversari agguerriti. Ha solo detto: “Vediamo come va, niente pronostici”.
D. Che cosa amate fare, quando siete insieme?
R. «Una volta conclusi tutti gli impegni dopo le gare, cerchiamo di goderci la tranquillità delle mura domestiche e proviamo a riprendere in mano la normale vita di famiglia. Cose semplici, una passeggiata, una cena».
D. Vivete a Lugano, in Svizzera. Di certo Vincenzo sarà popolarissimo anche lì.
R. «Non pensavamo fosse così conosciuto, ma dal medico pediatra alla farmacista, nel quartiere, ormai ci conoscono tutti».
D. Emma, la vostra bimba di 5 mesi, applaude già il padre?
R. «A Emma ho mostrato il papà in televisione nelle dirette del Tour. Lo riconosceva dalla voce, lo ascoltava durante le interviste ed era l’unico momento della giornata in cui non strillava. Poi, ci siamo collegati regolarmente via Skype e gli ho inviato i video della bambina».
D. Se la cava Vincenzo come papà?
R. «Certo. Porta Emma a fare delle passeggiate, guardano insieme i cartoni animati. Una volta li ho trovati sul tappeto, “allungati”, che giocavano».
D. Che cosa mangia Vincenzo? Deve seguire un’alimentazione particolare?
R. «È una buona forchetta e, quando è sotto allenamento, mangia la pasta sia in bianco sia con il pomodoro, fettine e insalate. Ma non è vero che i ciclisti non fanno rinunce, anzi, eliminano i dolci o i biscotti, per esempio».
D. Ora avete qualche progetto? Le ha promesso qualcosa?
R. «Per scaramanzia non è stata fatta alcuna promessa, ma speriamo di andare in vacanza. Se riusciamo, andiamo in fuga e da tutti e stiamo finalmente noi tre da soli».